Prato: ucciso davanti all'ospedale
arrestata una ragazza di 22 anniFermata la giovane, di origine rom. La vittima aveva 72 anni, stava accompagnando una parente. La lite scoppiata in seguito alla richiesta di soldi da parte della donnaUn uomo di 72 anni è stato ucciso la notte scorsa davanti al pronto soccorso dell’ospedale di Prato, dove aveva accompagnato la suocera per un ricovero. A colpirlo, con una coltellata è stata una giovane di 22 anni, nata e residente a Prato, italiana di origine rom, che è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario. Secondo una prima ricostruzione, tra i due ci sarebbe stato prima un litigio, forse in seguito alla richiesta di soldi o altro da parte della giovane davanti al pronto soccorso. Poi quest’ultima avrebbe tirato fuori il coltello e colpito l’uomo. Il settantaduenne, è stato subito soccorso dai medici dell’ ospedale, ma per lui non c’era più nulla da fare. Sul posto è poi intervenuta la squadra mobile di Prato che ha rintracciato la giovane sempre nell’area del’ospedale. Portata in questura e interrogata, la ventiduenne avrebbe ammesso le sue responsabilità .
L'ARRESTO E LA DINAMICA DELL'OMICIDIO - La giovane arrestata per l’omicidio si chiama Aida Halilovic, 22 anni, nata e residente a Prato. Secondo quanto emerso la giovane attualmente aveva l’obbligo di stare a casa, dalle 21 alle 9, come misura alternativa alla detenzione, per una condanna a più di tre anni, per furto e tentata estorsione, con fine pena il prossimo 2 novembre. Alle spalle avrebbe avuto anche altre segnalazioni per reati contro il patrimonio. Sempre da quanto emerso, l’11 settembre scorso le forze dell’ ordine erano già intervenute davanti all’ospedale di Prato perchè la ventiduenne avrebbe creato disturbo. Non è chiaro ancora il motivo che ha scatenato la lite, se una richiesta di elemosina o di cambio soldi da parte della giovane. Testimoni che si trovavano nell’ospedale avrebbero riferito alla squadra mobile di un litigio violento. Qualcuno avrebbe sentito poi pronunciare dalla vittima una frase come «Che fai con il coltello, lascia stare». Poi l’uomo, entrando dentro il pronto soccorso, avrebbe detto: «Mi hanno accoltellato». Il settantaduenne, insieme alla moglie, era andato ad accompagnare la suocera di 102 anni in ospedale. Sembra che ci fosse già stato una prima volta ieri sera, per poi tornare nella notte. La moglie era rimasta insieme alla madre in ospedale. L’uomo, quando è stato poi colpito, era appena uscito per tornare a casa. La squadra mobile è intervenuta dopo l’allarme dato dall’ ospedale, rintracciando nella struttura la stessa giovane arrestata. L’arma con cui è stato colpito l’anziano, un grosso coltello, sembra da cucina, è stato trovato nelle vicinanze dell’ingresso del pronto soccorso.
LA FAMIGLIA DELLA RAGAZZA - Dal Comune di Prato fanno sapere che la giovane, insieme ai fratelli e al genitore, sarebbe stata seguita fino ad alcuni anni fa dai servizi sociali. Poi, in seguito all’acquisto della casa e in considerazione del fatto che il nucleo familiare poteva mantenersi da solo, l’amministrazione avrebbe revocato gli aiuti. La giovane appartiene a un ramo di una grande famiglia rom insediatasi a Prato alla fine degli anni Sessanta, e che ha acquisito poi la cittadinanza italiana.
«SERVE PIU' VIGILANZA» - Il direttore generale dell’Asl di Prato, Bruno Cravedi, chiede una maggiore presenza delle forze dell’ordine all’interno dell’ospedale toscano dove è stato ucciso l'uomo. Cravedi sostiene che «c’era un impegno ad aumentare la vigilanza da parte degli organi di polizia, al quale non è per ora stato dato seguito». Secondo il dg potrebbe per esempio essere aumentata la presenza degli agenti all’interno del posto di polizia del pronto soccorso, attualmente aperto per 6 ore, di mattina. «Noi abbiamo provveduto ad aumentare la vigilanza interna, a potenziare la videosorveglianza con 15 nuove telecamere e a chiudere, nelle ore notturne, gli accessi secondari all’ospedale - rileva ancora Cravedi -. Non voglio però che quello di Prato diventi un ospedale blindato». Il questore di Prato Domenico Savi rileva che dovrebbe essere la stessa Asl a provvedere a «filtrare» gli ingressi negli orari notturni, in maniera tale da evitare che «chi non ha ragione di entrare frequenti l’area ospedaliera». Il questore ricorda anche che «il presidio di polizia è finalizzato all’attività di polizia giudiziaria» e non di vigilanza in senso stretto. Ciò detto, la questura è disponibile a raddoppiare il turno di presenza all’interno del presidio, in base però «a una politica regionale e non della sola Prato. Sono d’accordo che l’ospedale debba essere un luogo aperto - conclude il questore - In certe ore, però, serve un serio controllo sugli accessi». Savi ha anche rilevato che la pattuglia che controlla di notte il centro storico della città è in grado di intervenire in «60-90 secondi» per qualsiasi necessità all’ospedale.
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