da Promentory1985 il mer mag 30, 2007 11:09 am
"(...)annuso in questi lettori moralisticamente scandalizzati la voglia di rivincita: dopo la manifestazione delle famiglie che ha di fatto liquidato le nozze gay, hanno voglia di colpire, di infangare, di vendicarsi con un bello «scandalo» della Chiesa.
Ed è proprio questo lo scopo della campagna, partita dalla BBC ma ben bene agitata in Italia: una campagna di screditamento, volta precipuamente contro Ratzinger.
Infatti la BBC dice, mentendo, che il documento segreto che «copre i delitti sessuali dei preti» è stato firmato da Ratzinger in quanto capo del Sant'Uffizio.
E' una menzogna.
Il documento è del 1962, quando al Sant'Uffizio non c'era Ratzinger, ma il cardinale Ottaviani.
E fu approvato da Giovanni XIII, il «Papa buono» della propaganda anticlericale di vario stampo (Pio XII era il «Papa cattivo»).
Il documento è stato in vigore fino al 2001, quando proprio Ratzinger lo ha sostituito.
E' la prima menzogna di un insieme di inesattezze non casuali, ma ispirate da uno spirito malvagio e falso.
Come la «segretezza» del documento.
La segretezza - o meglio riservatezza - è una costante dei processi canonici: evidentemente ci scandalizziamo perché noi siamo troppo abituati a giudici laici che spifferano ai giornali notizie riservate d'indagini non concluse, che distruggono reputazioni di innocenti prima che siano giudicati.
Ma i tribunali ecclesiastici non spifferano, e ciò è giusto.
La Chiesa ha a cuore, in faccende di così tragica delicatezza come il «crimen sollicitationis» (delitto di provocazione a cose turpi) la reputazione di tutte le parti, vittime dei presunti abusi, oppure gli imputati, che possono essere accusati falsamente.
Che la segretezza non sia imposta per insabbiare scandali, lo dimostra il paragrafo 15 del documento: che obbliga chi venga a conoscenza di abusi sessuali commessi con il pretesto e durante la confessione, a denunciarli.
E' un obbligo grave, per la violazione del quale viene ingiunta la scomunica.
Inoltre la segretezza riguarda il procedimento di diritto canonico, ma non vieta al vescovo, se lo ritenga, di riferire all'autorità giudiziaria laica.
Il documentario della BBC è del settembre 2006.
Arriva in Italia un anno dopo, con doppiaggio nella nostra lingua eseguito dalla redazione di «Bispensiero», un sito internet di ispirazione radicale.
Naturalmente Santoro e Mentana se lo strappano di mano, vogliosi di mostrare gli «scandali» di una Chiesa che ha condannato i matrimoni tra omosessuali.
E' evidente il movente.
Sono evidenti i mandanti.
Ed è insopportabile la domanda melliflua: «Cristo, se fosse fra noi, approverebbe o condannerebbe il 'crimen sollicitationis'?».
Evidentemente l'ipocrita scandalizzato frequenta poco il Vangelo.
Cristo ha parlato: meglio per chi fa certe cose contro questi piccoli, che si metta al collo una macina da mulino… il che non significa che ingiunga di affidarlo a un Caselli o a quel giudice che nutre i giornalisti con le storiacce sulle veline, o a qualunque procuratore abituato a violare il segreto istruttorio.
La dannazione eterna, dalle nostre parti di cristiani, basta e avanza.
Scandalizzatevi, moralisti sporcaccioni.
Ridacchiate del nostro dolore e della nostra umiliazione; perché questa umiliazione è «nostra» anche se non siamo pedofili, perché anche noi cadiamo continuamente.
Perché proprio chi prende strade difficili può cadere, ciò che a voi non accade mai.
Voi della strada larga, che porta alla perdizione.
Un credente non si scandalizza.
Non può, perché può dire di sé quello che disse Amleto: «Io sono un uomo mediamente onesto, eppure potrei accusarmi di cose tali che mia madre avrebbe fatto meglio a non mettermi al mondo. Ho più peccati sottomano che pensieri in cui versarli».
Io posso dirlo di me stesso, specie in fatto di cadute e di lussuria.
Prudente, come consigliò Gesù, non lancerò la prima pietra, sperando nel perdono che non merito.
Un credente sa che, fra i primi dodici cristiani, ce n'era già uno che tradì Cristo: una bella percentuale, circa l'8%.
Nessuno scandalo ripugnante, nessun prete indegno - soprattutto - potrà mai costituire un argomento contro la nostra fede.
La nostra fede è in Colui che ha accettato la croce per salvarci, e che ora ci si dona come Pane e Vino.
Questo ci nutre e ci rende sempre più forti, nonostante le debolezze e le cadute.
Perché non è la nostra forza (inesistente), ma la Sua a sostenerci.
Io non ho mai taciuto le magagne e le derive della Chiesa, e continuerò a non tacerle, convinto di compiere un dovere di credente.
Ma non mi unirò mai allo «scandalo» degli ipocriti.
Anzi queste cose private, se pur mi addolorano, in fondo non mi colpiscono più di tanto.
Sono purtroppo prevedibili.
E sono in parte colpa mia e nostra, di noi credenti «mediamente onesti»: non abbiamo pregato abbastanza per i nostri preti.
Che ci danno il Pane, qualcosa per cui non li ripaghiamo abbastanza con la nostra gratitudine.
Io - e spero di poter dire «noi» - sto con i miei preti, i miei preti oggi tutti quanti umiliati e sospettati, la mia Chiesa dispensatrice di grazia che si vuol gettare nel fango in questo modo. "
firmato, Maurizio Blondet, come al solito preciso, inattaccabile e scomodo