da koner il mar set 27, 2005 2:39 pm
Articoli / Modernismo e Brit-Pop
Data: 22 Feb 2005 - 00:33
La primavera del 1994 può a ragione essere presa come inizio del fenomeno che sarà etichettato dai media e dal mercato musicale come British-Pop, infatti se il 5 Aprile 1994 Curt Cobain dei Nirvana muore suicida nella sua casa di Seattle con un colpo di pistola alla testa, la primavera dello stesso anno vede la scalata delle classifiche inglesi di Supersonic, nuovo singolo degli Oasis.
La notizia della morte di Cobain mi lascio quasi indifferente se non compiaciuto, visto che i Nirvana all’epoca erano, nella mia particolare visione del mondo, la nemesi del modernismo e di tutto quello che consideravo cool. Erano rumorosi, sgraziati, sciatti e, cosa peggiore ed imperdonabile, amati e idolatrati dai miei coetaneiMi consideravo già un mod (e da circa 5 anni! N.d.R.) e con l’usuale attitudine Mod snobbavo tutto quello non fosse stato scritto, suonato e inciso nei Sixties, perfino una merda dei sessanta, sarebbe stata per me accettabile, tanta era il mio desiderio di essere mod al 100%. La mia musica erano i Kinks, i Creation, gli Smoke, i Sonics tutti eroi leggendari del mio modernismo privato, conosciuti e apprezzato solo dagli eletti: i Mods.
Erano i primi giorni di settembre del 1994 e alla vigilia dei un viaggio a Londra, a seguito di un bombardamento mediatico ad opera di Video Mucic (allora non c’era ancora MTV, N.d.R.) mi intrigai per una canzoncina pop elettrificata trasmessa a rotazione dall’emittente musicale. Era Supersonic degli Oasis, non erano certamente sixties e non li avevo mai sentiti prima.Partimmo per Londra e arrivati a Piccadilly Circus scoprimmo che era proprio la settimana d’uscita dell’album Definitely Maybe degli Oasis così detto fatto: 10 pounds e 99 e via.
Il week-end londinese ci portò al Blow Up Club (si avete capito proprio quello delle compilation, N.d.R.) un locale vicino a Candem, il pubblico, erano o sembravano in maggioranza Mod,si distribuiva sui due piani del club. Le canzoni degli Oasis e dei Blur venivano suonate insieme ai Rolling Stone, ai Kinks e ai Prisoners, con una vivace risposta del pubblico, mi spiace non ricordare di più, a parte una biondina con capelli a caschetto davvero niente male…
Al club incontrai anche Rob un giovane D.J. inglese, conosciuto al mousetrap l’anno prima, venuto al club a promuovere una delle sue serate Mod londinesi...
Tornato dalla capitale britannica il mio approccio alle nuove sonorità degli Oasis e dei Blur risultava cambiato, più interessato, più coinvolto.All’epoca non ero più un teenager da qualche anno e frequentavo per motivi di studio l’ateneo di Bologna, questo allargò ancora di più i mie orizzonti musicali e un indimenticabile e concerto dei These Animal Men al Covo fu come altra buttare benzina sul fuoco del mio desiderio di saperne di più.
Un concerto indimenticabile e non occorre precisare che il giorno seguente possedevo già l’ultimo disco del gruppo.
Ricordo che in quell’anno uscirono album eccezionali come Parklife dei Blur, Second Coming degli Stone Roses, Dogman Star dei Suede, Everybody Got One degli Echobelly, Change Giver degli Shed Seven, Wildwoods di Paul Weller, (Come On Join) the High Society dei These Animal Men, Give Out But Don’t Give Up dei Primal Scream, Homegrown dei Dodgy, Mornington Crescent dei My Life Story, solo per citarne alcuni dei miei preferiti…oltre a We Are delle Shampoo piccolo gioiellino trash.A Natale esce il singolo Whatever degli Oasis e il genere guadagna il Mainstream, a me l’uso degli archi ricorda i Creation, non a caso il mio gruppo preferito, è il punto di non ritorno.
Il 1995 vede infatti l’esplosione del fenomeno: New Musical Express e Melody Maker sono gli artefici principali della massificazione del British Pop o nella forma contratta Brit Pop e della famosa quanto discussa diatriba Blur - Oasis.
Cominciò così tra le mattine e i pomeriggi passati a preparare gli esami sintonizzato su video music, aspettando un video di qualche gruppo inglese ancora sconosciuto e la processione due volte alla settimana al Disco D’oro per l’arrivo delle novità direttamente dall’Inghilterra. E poi tutti i giovedì ci si ritrova al Covo, per la serata Brit con D.J.s Federico Ferrari & Max.Una felpa dell’Adidas acquistata su un banco dell’usato al mercato o presa in prestito dall’armadio del babbo e un paio di Clark, perché sono sempre un Mod.
La mia collezione intanto si arricchiva di Album clamorosi come I Shoud Coco dei Supergrass, l’omonimo degli Elastica e di Duffy, The Great Escare dei Blur, Wake Up! dei Boo Radleys, Nuisance dei Menswear, Smart degli Sleeper, All Change dei Cast, l’omonimo dei Charlathans, Different Class dei Pulp, It’s Great When You’re Streight dei Black Grape, Olimpian dei Gene, Lux dei Thurman, Stanley Road di Paul Weller, Gorgeus Gorge di Edwin Collins, la raccolta degli Stereolab - Refried Ectoplasm con il killer French Disco e ovviamente il secondo capitolo della discografia Oasis: What’s The Story Morning Glory.
In pochi, mesi questo oscuro gruppo inglese sarebbe diventato la più famosa Rock Band mondiale contemporanea e il suo album d’esordio venderà qualcosa come 18 milioni di copie. Il successo degli Oasis aprì la strada ad una miriade di gruppi inglesi dei quali, nella maggioranza dei casi, ora non rimane che un tiepido ricordo, qualche singolo o al più un album.Agli Oasis va riconosciuto il merito non solo di aver elevato la musica alternativa da Underground a Mainstream ma bensì quello di aver riportato in auge dopo decenni di letargo il Rock britannico.Ad un esame più attento infatti nel brit-pop confluiscono tutte le influenze, e gli aspetti della musica inglese, partendo dai Beatles (e come non citarli), ma anche dal suono pastorale dei Kinks tardo 60, dal movimento Mod (Who e Small Faces), dal Glam dei 70 (David Bowie, T. Rex, Roxie Music), dal Punk e dalla Wave (the Jam, The Buzzcocks, Wire, Madness, XTC, Squeeze, Elvis Costello), dal guitar-pop degli Smith. A parte queste influenze è indubbio che le sue immediate radici affondano invece nella scena di Madchester, in cui ritroviamo già l’attitudine lo stile negli Stone Roses e nei Charlathans oltre che nei Blur, Suede, Ride, Inspiral Carpets e La’s, solo per citarne alcuni.
A 10 anni di distanza non posso che ripensare a qui giorni con affetto e un po’ di nostalgia, qualcosa stava effettivamente cambiando e noi, allora (più) giovani ne eravamo parte, forse un po’ come negli anni sessanta :-)