da BASIK il sab nov 03, 2007 1:14 am
Leggete attentamente quest'articolo di Curzio Maltese, tratto dal Venerdì di Repubblica, numero 1023, del 26 ottobre 2007.
Tutti contro gli immigrati. Tranne i numeri
Com’era prevedibile, fra il «vaffanculo» e il «via gli immigrati» il passo linguistico è stato breve. Prima di arrivare al passo successivo, detto «dell’oca», forse bisognerà riflettere un poco sui problemi reali. Negli ultimi mesi è ricominciata sui media, tv, giornali, per non parlare dei siti e blog in Internet, una campagna di criminalizzazione degli immigrati. Non passa giorno, e nemmeno ora, senza che si abbia notizia di una violenza, un delitto, uno stupro, un investimento automobilistico, compiuti da un «marocchino», «rumeno» o genericamente un «extracomunitario».
Nel novembre scorso, l’Istat ha svolto una ricerca sulle violenze alle donne in Italia, la più ampia mai condotta nel nostro Paese, su richiesta del ministro delle Pari opportunità . Su cinquecento stupri compiuti o tentati sulle donne, il 24 per cento è stato commesso da un amico, il 20 dal marito o ex, il 17 dal fidanzato o ex, il 12 da un conoscente, vicino o collega e così via. Gli stupri commessi o tentati da estranei sono soltanto il 3,5 per cento. In questa esigua percentuale sono comprese le violenze compiute da stranieri, che tuttavia occupano l’ottanta o novanta per cento dell’informazione.
Ha suscitato enorme scandalo il caso del rom ubriaco che ha travolto e ucciso quattro adolescenti di Appignano del Tronto ed è stato condannato solo a sei anni e sei mesi (oggi peraltro è agli arresti domiciliari). Uno scandalo comprensibile. Ma si dovrebbe aggiungere che non si ha notizia di un italiano, fra migliaia di casi, che abbia passato più di una settimana in cella per lo stesso crimine.
Terzo esempio. Nelle carceri italiane, tornate ad affollarsi un anno dopo l’indulto (con buona pace del trasversale fronte di consensi), la percentuale di stranieri è salita al 36 per cento. La maggior parte dei quali è detenuta per reati di immigrazione, per i quali, legge alla mano, dovrebbero in realtà essere rimpatriati. Il tasso di delinquenza degli immigrati regolari, in compenso, rimane intorno allo 0,03 per cento, di molto inferiore a quello dei cittadini italiani,
Ogni volta che si ricordano queste cifre, si viene sommersi da e-mail di insulti, lettere anonime, attacchi da parte della stampa di destra. Segno che esiste nel Paese un’insofferenza verso gli stranieri, non motivata da problemi reali, di cui però bisogna tenere conto. I demagoghi ci speculano sopra, affari loro. I politici dovrebbero varare misure meno contraddittorie. I dati comunque sono questi, né di destra né di sinistra. La manipolazione o la censura dei dati hanno un colore politico, tendente al nero.