Casini rassicura il Cavaliere
"Senza di te nessun governo"
di CARMELO LOPAPA
(che teneri)
ROMA - Uno accanto all'altro davanti alla tv, come ai vecchi tempi. Sullo schermo Napolitano che annuncia in diretta l'affidamento dell'incarico al presidente del Senato Marini. Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini si guardano, non si attendevano nulla di diverso. Proprio per quello si sono dati appuntamento alle 18, a passaggio acquisito, per ri-cominciare a parlare di futuro. Futuro insieme, come se non fosse successo niente.
L'ex presidente della Camera prova a sondare ancora il terreno. "Solo se ci sei tu potremmo accettare di discutere, vedere le carte, ma stai sicuro Silvio che senza Forza Italia nessuno di noi si farà tentare dalle sirene di Marini. Neanche se ci proponesse il sistema elettorale tedesco". Ultimo tentativo timido di capire se ci siano ancora i margini per quel "governo di pacificazione" di cui Casini va parlando da tempo. Col Cavaliere ci aveva provato poche ore prima anche Cossiga. "Per noi la partita è chiusa, non ci sono le condizioni, troppo tardi,
la gente vuole elezioni *" ha scandito senza tentennamenti Berlusconi.
* si lol infatti.. vedi sondaggio in questo topic
Dunque rieccoli insieme, Pier e Silvio. L'ex premier non ha ucciso il vitello grasso. "Al massimo potrei sacrificare un cappone" aveva ironizzato prima del fugace incontro del 17 gennaio. Neanche il cappone. Le divergenze sono acqua passata, non c'è tempo da perdere, ora c'è da concordare strategia e alleanza elettorale. Casini è venuto per garantire. Per dire che nel centrodestra ormai in campagna elettorale c'è anche lui. Il tasto dolente e fino a qualche tempo fa prioritario della leadership non lo ha nemmeno sfiorato, nei 45 minuti di faccia a faccia. Cesa e Buttiglione al suo fianco, un Gianni Letta da grandi occasioni, dall'altra parte.
Per Berlusconi, solo la conferma di quanto previsto negli ultimi giorni. "Casini è d'accordo con noi, è stato lui a volere quel comunicato congiunto. D'altronde, deve solo far vedere che tiene il punto sulle riforme per un po'. Sapete, ha qualche problema con il suo partito" ha ammiccato a fine incontro. Se non si andasse a votare subito - è la sua tesi - l'Udc potrebbe non reggere alle tensioni interne. E poi il Porcellum aiuta le segreterie a fare le liste a propria immagine, altri sistemi elettorali no.
Montecitorio, interno sera. Ecco, sulla location l'ex presidente della Camera si è impuntato. Ha preteso e ottenuto che l'incontro si tenesse non a Palazzo Grazioli, residenza romana del leader forzista, ma al gruppo di Forza Italia. Luogo istituzionale. Bilaterale, niente vertice della Cdl, per ora. Casini in effetti con quel comunicato di 11 righe tiene a modo suo il punto, rilancia le riforme costituzionali e l'apertura al centrosinistra, ma dopo, all'indomani delle politiche, semmai. A "Porta a porta", poche ore dopo, si spingerà oltre, sostenendo che "nella prossima legislatura bisognerà pensare che le presidenze delle due Camere vadano divise tra maggioranza e opposizione".
Proposta non casuale, che nel centrodestra in molti hanno letto come un "opportuno messaggio" al presidente Marini, quasi un invito a non perdere il ruolo super partes e una rassicurazione per il futuro. Con Berlusconi il leader centrista invece parla già di programma. Il Cavaliere gli accenna al suo piano in 10-12 punti con cui affrontare la campagna, dall'abolizione dell'Ici al giro di vite sulle "intercettazioni selvagge", alla giustizia. Casini qui frena: "Non condivido tutto, di quello parleremo in un'altra occasione". Perché una loro autonomia i centristi la manterranno, gli ha detto: "Il nostro obiettivo è e resta quello di rafforzare il centro, ma non certo con la Cosa bianca che interessa forse Baccini ma non noi".
(31 gennaio 2008)