Mancini abbraccia l'Inter
"Questa squadra fa paura"Il brasiliano è stato presentato ufficialmente, accanto a José Mourinho: "I nerazzurri hanno una rosa fortissima, piena anche di miei connazionali: sarà più facile ambientarsi". Sul nuovo tecnico: "E' tranquillo e simpatico, faremo qualcosa di importante"APPIANO GENTILE (Como), 15 luglio 2008 - Alessandro Faiolhe Amantino Mancini ama farsi ricordare per i gesti e le parole mai banali. Alla Roma il gol di tacco (quello nel derby è diventata un’icona) e il doppio passo da mal di testa (per i difensori del Lione), insieme alle liti con Spalletti e a qualche screzio con Totti. All’Inter comincia con il titolo di "primo acquisto dell’era Mourinho". Se dovesse fallire quindi, tutti si ricorderanno di lui.
CON MOURINHO - Quattro anni con l’Inter. Il primo giorno è andato via tra visite mediche e strette di mano. "Le prime impressioni sono molto positive, ho appena conosciuto Mourinho. E’ una persona tranquilla, simpatica. Siamo qui entrambi per fare qualcosa di importante". Mancini ha avuto l’Inter come bersaglio preferito (5 gol ai nerazzurri, 4 dei quali infilati nella porta difesa da Toldo). Questi colori fino a qualche giorno fa rappresentavano il "nemico", la squadra da battere, il colosso che per alcuni godeva di qualche privilegio arbitrale. "Ora sono un giocatore dell’Inter - "rimbalza" Mancini, 2 coppe Italia e 1 Supercoppa di Lega già in bacheca -. Posso dire che anche senza altri innesti questo è un gruppo che fa paura. Ha vinto due scudetti sul campo in due anni, ha qualità ".
BRASIL - E ha anche diversi brasiliani: Maicon, Maxwell, Julio Cesar e Adriano. "Sarà più facile ambientarsi grazie a loro, ma ormai sono tanti anni che gioco in Italia. Adriano? E’ un giocatore importante, ormai ha superato i suoi problemi, in Brasile ha fatto molto bene ed è stato capocannoniere del San Paolo, questo conta". Di sogni parla con lo sguardo deciso, anche se si tratta di desideri prevedibili: "Lo scudetto, la Coppa Campioni (la chiama così, ndr)". Per la seconda Mourinho ama parlare di dettagli, particolari, minuzie che fanno la differenza. "Se lavori in un certo modo - aggiunge l’uomo da 154 presenze e 40 gol in serie A, ma anche 7 centri in Europa - le cose vengono automaticamente, soprattutto se ci sono i giocatori che ha l’Inter".
CIAO ROMA - A 27 anni abbraccia la sesta squadra della sua carriera, dopo settimane di rinvii ma le domande sulla lunga trattativa che lo ha portato alla Pinetina vengono girate a Gilmar Veloz, l’agente. Un messaggio parte comunque, destinazione Trigoria. "Mi dispiace solo che nella seconda parte dell’ultima stagione mi è capitato un infortunio al collo del piede, rimediato contro il Real. Sono stato fermo 20 giorni, ho dovuto ricominciare daccapo, ma sono riuscito comunque a fare 13 gol. Io comunque a Roma sono stato molto bene, devo solo dire grazie alla società , ai tifosi, per me sono stati 5 anni bellissimi"
dal nostro inviato
Andrea Guagneli