Vecchia recensione di HC
Inviato: lun set 20, 2004 10:15 am
Oasis
Heathen CHEMISTRY
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Recensione
Accolti nello stardom musicale nel 1994, i mancuniani Oasis sono divenuti negli anni, i musicisti più famosi e acclamati dell'ultima decade britannica. Insieme ai coetanei Blur e Suede, sono stati altresì responsabili del ritorno del guitar pop in cima alle classifiche. I discussi e controversi fratelli Gallagher hanno attinto a piene mani per la loro miscela di successo, dalle melodie "beatlesiane", dalla originale struttura lirica dei brani di Kinks e Jam (Paul Weller viene da sempre riconosciuto come il padre putativo del brit pop) e dalla ribellione/arroganza tanto cara ai grandi Stone Roses di Ian Brown (look e broncio del quale Liam Gallagher sembra essersi appropriato ormai da tempo). Noel Gallagher è il principale songwriter degli Oasis, inutile sottolineare la capacità in passato di scrivere anthem e odi d'amore indimenticabili, ma il chitarrista sembra però aver ormai dato tutto. Già col precedente ambizioso "Standing On The Shoulder Of Giants" infatti, c'erano state le avvisaglie di un impoverimento di idee, a causa dell'eccessivo edonismo artistico di Liam, controbilanciato dall'architettura un po' "nerd" dei brani buttati giù da Noel. Passati due anni gli Oasis sembrano ridestarsi da quel passo falso, andando a realizzare un disco senza dubbio più fresco e sui canoni musicali che li hanno resi famosi in passato. "Heathen Chemistry" è anticipato da due singoli accattivanti, il primo "The Hindu Times" sembra la trasfigurazione dell'appeal che avevano i seminali T-Rex mentre il secondo "Stop Crying Your Heart Out" è una ballata senza compromessi, alla quale è difficile resistere. Deludono "Little By Little" e "(Probably) All In The Mind" fiacche e già sentite, mentre "Songbird" (brano scritto da Liam) è ovviamente un omaggio alla beatlesiana "Blackbird". Piace la drammaticità e l'evoluzione in crescendo di "Born On A Different Cloud" ed il resto dei brani che ben si amalgamano in un insieme, ottimamente congeniato e prodotto. I fasti del grande debutto "Definitely Maybe" sono solo un ricordo, ma gli Oasis pur tra mille traversìe (vere o false che siano) rimangono ancora la band britannica di maggior successo... e magari un motivo ci sarà .
fonte: CDFLASH.COM
Heathen CHEMISTRY
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Recensione
Accolti nello stardom musicale nel 1994, i mancuniani Oasis sono divenuti negli anni, i musicisti più famosi e acclamati dell'ultima decade britannica. Insieme ai coetanei Blur e Suede, sono stati altresì responsabili del ritorno del guitar pop in cima alle classifiche. I discussi e controversi fratelli Gallagher hanno attinto a piene mani per la loro miscela di successo, dalle melodie "beatlesiane", dalla originale struttura lirica dei brani di Kinks e Jam (Paul Weller viene da sempre riconosciuto come il padre putativo del brit pop) e dalla ribellione/arroganza tanto cara ai grandi Stone Roses di Ian Brown (look e broncio del quale Liam Gallagher sembra essersi appropriato ormai da tempo). Noel Gallagher è il principale songwriter degli Oasis, inutile sottolineare la capacità in passato di scrivere anthem e odi d'amore indimenticabili, ma il chitarrista sembra però aver ormai dato tutto. Già col precedente ambizioso "Standing On The Shoulder Of Giants" infatti, c'erano state le avvisaglie di un impoverimento di idee, a causa dell'eccessivo edonismo artistico di Liam, controbilanciato dall'architettura un po' "nerd" dei brani buttati giù da Noel. Passati due anni gli Oasis sembrano ridestarsi da quel passo falso, andando a realizzare un disco senza dubbio più fresco e sui canoni musicali che li hanno resi famosi in passato. "Heathen Chemistry" è anticipato da due singoli accattivanti, il primo "The Hindu Times" sembra la trasfigurazione dell'appeal che avevano i seminali T-Rex mentre il secondo "Stop Crying Your Heart Out" è una ballata senza compromessi, alla quale è difficile resistere. Deludono "Little By Little" e "(Probably) All In The Mind" fiacche e già sentite, mentre "Songbird" (brano scritto da Liam) è ovviamente un omaggio alla beatlesiana "Blackbird". Piace la drammaticità e l'evoluzione in crescendo di "Born On A Different Cloud" ed il resto dei brani che ben si amalgamano in un insieme, ottimamente congeniato e prodotto. I fasti del grande debutto "Definitely Maybe" sono solo un ricordo, ma gli Oasis pur tra mille traversìe (vere o false che siano) rimangono ancora la band britannica di maggior successo... e magari un motivo ci sarà .
fonte: CDFLASH.COM