Gea: la società dei "pargoli aurei"
La Gea World, ovvero l’accolita dei figli di papà . Una società nata nell’ottobre 2001, che, in poco tempo, è riuscita ad ottenere la procura di una miriade di calciatori e allenatori. Quanti? Duecento, e si va a crescere, si dice a mezza voce nell’ambiente, ma le cifre ufficiali non sono mai state diffuse.
La nascita
- I soci della Gea erano tre: la Football Management e la General Athletic, ciascuna con il 45%, e Riccardo Calleri, figlio dell’ex presidente di Torino e Lazio, Gian Marco, con il 10%. A sua volta, la Football Management era controllata con il 60% da Alessandro Moggi, figlio di Luciano: il resto era in mano a Francesco Zavaglia, all’epoca noto per essere stato il procuratore del capitano romanista, Francesco Totti. Quanto alla General Athletic, in essa si celava un socio misterioso: infatti, Chiara Geronzi (figlia del numero uno di Capitalia, Cesare, e giornalista del Tg5), Andrea Cragnotti (figlio dell’allora presidente della Lazio, Sergio) e Francesca Tanzi (figlia di Calisto, all’epoca numero uno del gruppo Parmalat) ne possedevano il 20% ciascuno, mentre il restante 40% era in mano a Romafides, una fiduciaria appartenente al gruppo Capitalia. Chi si celava dietro quel 40%? Perché nascondersi dietro lo schermo di una fiduciaria, visto che nessuno degli "aurei pargoli" aveva sentito l’esigenza di non comparire direttamente? Domande che stuzzicarono anche la curiosità del Parlamento: due senatori leghisti presentarono un’interpellanza alla fine del 2002, e altrettanto fecero, nel luglio 2003, 39 deputati dell’opposizione. Ma il mistero non è mai stato svelato.
Romafides se ne va
- A fine aprile 2003, cambia l’azionariato di General Athletic: il socio schermato da Romafides va via, e con lui escono anche Francesca Tanzi e Andrea Cragnotti. Resta Chiara Geronzi, che sale al 46%, ed entrano Giuseppe De Mita (figlio dell’ex segretario Dc, Ciriaco, che sarà poi, per alcuni mesi, anche il direttore generale della Lazio) con il 26%, Oreste Luciani con il 26%, e Riccardo Calleri con il 2%. Oreste Luciani, nome nuovo nel mondo del calcio, era tuttavia socio al 49% di Francesca Tanzi, nonché amministratore unico, di un'azienda di Parma, la Chiori, oltre a essere sindaco di diverse società del gruppo Parmalat.
L’addio di De Mita
- Risale a circa un anno fa: Chiara Geronzi è salita al 72% di General Athletic, divenendo, di fatto, la principale azionista della Gea: il 72% di una società che ha il 45% della Gea equivale ad averne il 32,4%. Invece, il presidente della Gea, Alessandro Moggi, ne detiene di fatto il 27%.
L’inchiesta della Figc
- Era il 2002 e le accuse, sollevate da diversi procuratori, erano le solite: conflitto di interessi e abuso di posizione dominante. L’inchiesta ebbe tempi rapidi: la Commissione agenti di calciatori della Figc stabilì all’unanimità la chiusura dell’istruttoria, «non avendo riscontrato alcuna violazione regolamentare, né una sua posizione dominante sul mercato».
L’indagine dell’Antitrust
- E’ il provvedimento IC 27, partito il 31 marzo 2005: l’Autorità garante della concorrenza e del mercato vuole sapere se vi siano gli estremi dell’abuso di posizione dominante. Secondo quanto vi si legge, «si rileva la presenza, nel mercato dei servizi di intermediazione inerenti le prestazioni sportive di calciatori professionisti, di imprese in posizione di particolare preminenza, anche in ragione dei rapporti con soggetti, privati e istituzionali, attivi a vario titolo nel medesimo settore. Detta situazione potrebbe comportare un affievolimento del gioco della concorrenza nel settore interessato, con conseguenti distorsioni sia sulla libertà di circolazione dei calciatori, sia sul più ampio funzionamento dei campionati di calcio professionistici».
Le accuse di Gaucci
- E’ storia recentissima: l’ex presidente del Perugia, da tempo a Santo Domingo ha sostenuto, in un’intervista al quotidiano "La Repubblica", di essere stato costretto a versare alla Gea il 15% sui 25 miliardi di vecchie lire ricavati dalla vendita di Liverani dal Perugia alla Lazio. I magistrati stanno indagando per verificare se tale circostanza sia attendibile e inseriranno tale vicenda nel filone più ampio relativo al cosiddetto "doping amministrativo".
L'ultimo capitolo
- Recentissime due notizie di un certo peso: oggi è infatti venuto alla luce che Alessandro Moggi è stato iscritto sul registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta romana sulla Gea: i magistrati ipotizzano il reato di "illecita concorrenza con minaccia o violenza". Sempre oggi, Chiara Geronzi ha fatto sapere di essere in procinto di disfarsi del pacchetto azionario da lei detenuto.
fonte fiorentina.it