Intervista ai MANDO DIAO
di Alessia Marchioro
Venerdì 15 settembre 2006.
Sciopero dei mezzi e acqua a secchiate.
Questa giornata milanese non poteva iniziare meglio.
Mi consolo, è venerdì, e sta per iniziare un weekend che a posteriori ricorderò a lungo...
Comunque.
Esco di casa e in meno di dieci minuti sono già a Porta Ticinese con la bici, e poi su, lungo via Torino, piazza Duomo, uno sguardo furtivo alle vetrine di H&M, san Babila 3, sede della EMI.
Nel tragitto tre flashbacks.
1. Di quella volta nella mia micro cucina gialla a Berlino, inverno, freddo, ascoltavo l'inseparabile radio eins, fonte di insegnamento e di compagnia, e si parlava dei Mando Diao, e si ascoltava You Can't Steal My Love.
2. Di quella volta che sempre a Berlino, in uno dei miei locali preferiti (aka Magnet) sento You Can't Steal My Love e vedo che tutti si abbandonano alla musica e la cantano a squarciagola.
3. Di quella volta che era mezzanotte ed era il mio compleanno, e un caro amico decide di farmi un regalo, ti metto io il primo pezzo del tuo nuovo 25esimo anno, io sì sì metti metti, e lui mette... You Can't Steal My Love.
4. Di quella volta che io e un'altra grande stimatrice della band siamo finite rovinosamente per terra a capodanno per ballare... sì sì bravi, You Can't Steal My Love. E ci siamo fatte malissimo tipo.
E niente, non è passato neanche un anno da quel compleanno, ancora meno dal capodanno col sedere per terra, e io mi ritroverò i ragazzini svedesi davanti agli occhi, seduti ad un tavolo che aspettano le mie domande. Le mie domande intelligenti, possibilmente.
Quanto basta per arrivare con un pelo di tachicardia, solo un pelo.
E ok che non ho più l'età , e ok che dovrei essere professionale ma io sono emotiva e sono molto legata alla musica in generale. E a questo gruppo in particolare.
Per chi non ne sapesse molto, i Mandos in breve.
Nascono da una costola dei BUTLER a Borlange, Svezia, nella seconda metà degli anni 90, e tra cambi di componenti e vicissitudini varie, arrivano a pubblicare il loro primo album nel 2002, Bring'em In.
Gustaf Norén (guitar, vocals), Björn Dixgård (guitar, vocals), Carl-Johan Fogelklou (bass), Mats Björke (keyboards), Samuel Gers (drums) attirano l'attenzione della critica non perché propongono qualcosa di nuovo e diverso, anzi, proprio perché il loro stile richiama gli anni 60 del beat e del rock and roll, e i ritornelli orecchiabili alla Kinks, Beatles e compagnia. Per molti un successo circoscritto, i ragazzi di Borlange ritornano nel 2004 con il secondo album, Hurricane Bar, in cui riconfermano quanto detto prima, aggiungendo un approccio più punk ma anche più concentrato e maturo.
Un disco di 16 pezzi, tutti potenziali singoli.
E chi li credeva successo circoscritto ha cambiato un po' idea.
Settembre 2006, Ode to Ochrasy arriva scortato critiche che in parte ne sottolineano la poca passione rispetto ai precedenti, e in parte ne riconfermano lo stile e la genuinità .
A voi l'ardua sentenza.
Intanto, io ho chiaccherato con Gustaf e Samuel... e questo è il resoconto.
Si dice che nei primi due dischi l'influenza sia stata quella della musica degli anni 60, il rock, il beat e il garage. In Ode to Ochrasy, il vostro ultimo lavoro, proseguite sulla stessa strada o sono riconoscibili influenze nuove e diverse?
Gustav - Nei primi due album c'è un chiaro riferimento alla musica anni 60, perché in quel momento e precedentemente, quando eravamo teenagers, ascoltavamo molta musica di quel periodo. Ma ci siamo un po' stancati della musica rock, la suoniamo e ne ascoltiamo in continuazione quando siamo in tour perché incontriamo rock bands ovunque andiamo. Adesso ascoltiamo più hip hop o jazz, o comunque altri stili... così credo che quest'album sia più ispirato a delle cose che ci sono successe, alle persone che abbiamo conosciuto in tour.
Allora che playlist possiamo trovare sul vostro ipod?
Gustav - Non ce l'ho io l'ipod! [ride] Recentemente ho ascoltato molto Chat Baker e Warren G e il Wu Tang Klan...Cose davvero diverse, ma che a modo loro ti ispirano.
Ochrasy è questo luogo immaginario, creato nei momenti dopo i concerti, durante gli aftershows, momenti in cui avete incontrato tantissime persone, anche molto strane. E' un'immagine affascinante, molto "rock" se permettete...
Ma nei testi delle vostre canzoni ritroviamo demons (Amsterdam), lost people (Josephine, Good Morning, Herr Hearst), lustful life (Tony Zoulias), fights and loneliness (Tv&Me)...e allora l'immagine cambia, ha un aspetto quasi inquietante...
Samuel - Sono persone che abbiamo incontrato in tour e sono storie che ci sono state raccontate e che ci hanno ispirato.
Gustav - E' una specie di documentario narrato...
