14 ha scritto:14 ha scritto:columbia83 ha scritto:Dopo la puntata di Annozero di questa sera posso dire di essere orgoglioso veramente di aver votato De Magistris, anche se sulla gestione rifiuti si è un pò arrampicato sugli specchi.
E adesso Luigi De Magistris deve fare i conti con un "nemico pubblico" in più. Dopo le polemiche seguite alla sua candidatura alle prossime amministrative di Napoli (sia il Pd che Sel sembrano essere poco intenzionati a sostenerlo), l'ex togato è stato ieri raggiunto dalle "sciabolate" sferzate da Beppe Grillo.
Il comico genovese, dalle colonne del suo seguitissimo sito, ha infatti intonato un mea culpa, "scomunicando" il dipietrista che - a suo avviso - ha finito per cedere alle lusinghe della casta, dimenticando di onorare il patto stretto con gli elettori: "Di errori ne ho commessi molti e purtroppo ne commetterò altri - ha scritto Beppe Grillo - Uno dei più imbarazzanti è stato Luigi de Magistris, eurodeputato grazie (anche) ai voti del blog come indipendente che subito dopo si è iscritto per coerenza a un partito".
"Sulla sua attività europarlamentare - ha continuato il comico - tantissimi contavano, io per primo, per contrastare i fondi europei destinati alle mafie. In questi mesi è stato forse più presente sui giornali e in televisione che nei banchi di Bruxelles". Non solo: a indispettire Grillo sarebbe stata anche la scelta di De Magistris di avvalersi dell'immunità parlamentare per "difendersi" dalla querela per diffamazione presentata dall'ex Guardasigilli, Clemente Mastella. Una mossa che, secondo Grillo, avrebbe spento gli entusiasmi dei tanti sostenitori che credevano di aver trovato nell'ex magistrato l'espressione di una politica nuova, lontana dai privilegi concessi alla casta.
Dal canto suo, l'esponente dell'Idv ha tentato la controffensiva, rimproverando all'ex amico e supporter la mancanza di autonomia e di reale coraggio: "Sono allibito da quanto dice Grillo - ha dichiarato De Magistris - Lui non ha interesse che la politica cambi. E' evidente a tutti che l'attività di Grillo è in qualche modo guidata da ben noti gruppi imprenditoriali e della comunicazione che lavorano con lui. Sono dispiaciuto - ha insistito - perché è da tempo che Grillo ha deciso unilateralmente di rompere un rapporto di amicizia. Però adesso è andato manifestamente fuori dal seminato e rimango allibito da quello che dice".
Non c’era nessuna «cupola», nessun «comitato d’affari» di magistrati, politici, imprenditori e membri corrotti delle istituzioni che avrebbe gestito grosse operazioni economiche in Basilicata al fine di trarre un illecito vantaggio. Per Luigi De Magistris, che aveva costruito il castello accusatorio nell’ambito di un’inchiesta ribattezzata dalla stampa Toghe Lucane, è una sconfessione piena. Senza appello.
Un colpo durissimo alla credibilità di un ex magistrato prestato alla politica che, prima di essere eletto parlamentare (IdV), aveva posto sotto indagine nomi eccellenti della politica lucana come l’ex governatore lucano, ex sottosegretario del governo Prodi, Filippo Bubbico (Pd), l’ex membro del Csm, ex senatore di An, Nicola Luccico ma anche cinque suoi colleghi: l’ex procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, l’ex procuratore aggiunto Gaetano Bonomi, l’ex pm della dda (oggi al tribunale di Roma) Felicia Genovese, l’ex presidente del tribunale di Matera Iside Granese, il procuratore capo di Matera Giuseppe Chieco. Tutti accusati di reati gravissimi come corruzione, abuso d’ufficio, associazione per delinquere. Tutti usciti immacolati ma irrimiadibilmente colpiti nella loro reputazione.
L’impianto accusatorio di De Magistris non ha retto nemmeno l’urto dell’indagine preliminare. Persino il pm Vincenzo Capomolla, che aveva ereditato l’inchiesta, aveva chiesto l’archiviazione invece del rinvio a giudizio. Ma oggi, con trenta archiviazioni su trenta indagati disposti dal Gip di Catanzaro, si chiude un’inchiesta che aveva meritato titoli a caratteri cubitali sui giornali ma che allo stato dei fatti risulta essere una delle peggiori fotografie dello stato della nostra magistratura accusatoria. Per De Magistris, che ha scelto anche di candidarsi a sindaco di Napoli mettendo nei guai gli uomini del centrosinistra, è una sconfitta senza appello su cui sarebbe necessaria un’attenta autocritica.
Per sbloccare la candidatura del centro-sinistra a sindaco di Napoli aveva promesso la «mossa del cavallo», cioè un’idea vincente, un «nome autorevole e condiviso che avrebbe messo tutti d’accordo». «Invece, che delusione», hanno detto i più critici, «altro che cavallo, da Nichi nemmeno un timido nitrito».
LA SCELTA DI MORCONE. Nichi Vendola, governatore di Puglia e presidente di Sinistra e libertà , ha finito per affidare la decisione su Napoli al referendum fra gli iscritti, che per pochi voti hanno mollato il candidato che sembrava più congeniale, cioè l’ex magistrato Luigi De Magistris, optando per il prefetto scelto dal Pd, Mario Morcone.
Nessuna «mossa del cavallo», dunque, ma «banale appiattimento». «A decidere», hanno detto i militanti della minoranza di Sel, «sono stati ancora una volta i dirigenti vicini a Bassolino che si annidano fra le fila del nostro partito. Loro, grazie ai vecchi metodi stile democristiano, mantengono il controllo delle tessere, specie nella periferia orientale».
LA MEDIAZIONE PER LA CORSA ALLE PRIMARIE. Ma perchè questa scelta? A monte ci sarebbe la necessità , da parte del governatore di Puglia, di mantenere l’attuale buon rapporto col segretario Bersani in vista di eventuali primarie nazionali cui egli aspira a presentarsi nel ruolo di leader. Ma a far pendere la bilancia verso il Pd ci sarebbero anche motivazioni locali, politiche e no, condizionate dai “bassoliniani†in funzione dei grandi business e degli appetitosi appuntamenti che si profilano nei prossimi mesi: dall’acqua pubblica a Bagnoli, dai termovalorizzatori ai progetti per le periferie.
Guai a restarne fuori. Chi resta fuori, non conta. In tutti i sensi. E non manca chi nel partito ricorda con malizia che tra qualche giorno a Bari Nichi Vendola parteciperà a uno spettacolo al teatro Petruzzelli. E che in scena vestirà i panni di Masaniello, “capopolo e demagogoâ€.