da Ciumpo_Supernova il mer feb 25, 2004 2:39 pm
"PENSIERO D'AMORE"
> Reg (Mal) è un giovane "giramondo" made in UK che, inseguito da misteriosi "sicari", sbarca nella solatìa Italia della pizza e del mandolino. Affidatosi al passatempo tipico del "capellone" dell'epoca, l'autostop, viene scarrozzato fino a Roma dalla facoltosa contessa Stefania Varaldi che, conquistata dal suo fascino "trasgressivo e beat", non manca di lasciare il proprio numero di telefono. Giunto in città , Reg si trova a cavare dagli impicci lo stralunato Leone (Pippo Franco) che per sdebitarsi lo invita a soggiornare da lui, previe lezioni di inglese alla sua prorompente padrona di casa (Gilda, detta "Peperona", interpretata da Fiammetta Baralla). Lo strano scansafatiche abita in una soffitta in attesa che lo zio miliardario tiri le cuoia e lo lasci unico erede di una cospicua fortuna, ed è perdutamente innamorato di una bella commessa, Paola (Silvia Dionisio), dalla quale però non è ricambiato più di tanto. La ragazza vive assieme al padre vedovo, il vetturino Sor Domenico (Francesco Mulè), e non disdegna le serate in discoteca a ballare lo shake. Per fare un favore a Leone, precipitatosi in fretta al paesello per via di un improvviso peggioramento del congiunto, Reg si reca da Paola per avvertirla della partenza del "fidanzato". Nonostante la contessa continui imperterrita a corteggiare il nostro eroe con scarsi successi, è inevitabile che fra i due Belli scocchi la scintilla. Una sera la coppietta decide di andare a ballare in un club molto in, ove Reg si esibirà , riscuotendo un ottimo successo, con la band "resident": i Primitives. Viene notato da un intraprendente impresario (Pietro De Vico!), che gli propone un ingaggio in una prestigiosa località turistica. La love story continua e Reg si fa accompagnare dalla fidanzata e dal suocero. Ma Leone trama nell'ombra assieme alla perfida nobildonna che, nel frattempo, per riconquistare l'albionico, è sbarcata nel medesimo albergo con intenti bellicosi. "Grazie" a quest'ultima (e a una conversazione con un nobile inglese), si viene a sapere che Reg è in realtà l'erede di una nobile schiatta, un baronetto che ha rifiutato gli agi e i privilegi del titolo per vivere la propria vita, e beffa da tempo i detective assoldati dai suoi per rintracciarlo (i misteriosi uomini in nero da cui è sistematicamente braccato). Stefania, quindi, contatta gli investigatori: Reg, scoperto, è costretto a partire precipitosamente per l'avito castello, ma prima si fa promettere da Paola un'attesa di ben 12 mesi. Le stagioni si susseguono, Leone torna alla carica insinuando nella ragazza il dubbio che il suo ricchissimo innamorato l'abbia dimenticata a causa della differenza "di casta". La poveretta, delusa, accetta la corte dell'amico, che nel frattempo cerca di affrettare la data delle nozze e millanta al futuro suocero di essere sempre sull'orlo di ereditare la favoleggiata cifra. Il ricco zio però befferà lo sfaticato, che si guarderà bene dal dirlo al Sor Domenico. Tornato a Roma senza il becco di un quattrino, Leone non solo verrà sostituito sull'altare dal bellissimo Reg, che allo scoccare esatto dell'anno mantiene la promessa fatta all'amata e torna a Roma, ma anche costretto ad accettare la corte di "Peperona" per sbarcare il lunario. "Pensiero D'Amore" è il primo, fortunatissimo "opener" della quadrilogia di Mr. Bradley, diretto da Mario Amendola, pilastro del musicarello assieme al fido Corbucci e a Fizzarotti e Grimaldi ("uomini di fiducia" rispettivamente di Moranti/Efrikian e di Al Bano/Romina), che ci prova anche con l'ex leader dei Primitives dopo i successi di Little Tony e la saga di "Zum Zum Zum". Dai tempi della rivista (ove era stato molto attivo sin dagli anni '30), a quelli dei musicarelli e delle positive esperienze televisive, il passo è breve, e il regista dimostra di sapersela cavare in modo perfetto, regalando al pubblico quello che vuole: 90 minuti di divertimento scacciapensieri all'inseguimento di un codice sempliciotto già ampiamente rodato (amori interrotti, fulminee carriere artistiche, falsi amici, happy end) che la critica mal digeriva (e quando mai!), ma che ai botteghini sia delle sale del centro che di circuiti parrocchiali fruttavano quegli incassi da capogiro che oggi latitano. Mal cerca di "recitare" come può, indossa "mises" strepitose e si lancia negli hits dell'anno ( "Betty Blue", "Occhi Neri", "Tu Sei Bella Come Sei", "Non C'è Ragione" e, ovviamente, la canzone che dà il titolo all'intero film). La Dionisio (già legata a Deodato, conosciuto sul set di "Vacanze Sulla Costa Smeralda, e fresca di Miss Teen-Ager) è davvero bellissima e incarna magnificamente il prototipo della ragazzina spigliata fine '60s alla quale tutte sognavano di assomigliare - non a caso la ritroveremo mattatrice assoluta di "Lisa Dagli Occhi Blu" con Tessuto. Mulè e l'immancabile Delle Piane (che qui interpreta Ovidio, l'aiutante del Sor Domenico sempre alle prese con un fastidioso mal d'orecchi perno di tutta una serie di simpatiche gag) assicurano la giusta dose di risate senza pretese, dividendole con la strana coppia formata da un mellifluo burattinone dalle fattezze di Pippo Franco e da una spassosa Fiammetta Barella intabarrata in abitini beat da urlo. Guest apperances di Pietro De Vico nei panni di un impresario partenopeo furbissimo con mani in pasta dappertutto, e della carnalissima Angela Luce in quelli della contessa, che, pur in abiti splendidi, risulta ben poco adatta al ruolo "nobiliare" che ricopre (ha infatti sempre l'aspetto passionale e torrido di una pizzaiola napoletana, specie quando cova vendette in preda alla gelosia, più che la flemma di una Lady dell'high society). Non c'è accenno di ribellione violenta in questo "Pensiero D'Amore" (a parte quella "romantica" di Reg che dice ciao al titolo di "Sir" per assaporare la sua libertà , senza imposizioni), dimostrando in un certo senso che il '68 era passato senza scalfire minimamente il 90% dei teen agers tricolori (a parte casi rari di "malesseri" trattati in pellicole di altro tipo e spessore) e che le "barche che viaggiano sul fiume di sangue della rivoluzione" erano ancora di là da venire…
Scena culto: la monumentale spaghettata del Sor Domenico! Allo spaghetto, non si comanda!
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