Samuel - Girando il mondo ti accorgi proprio di quanta diversità esiste, ed è possibile raccontare tantissime storie prendendo spunto proprio da queste persone con vite così diverse...E a volte le storie sono tristi e brutte... Ma è la realtà che a volte è proprio così.
E in Ochrasy invece cantate "And I am dreaming 'bout times, times that are gone, when i lived alone in my own world called Ochrasy, that place was everything to me"...
Gustav - Si, Ode to Ochrasy può anche essere sinonimo di "daydreaming", come quando te ne stai da solo e ti guardi la tv, ma ti metti a sognare e a fantasticare, e a un certo punto non vedi più la tv, né la senti, sei semplicemente da un'altra parte. Penso che succeda a tutti di voler estraniarsi dalla realtà a volte...
Samuel - E' proprio un modo per sfuggire alla realtà quando è troppo noiosa o brutta.
Gustav - E' come quando vai a scuola e c'è una materia noiosa e un insegnante noioso. E allora te ne stai seduto lì ma pensi a qualcos'altro di più bello...
Ma essere in tour può essere davvero così...alienante?
Gustav - Magari sei sull'aereo e ti sei dimenticato...l'ipod (sorride) e allora sei lì che pensi, e cominci a viaggiare col pensiero...ecco quando vado ad Ochrasy. (ride).
Vi manca la vostra vita a Borlange prima del successo?
All'unisono - NO.
Samuel - ci pensiamo, certo, e forse ci manca solo il fatto di non essere più adolescenti, di non aver più quel tempo in cui potevi pensare solo a te stesso e alle tue cose. E anche se avevi delle preoccupazioni... Ci si divertiva molto, tutto era nuovo, tutto era diverso. Poi si cresce, e certe cose non sanno più di nuovo, e poi bisogna cominciare a prendersi le proprie responsabilità ... Sono contento della mia vita adesso. Quando penso agli amici di quel tempo poi, anche se li incontro non è la stessa cosa. E si finisce sempre per parlare di quando si andava a scuola perché ormai in comune si ha solo quello.
Anche se ultimamente vi rilassate con stili musicali diversi, che cosa ne pensate della rock scene attuale europea?
Samuel - Beh è una cosa positiva che questa scene ci sia, un sacco di porte si sono aperte per noi e per molte altre bands quando sono arrivati gli Strokes o gli Hives. Anche se tutte le bands si vanno addosso per raggiungere lo stesso obiettivo, e davvero, c'è talmente tanta musica brutta, fatta da gente a cui interessano solo i soldi. E poi ci sono persone che invece la musica la fanno bene, ma sono comunque sfruttati dal mercato, crescono rapidamente e spariscono ancora più in fretta.
In Germania siete famosissimi. E' lì che vi ho sentiti per la prima volta... E in Germania fate un sacco di date. Ma cosa aspettate a venire qui da noi in Italia???
(ridono)
Samuel - Verremo verremo...ma non possiamo dire quando...ci sono talmente tanti paesi dove dobbiamo andare.
Gustaf - Siamo completamente occupati fino a dicembre... alcune date in Europa, Giappone...
Samuel - A dicembre andiamo in Inghilterra con i Dirty Pretty Things. Comunque in Germania abbiamo un audience molto grande, e suonare nei festival tedeschi ci dà sempre molta soddisfazione. Suoniamo negli stessi posti dove suonano davvero le grandi bands...e ci sembra sempre assurdo trovarci lì!
Pensate che la dimensione live sia la migliore per conoscervi?
Samuel - Beh ci sono due modi per conoscerci se non ci hai mai ascoltati. Venire al concerto e comprare l'album. Oppure comprare l'album e venire al concerto.
... (?)
Samuel - Farsi coinvolgere dalla musica già con l'ascolto dell'album oppure assaporare tutto live e approfondire la conoscenza dopo.
Gustaf - oppure scaricare l'album da internet, venire al concerto e poi comprare il cd. (ridono entrambi, io un po' meno)
Long Before Rock & Roll è un singolo davvero catchy... Quale sarà il secondo?
Gustaf - Abbiamo già girato due video. Credo che per la Germania, l'Austria e la Svizzera sarà Good Morning, Herr Horst, mentre per Giappone e Svezia sarà Tv & Me...credo che anche per l'Italia sarà così.
Samuel - E' un video davvero figo.
Qual'è infece la canzone che vi piace di più del vostro nuovo album?
Samuel - Cambia... ma adesso per me sicuramente Good Morning Herr Horst.
Suonarla live è fantastico. La prima volta che l'abbiamo fatta in Germania davanti al pubblico la reazione è stata immediata e hanno cominciato a cantarla subito anche se non l'avevano mai sentita prima!
Mi parlate della copertina di Ochrasy?
Samuel - L'ha disegnato un parente di Gustaf quando era piccolo, negli anni '50 mentre girava l'Europa con la famiglia. Gustaf l'ha trovato poco tempo fa...Ci piace molto. Avevamo la copertina prima di incidere l'album. Eravamo un po' stanchi delle nostre facce sulle copertine.
(Eh le vostre fans assolutamente no. Ma non gliel'ho detto, tranquilli)
Cosa fate stasera?
Samuel - Beh ce lo devi dire tu.
Certo. Pronti. Non aspettavo altro.
Se vuoi andare nel mondo di Ochrasy, quale miglior modo per cominciare?
(
www.RockON.it )
da ed_wallets il mar set 12, 2006 3:00 pm 
