Gruppo fantastico.
Sono molto simili ai Libertines.
Ho trovato una piccola biografia..
Dev'esserci una specie di aura protettiva attorno ai The Fratellis che li salva anche dalle peggiori figuracce. Prendete questa "Henrietta": il limite tra divertimento e cattivo gusto pericolosamente sfiorato da "Creeping Up The Backstairs" è definitivamente travolto, la tamarraggine regna sovrana come nemmeno in un disco di Piero Pelù, c'è una rima tra "cola" e "gondola" (con l'accento sulla seconda "o") che sinora la storia del Rock aveva accuratamente e con ragione evitato, e persino la copertina lascia a desiderara. Eppure boh, quei continui stop and go, i fiati oh so kitsch, i temi ska e power-pop e l'aria di essere una versione gonfiata a steroidi di "Country House" dei Blur (che già tanto naturale non era di suo) la rendono un altro inspiegabile successo. Forse perché i Fratellis sono persino meno pretenziosi degli Art Brut, annullando ogni briciola di cerebralità dai loro pezzi e accontentandosi di bruciarli nello spazio di pochi minuti, oppure più semplicemente perché sono il segnale che le "rock bands" che proliferano in terra Inglese stanno per cominciare a fagocitare se stesse.
Tornando a noi, a tratti sembra di risentire la felice incoscienza dei Supergrass di "I Should Coco", un punto di riferimento certo più valido dei Libertines e chissà quanto votato al successo commerciale che Island si aspetta dai tre scozzesi.
Personalmente sono sicuro di aver trovato la mia canzone dell'estate. Così tanto che per una volta non mi interessa più di tanto dire che la b-side è more of the same ("Cigarello", da tempo sul sito della band in forma di demo). Andate e consumate, io già mi metto in attesa del prossimo capitolo.
http://www.thefratellis.com