Fini a Berlusconi
"Pronto a fare gruppi autonomi"
ROMA - Toni di rottura nel vertice tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini. Quest'ultimo - riferiscono fonti della maggioranza - ha detto esplicitamente che è pronto a costituire suoi gruppi autonomi in Parlamento e ha accusato governo e Pdl di andare a traino della Lega. Il premier - riferiscono le stesse fonti - avrebbe chiesto 48 ore di riflessione.
Il faccia a faccia Fini-Berlusconi si è svolto a Montecitorio all'indomani del vertice tra il presidente del Consiglio e il leader del Carroccio, Umberto Bossi. Il presidente della Camera ha portato al capo dell'esecutivo un messaggio molto chiaro e del resto già ripetuto più volte dopo le regionali: non ci si può appiattire sulla Lega, perché così si indebolisce il Pdl. Alla fine del pranzo i due protagonisti non hanno rilasciato dichiarazioni. Berlusconi si è limitato a dire: "Ho mangiato benissimo".
Ieri il Senatur aveva parlato chiaro: non solo l'ipotesi di un candidato leghista a palazzo Chigi nel 2013 non è peregrina, ma la Lega vuole contare anche nei salotti buoni della finanza del Nord. "E' chiaro che le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello - aveva affermato il numero uno di via Bellerio - la gente ci dice 'prendete le banche' e noi lo faremo".
Oltre alla sfida di Bossi e agli equilibri all'interno della maggioranza, al centro del delicato colloquio tra Berlusconi e Fini c'era il cammino delle riforme. Nei giorni scorsi il presidente della Camera aveva lanciato l'ipotesi di 'inventare' un 'modello' italiano per le riforme istituzionali che sono necessarie al Paese. Ma aveva anche ribadito la sua predilezione per il modello presidenzialista francese a doppio turno elettorale.
Gli uomini di Fini avevano dal canto loro assicurato che non c'è nessuna volontà di forzare e che l'ex leader di An si sarebbe seduto al tavolo con il Cavaliere con l'intenzione di trovare un'intesa, rilanciando la necessità che sulle riforme ci sia un confronto aperto, all'interno della maggioranza e nel Parlamento. Nessun volontà di rompere, avevano spiegato i finiani, ma anche nessuna delega in bianco.