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Milano, indagato candidato sindaco di Forza Nuova. Sequestri nelle abitazioni di 10 militanti Dieci militanti, tra cui Marco Mantovani, sono indagati per lesioni, violenza privata aggravata, porto di strumenti atti ad offendere e danneggiamento. Non si esclude l'ipotesi di associazione a delinquere.
Mazze, tirapugni, manganelli artigianali, coltelli, materiale pirotecnico illegale. E’ quanto gli uomini della Digos di Milano, secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, hanno sequestrato nelle abitazioni di alcuni militanti di Forza nuova a Milano. Il candidato sindaco di Forza Nuova, Marco Mantovani, risulta indagato insieme ad altri nove militanti, definiti il nucleo storico del partito e tutti candidati: i reati ipotizzati sono lesioni, violenza privata aggravata, porto di strumenti atti ad offendere e danneggiamento. Sei gli episodi su cui indagano gli inquirenti, commessi a Milano dallo scorso primo aprile a oggi. Per i 10 indagati si tratta finora di singoli reati, ma si lavorerebbe all’ipotesi di associazione a delinquere. “Si vede che in Questura a Milano ci si annoia, c’è poco lavoro – attacca il segretario di Forza Nuova, Roberto Fiore - e magari per scongiurare il rischio disoccupazione di molti membri delle forze dell’ordine si è ritenuto necessario indagare militantiâ€. Per Fiore, le accuse riguardano “episodi di contestazione politica che in qualsiasi stato democratico vengono considerati ordinariâ€.
A casa di Mantovani, in particolare, sono state trovate delle mazze che potrebbero essere, secondo la Digos, le stesse utilizzate per l’aggressione dello scorso primo aprile in via Lanzone a tre giovani del movimento di estrema destra Casa Pound mentre attacchinavano. Per la vicenda c’erano già stati sei indagati. “Un’aggressione in cui manca un aggredito, nessuno ha sporto querelaâ€, commenta il candidato sindaco, che si dice “indignato e preoccupato†per quello che ritiene “un atto gravissimoâ€. A Mantovani è stato anche sequestrato materiale video e l’hard disk del suo computer.
Tra i sei episodi collegati all’indagine, il più grave è quello dello scorso 29 aprile in via Guicciardini. Quando una sessantina di militanti fecero esplodere dei grossi petardi e accesero dei fumogeni davanti alla sede del convegno organizzato da Cgil e Anpi in ricordo di Gaetano Amoroso, giovane militante di sinistra ucciso a Milano il 30 aprile 1976. Alcuni degli aderenti a Forza Nuova erano armati di manici di piccone. Il 14 aprile, poi, una decina di militanti fecero irruzione in uno stabile Aler di viale Romagna.
Episodi violenti che sarebbero aumentati durante la campagna elettorale, secondo la Digos. Come il 2 aprile di fronte al consolato tunisino, durante un presidio organizzato dalla Lega, o l’irruzione del 18 aprile al Pime, dove era in corso un incontro tra il sindaco Letizia Moratti e lo sfidante Giuliano Pisapia. O ancora il danneggiamento del 27 aprile di un gazebo in piazza Argentina.
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