Bilanci falsi, si indaga su Moratti (Corriere della Sera) Per la Procura l’Inter, senza escamotage contabili, non avrebbe potuto iscriversi alla A del 2004-05: nella stessa inchiesta anche Galliani.
Divisi nella fortuna calcistica ma uniti nella disavventura giudiziaria: non soltanto il vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, ma anche il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, sono indagati dalla Procura di Milano per l’ipotesi di falso nei bilanci delle loro squadre, negli anni in cui nel mondo del calcio era diffusa pratica contabile ripianare i debiti e abbellire i conti attraverso scambi di giocatori a prezzi «gonfiati». Plusvalenze fittizie per coprire «buchi» veri.
Con un neo in più, però, per i nerazzurri di Moratti (firmatario del bilancio 2003): e cioè il fatto che, secondo i calcoli della GdF e della Procura, senza il «doping amministrativo» dei bilanci nerazzurri, l’Inter non sarebbe riuscita a rientrare nei parametri previsti e perciò non avrebbe potuto iscriversi al campionato di calcio della stagione 2004-05, conclusa al terzo posto. Se la difesa del Milan ha già più volte argomentato la regolarità dei bilanci rossoneri, ora lo staff dell’Inter, pur ribadendo rispetto e assoluta fiducia nell’operato della magistratura, conta nel prosieguo dell’inchiesta di poter ugualmente far valere buoni argomenti da contrapporre a quelli dell’accusa, in un procedimento che si giocherà molto su valutazioni tecniche.
Ma intanto anche le due società , intese come persone giuridiche, vengono indagate dal pm Carlo Nocerino in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle società per reati commessi da propri dirigenti nell’interesse aziendale: una prospettiva foriera di maxisanzioni pecuniarie nel caso di modelli organizzativi carenti o assenti, e comunque forse più insidiosa (perché quasi senza prescrizione) persino del versante personale penale, dove invece l’ipotesi contestata a Moratti e Galliani è assai probabile si infranga nei brevi termini di prescrizione contemplati dalle norme sul falso in bilancio. Doppiamente «derby», perché le due società , oltre a ritrovarsi entrambe nei pasticci, per un verso lo sono anche per condotte comuni: l’indagine scandaglia, infatti, anche i rapporti privilegiati (dal punto di vista contabile) tra squadre proverbialmente rivali. Così privilegiati che, a fine campionato 2002-2003, Milan e Inter si sarebbero scambiati otto giocatori senza che essi indossassero mai né la maglia nerazzurra né la casacca rossonera.
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"lo scudetto degli onesti"........