Addio cd singoli, in classifica conta il download
I Radiohead e Vasco: artisti diversissimi ma uniti nel capire l'importanza commerciale del download
Finalmente un pezzo di rivoluzione sonora mette le prime radici anche in Italia. Stritolato dal crollo delle vendite e dall'affermarsi del download digitale, il cd singolo si arrende. Da lunedì 7 gennaio la Fimi, la federazione che raccoglie le industrie del disco, non diffonderà più la hit parade dei cd con una sola canzone. Non è la morte di questo supporto, che continuerà a essere venduto, ma la semplice presa d'atto che nell'era di internet è più aderente alla realtà la classifica delle canzoni scaricate via internet e cellulari.
Cd sempre più in crisi - "Il supporto fisico - spiega Enzo Mazza presidente della Fimi - sarà solo uno dei vari elementi che compongono un consumo sempre più parcellizzato. L'utente avrà la possibilità di acquistare il cd singolo, di scaricare brani dalle piattaforme digitali, di vedere concerti on demand, di godersi i videoclip sul sito degli artisti, della case discografiche, su youtube o su myspace".
Lontani i tempi del 45 - Certo è che con la fine della classifica dei cd singoli si annuncia la morte dell'erede del vecchio 45 giri. Su due facciate il vinilino, come viene definito, andava con facilità oltre il traguardo del milione di copie vendute. Bobby Solo e la sua Lacrima sul viso superò nel 1964 i due milioni di copie, Gianni Morandi e Rita Pavone si contendevano il primato nelle classifiche assieme ai 45 giri di Beatles e Rolling Stones.
In dieci anni il crollo - Poi venne l'era del cd. Il momento di massimo splendore dei singoli su questo supporto arrivò nel 1999 quando in Italia furono venduti 4 milioni e 962mila pezzi. Quindi il declino, indotto da internet, che ha portato le vendite a quota 627 mila nel 2006. Per Mazza "il tramonto del cd singolo è frutto della crescita consistente della musica digitale, dell'affermazione della Rete come canale privilegiato per l'acquisto di canzoni, videoclip e di quanto collegato alla musica". Senza contare che su internet le singole canzoni si acquistano a 0,99 centesimi mentre in negozio, per la stessa canzone su cd singolo, si devono pagare alla cassa piu' o meno 5 euro.
Dai Radiohead a Vasco - Uno scenario ben recepito, finalmente, anche da musicisti molto affermati, il cui peso mediatico è determinante per spostare l'ago della bilancia della fruizione musicale, a favore del download. Il 2007 è stato l'anno del caso-Radiohead, la band inglese che ha deciso di pubblicare inizialmente il nuovo album In Rainbows solo sul Web, lasciando agli acquirenti la scelta di quanto pagare per il download. L'iniziativa, provocatoria e rivoluzionaria, è stata un successo: i brani sono stati scaricati oltre un milione e mezzo di volte, e pagati in media 6 euro da almeno il 50% degli ascoltatori. In Italia Vasco Rossi ha affidato alla Rete la diffusione dei suoi ultimi singoli Basta poco e La compagnia, senza passare per la tv e limitando al massimo i passaggi in radio. Ed è finito al top della classifica dei singoli più venduti, che ora anche dalle nostre parti poggia soprattutto sul numero di download effettuati a pagamento e in modo legale.
Secondo voi è giusto che non contino più le vendite dei singoli su cd,ma solo quelli scaricati? secondo me no.... lo so che è più conveniente comprare gli mp3, ma avere un cd tra le mani è tutta un'altra cosa, quindi io non li avrei estraniati dalla classifica!