L’artista - L’annuncio sul social network: scrivo ciò che non avrei voluto mai
Fabi canta su Facebook
il tormento per Lulù morta
La figlia di 2 anni persa per una meningite: «Inaccettabile» MILANO — Nel renderlo pubblico, su Facebook, ha scelto parole costruttive, malgrado tutto. «Inutile dirvi che fino a quando non avrò trovato un modo per trasformare questo dolore e dare un senso costruttivo a questo incubo, il palcoscenico sarà l’ultimo posto in cui desidero stare». Concerti sospesi. Interruttore spento. Niccolò Fabi ha perso sua figlia, di due anni: era ricoverata al Bambin Gesù per una meningite. Il cantante romano lo ha annunciato ai fan sabato, in un messaggio pieno di pudore: «Amici, sto per scrivere quello che mai avrei voluto scrivere... Questa notte una sepsi meningococcica fulminante ha portato via nostra figlia Olivia, Lulùbella per chi l’ha conosciuta e amata. Il dolore devastante che mi attanaglia la gola è la conseguenza dell’esperienza più inaccettabile orrida ingiusta e innaturale che un essere umano può vivere». Più di tremila persone in poche ore gli hanno manifestato solidarietà , affetto, conforto.
Non si era sbagliato: «So di poter contare sulla vostra sensibilità e sull’amore che mai come adesso è l’unico strumento che merita di essere suonato... Un abbraccio che contiene tutto... Nicc». Lulù era la prima figlia di Niccolò e di Shirin Amini, talentuosa fotografa ventiseienne di origini iraniane. Il lutto, così privato, sarebbe stato registrato in silenzio se tutti noi non conoscessimo almeno una delle canzoni che hanno reso popolare il papà . Tormentoni dai testi mai banali: Dica, Capelli (premio della critica al Festival di Sanremo nel 1997), Vento d’estate e Rosso, con l’incipit che ora sembra quasi grottesco: «Hai presente quando sogni di morire/ per vedere chi verrà al tuo funerale/ per capire chi ti ha voluto bene/ e chi ti ha voluto male hai presente?». La verità è questa perdita colpisce ancor di più perché Niccolò Fabi, cantautore attento alle parole, una laurea in filologia romanza con il massimo dei voti, figlio di un musicista e di una contessa (suo padre Claudio è lo storico direttore artistico d e l l ’ e t i c h e t t a «Numero Uno» di Mogol e Lucio Battisti) ha sempre scelto un percorso in profondità , non in lunghezza.
Quarantadue anni, la paternità e la scoperta dell’Africa (quella dei villaggi del Sudan e non dei resort in Kenia) avevano dato una nuova espressione alla sua esistenza. Lo ha raccontato bene in una canzone dell’ultimo album, Attesa e inaspettata, la stessa che sul social network ha dedicato a Lulù. «Attesa e inaspettata arriva/ arriva la seconda vita/ in quell’istante in cui si taglia il velo/ e sei dall’altra parte/ non sei preparato mai abbastanza/ ma sei pronto da sempre/ la naturale conseguenza dell’essere nato/ la naturale conseguenza dell’amore... Devi toglierti dal centro/ devi farti spazio dentro/ e poi dividere l’inutile/ da ciò che è necessario...». «Nessuna parola può consolare », ha scritto Katya Pitti su Facebook. «Devi essere forte», Roberto Mosconi. «Ho due figli, ti sono vicina con il cuore in mano», Monica Saviello. E una spiegazione molto semplice, a questa ondata di affetto, nel post di Giulia Messori: «Con le tue canzoni ci sei sempre stato accanto inconsapevolmente, adesso abbiamo la possibilità di starti vicino noi e di darti conforto per quel poco che possiamo». Stamattina i funerali di Lulùbella.
Mi spiace veramente un sacco