e intanto, come da copione...
da ansa.it:
2008-04-01 21:28
SCINTILLE TRA BERLUSCONI E QUIRINALE, E' POLEMICA
Alta tensione tra Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano. Una battuta del leader del Pdl durante il forum con il quotidiano "Il Tempo" sulla presunta ostilità della presidenza della Repubblica, ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi, verso il centrodestra, ha fatto scattare la reazione immediata del Quirinale. Berlusconi ha dovuto chiamare Napolitano al telefono per cercare di spiegarsi e ricucire. L'incidente diplomatico è scoppiato per una previsione di Berlusconi: "Sappiamo che ogni decisione del Consiglio dei ministri dovrà passare per le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall'altra parte. Ricordo i rapporti con Carlo Azeglio Ciampi...".
Berlusconi stava parlando della mancata approvazione della riforma costituzionale voluta dal centrodestra, che avrebbe rafforzato il potere dell'esecutivo, ma è stata poi bocciata dal referendum promosso dall'opposizione. Quasi immediata la replica del Colle, affidata a una nota ufficiale del Quirinale, nella quale si biasima, senza citarlo, l'intervento di Berlusconi e si ribadisce l'imparzialità della presidenza della Repubblica, chiunque sia il suo inquilino: "La presidenza della Repubblica - vi si legge - chiunque ne fosse il titolare, ha sempre esercitato una funzione di garanzia nell'ambito delle competenze attribuitele dalla Costituzione senza mai sottoporre a interferenze improprie le decisioni di alcun governo, e considera grave che le si possano attribuire pregiudizi ostili nei confronti di qualsiasi parte politica". Parole dure, che costringono Berlusconi a chiamare subito Napolitano e a chiarire che le sue critiche si riferivano unicamente a Ciampi. "Mi riferivo al fatto che in cinque anni di governo abbiamo avuto un rapporto dialettico con il capo dello Stato Ciampi. Non c'entra niente Napolitano, con cui ho un ottimo rapporto e a cui porto affetto e stima che so essere condivise", aveva detto infatti lasciando la redazione del 'Tempo'.
Nonostante le precisazioni, la polemica si è innescata. "Non si può affidare il Paese a un uomo che passa le giornate a dire cose e a smentirsi un minuto dopo, ad attaccare tutto e tutti, a cominciare dal presidente Napolitano e dal presidente Ciampi", ha detto il numero due del Pd Dario Franceschini. Mentre Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato e candidata alla guida della Regione Sicilia, ha sostenuto che "scherzare con le istituzioni, come fa Berlusconi, non è accettabile". Pier Ferdinando Casini ha censurato le parole del candidato premier del centrodestra: "Non serve al Paese - ha osservato - la riapertura di una nuova stagione di conflitti istituzionali. Speriamo che Berlusconi se ne renda conto". A soccorso di Berlusconi arriva il leghista Roberto Calderoli, che giura sull'intenzione del leader Pdl di criticare Ciampi ma non Napolitano, che rispetto a Scalfaro e Ciampi "ha dimostrato di essere di un'altra pasta". A sostegno della sua interpretazione, Calderoli si profonde in un peana dell'attuale capo dello Stato: le sue scelte, in particolare il modo con cui ha sciolto le Camere dopo la caduta del governo Prodi, " hanno testimoniato il suo ruolo super partes mai venuto meno nonostante i tentativi di tirarlo per la giacca. E questo rappresenta la nostra miglior garanzia per il presente ed il futuro".