Frequency
Baustelle: mistici, spietati, snob, corsari dell'Occidente
Il quinto album della band toscana arriva a due anni dal grande successo di Amen
Incontriamo i Baustelle – Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi, Claudio Brasini – nella Libreria del Cinema di Trastevere, a Roma, cornice ideale per una band che spesso proietta le sue immagini costruendoci intorno colonne sonore, più che canzoni. Su uno scaffale campeggia un volume dedicato all'icona western Clint Eastwood, con cui i Baustelle di oggi condividono il titolo Gli spietati – primo singolo del nuovo album I mistici dell'Occidente, in uscita il 26 marzo – e alcune atmosfere tipicamente morriconiane.
La produzione
Francesco Bianconi: Figuro per la prima volta come produttore, insieme a Pat McCarthy (già con R.E.M., Waterboys, U2, ndr), ma non è stato molto diverso dagli altri dischi, in cui sono sempre stato la persona che si occupava di mettere insieme un po' tutto il lavoro. Il punto di vista angloamericano ci serviva perché volevamo ottenere un suono più dinamico e aperto, meno compresso rispetto al precedente Amen. L'obiettivo era un disco ben collocabile, italiano, di colore un po' folk rock anni '60, un po' colonna sonora spaghetti western, con fischi, schiamazzi, botti, marranzani, campane tubulari... L'idea folle dei nostri mistici dell'Occidente lega bene con questi suoni, perché ce li immaginiamo proprio come un gruppo di rivoluzionari messicani un po' alterati, stile Gian Maria Volonté.
Claudio Brasini: In pratica con meno strumenti, ma valorizzando le dinamiche, abbiamo ottenuto la stessa ricchezza che in Amen era data da una valanga di strumenti usati tutti insieme.
I testi
FB: Sono più intimisti, perché rispetto ad Amen facciamo un passo in più: là c'era la constatazione di uno stato delle cose esterno, qui c'è anche la reazione interna: provare a pensare come se fossimo dei mistici, non tanto in senso religioso, non possiamo diventare tutti San Francesco, ma con lo stesso distacco e disprezzo della realtà come ci viene imposta. Questo mondo – la fica, i soldi e, per la musica, fare solo le cover di Loredana Berté – non è l'unico possibile, ce n'è a portata uno migliore. Per il resto poi sono stato molto meno citazionista nei testi, più sincero, con meno giochetti e “baustellismiâ€.
Le voci
FB: McCarthy è un perfezionista, ma qualche voce è rimasta la stessa dei provini registrati a casa, con microfonaccio. In questo ha ragione: con la tecnologia di oggi puoi registrare da solo cose anche di qualità elevata, e rispetto allo studio non sei in una cabina, con altre persone davanti, per cui puoi rilassarti e dare più spazio all'emozione. Rachele forse ha cantato un po' di meno, ma tende a cantare le cose che scrive lei, musicalmente, e stavolta ha scritto meno.
Claudio Brasini: C'è stata anche un po' una scelta di limitare al massimo la soluzione dei duetti, proprio perché volevamo meno “fronzoliâ€, tra virgolette, e un disco più diretto.
Talent show
FB: Paradossalmente questi programmi dovrebbero portare lavoro anche ai nuovi potenziali autori, oltre al proliferare di interpreti. Non li guardo perché mi annoiano, ma non ci trovo niente di male. Il problema semmai è quando l'offerta diventa monotematica. Il ragazzino oggi non pensa più “formo una band punk perché sono incazzato come una scimmiaâ€, ma “voglio andare in tv a cantare Tiziano Ferroâ€. Ci vogliono alternative, altrimenti è triste.
Sanremo
FB: Ma anche no. Uno: non mi piace la gara. Due: non mi piacciono le trasmissioni televisive brutte. Tre: se ne può fare anche a meno, non mi sembra neanche che abbia più questo grande impatto promozionale. Quest'anno ero presente come autore de La cometa di Halley di Irene Grandi, e mi sta bene se sono riconoscibile anche attraverso la sua voce: succedeva a volte con Battiato e Alice, o con Fossati e la Mannoia.
EsportabilitÃ
FB: Ė vero che gruppi come gli Afterhours stanno provando a uscire all'estero. Loro però utilizzano da sempre forme armoniche molto più legate al rock americano, musicalmente parlando anche tendenti al blues, e forse è più naturale pensare a una trasposizione in inglese. Per i Baustelle sarebbe diverso, siamo meno puramente rock, molto più legati a forme melodiche italiane, per cui avrebbe poco senso.
Il mare
FB: Tutti i pezzi sono stati scritti a luglio, in una casa al mare. Il programma era: sveglia al mattino alle otto e mezza, lavoro dalle nove fino alle quattro del pomeriggio, poi bagno. Ecco perché ricorrono tante immagini di mare, L'estate enigmistica direi che è proprio una “instant song†legata al momento.
Yanez
FB: Non ho citato tanto l'eroe letterario, ma quello dello sceneggiato televisivo Sandokan. Una volta, da piccolo, ero in piazzetta a Montepulciano a giocare a pallone con gli amici, d'estate. A un certo punto arriva un maggiolino bianco che parcheggia proprio lì. Prima ne scende una signora che entra in un maglificio, dopo qualche minuto si apre l'altro sportello e scende lui, Philippe Leroy, che si mette a vedere la nostra partita. Uno di noi lo riconosce e gli urla proprio "Yaneeez!". Conservo ancora il suo autografo a casa.
I Baustelle presenteranno il nuovo album con tre concerti speciali, accompagnati dai 20 elementi dell'Orchestra dei Mistici dell'Occidente:
— 17 aprile a Roma, Atlantico — Viale dell’Oceano Atlantico, 271
— 19 aprile a Milano, Alcatraz — Via Valtellina, 21
— 27 aprile a Firenze, Saschall — Via Fabrizio De André
Inoltre incontreranno i fan nelle Fnac delle principali città italiane: 26 marzo a Milano, 27 a Torino e Genova, 28 a Roma, 29 a Napoli, 30 marzo a Verona.