Senza titolo e folle, è il film dei Chili Peppers
Come partire dalla controcultura hippie-surf dei piccoli club musicali californiani, a suon di tatuaggi e funk rock, e diventare una delle più importanti band degli ultimi 20 anni. Si potrebbe parafrasare così la parabola dei Red Hot Chili Peppers. Quando in troppi li davano per bolliti, Flea, Kiedis e soci sono riusciti a confezionare un doppio capolavoro come Stadium Arcadium, capace di raggiungere gli otto milioni di copie vendute. Ora la band si celebra a suo modo nel film Untitled Documentary.
Come comparse qualsiasi - Una delle sequenze più esilaranti del film è quella in cui il regista David Hausen esamina i candidati per inserirli nel cast del suo film. Come sempre in questi casi, in fila si vede di tutto: pettinature strampalate, autentici "scherzi della natura", personaggi assurdi in cerca di gloria. Ma a sorpresa, in mezzo a loro ecco i veri Red Hot Chili Peppers che fingono di essere gente qualunque. Altrettanto esilaranti i travestimenti e gli scherzi dietro le quinte del video per il fortunato singolo Dani California, o la proposta del comico e regista ti di colore Chris Rock che "impone" ai Peppers di essere gli unici bianchi in un mare di neri nel video del delirante Hump The Bump.
Nessun sogno da rockstar - Nel film, tra le prove per un concerto e momenti di straordinaria vita quotidiana da rockstar, i Red Hot Chili Peppers raccontano i loro sogni di gioventù. Che, sorprendentemente, non avevano niente a che fare con la fama e il successo nella musica. Il bassista Flea, amante degli animali, voleva fare il veterinario, il cantante Anthony Kiedis provò a sfondare come attore con esiti disastrosi. Il chitarrista Frusciante vuole semplicemente proseguire nel cammino per trovare se stesso. Non pervenuto il nerboruto batterista Chad Smith.