columbia83 ha scritto:johnlord ha scritto:columbia83 ha scritto:Per quanto riguarda il comunismo, si tratta di un modello economicamente inefficiente che farebbe impallidire la teoria degli incentivi, e che permetterebbe alle persone (o agenti) di avere dei comportamenti che si definiscono di moral hazard che porterebbero ad un fallimento di mercato per una non corretta allocazione delle risorse.
Il mercato, per fallire, deve esserci.
In un economia "comunista" le scelte dei singoli non esistono, perlomeno relativamente all'allocazione delle risorse.
Giusto, dunque il fallimento è un parametro dato del modello comunista.
E' sterile teoria, però non è così.
Cioè, il fallimento di mercato esiste nel momento in cui tu riconosci al mercato capacità (in astratto) di portare ad una allocazione delle risorse perfetta.
In un modello comunista non esiste proprio il mercato, non esistono le scelte degli individui, non esiste il concetto di utilità , eccetera eccetera, quindi non è corretto parlare di fallimento.
Accettando il modello come corretto, in sostanza, si dà per scontato che l'allocazione delle risorse sia la migliore possibile, e soprattutto non sia modificabile.
Comunque è sterile teoria, mi ripeto.
Dobbiamo guardare a cosa non va del nostro modello attuale, non ai modelli del 1800.
"Bere significa massiccia ingestione di birra.
Whisky, gin, cocktail, tutto il resto non è che vanità"
James Herriot