Caso Bonolis
Inviato: lun nov 07, 2005 10:56 am
«Travisate le mie parole» Bonolis: «Non è il mio lavoro ma continuo» L'annuncio in diretta durante Serie A. «Famiglia e impegni mi impediscono di continare a Milano». Polemiche con i giornali STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
MILANO- Il tanto atteso annuncio di Paolo Bonolis a «Serie A» c'è stato. Ma con un esito a sorpresa. Il presentatore infatti non ha dichiarato che abbandonerà la tramissione come lasciato trapelare nei giorni scorsi, bensì l'intenzione di proseguirla, trasferendo però l'intero staff e la produzione nella capitale, per poter ottemperare ad altri programmi di lavoro con Mediaset e ai propri impegni familiari.
Molto polemico il discorso di Bonolis nei confronti dei mezzi di informazione, che, a suo dire, si sono accaniti contro «Serie A» pretendendo di classificare come fallimentari risultati invece del tutto nelle previsioni. «Non siamo gli unici a parlare di calcio, non si può pretendere che facciamo sempre ascolti record. Sarebbe come pensare che il primo giornale italiano debba vendere come minimo cinque milioni di copie».
«Forse ce l'hanno con me perché mi hanno dato parecchi soldi, ma me li hanno dati per fare il mio lavoro. E questo non è il mio lavoro. Ho accettato di farlo con entusiasmo ma ora altri impegni, presi con Mediaset al momento del contratto, che mi impongono un cambiamento». Stigmatizzato il fatto che i media si siano occupati molto della sua presunta malattia «diplomatica» di domenica scorsa, non ha tralasciato gli effetti dell'appello fatto in diretta da Monica Vanali per una necessità di sangue in un ospedale di Roma, con tanto di intervento in diretta telefonica del primario dell'ospedale interessato che ha ringraziato conduttrice e cittadinanza per il provvidenziale intervento. «Questo genere di giornalismo mi sembra bislacco, degno di qualche albo a fumetti» ha detto Bonolis.
Cdr sul piede di guerra Piccinini: «Bonolis ha offeso tutti noi» Mughini contro il conduttore: «L'uso sprezzante e camorristico del termine penombra per Rognoni è un fatto miserabile» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA - «Insultare il nostro direttore è come insultare tutti noi». Parla a nome dei giornalisti sportivi di Mediaset Sandro Piccinini, conduttore di Controcampo-Italia1, nel suo intervento in risposta a quello di Bonolis. Piccini ha parlato dopo la lettura di un comunicato del cdr contro lo spostamento della trasmissione Serie A a Roma e le parole pronunciate da Bonolis nel pomeriggio. «Ha parlato simpaticamente di penombra - ha detto il conduttore di Controcampo in replica al conduttore - Altrettanto simpaticamente dico che troppa luce può dare alla testa».
HA OFFESO IL DIRETTORE - Piccinini ha precisato di parlare a titolo personale «essendo Ettore Rognoni mio direttore da 18 anni e io un collaboratore: non mi può autorizzare il Cdr, mi autorizzo da solo. E un po' mi vergogno di fare un uso non professionale della tv, perchè in 27 anni io non l'avevo mai fatto...». Ma l'intervento è stato poi durissimo: «Bonolis ha offeso Ettore Rognoni e ha offeso tutti noi» - ha detto il conduttore di Controcampo - riferendosi al monologo di Bonolis durante Serie A.
DEVE ASSUMERSI LE RESPONSABILITA' - «L'hanno dipinto come il responsabile dei problemi e degli insuccessi di quel programma - ha detto Piccinini - ma i responsabili sono i curatori e gli autori, che tra l'altro sono ben pagati e dovrebbero rispondere nel bene e nel male, senza accusare gli altri». «Se poi - ha proseguito Piccinini - difendersi e battersi contro gli angoli di gossip, le interviste strampalate a Bill Gates, le geniali idee di convocare insieme in sindaco di Milano Gabriele Albertini e il calciatore Demetrio Albertini, o di proporre stralunati quiz sul calcio nell'ambito storico della domenica alle 18 è diventata una colpa, ne prendiamo atto in attesa di capire dall'azienda. Poi ognuno trarrà le proprie conclusioni».
MUGHINI: UN FATTO MISERABILE - In difesa di Rognoni è intervenuto anche Giampiero Mughini, ospite fisso della trasmissione, che sempre in diretta ha definito «l'uso sprezzante e un po' camorristico del termine penombra per Rognoni, uno dei padri del giornalismo sportivo in Mediaset, un fatto miserabile, e sorprende che a usarlo sia stata una persona come Bonolis».
Aldo Grasso: Meno male che tutto va bene. Solo così si spiega il fatto che Paolo Bonolis trasferisce «Serie A» a Roma, promette cambiamenti e insulta in diretta il responsabile dello sport Mediaset
Se andava male, ci avrebbe passato per le armi? Dopo giorni di incertezze e febbrili discussioni, Bonolis ha comunicato la sua decisione: cede alle insistenze dell'azienda, continua a parlare di calcio ma a Roma. Non ci vuole molto per capire. Non bisogna essere addetti ai lavori per interpretare questa decisione: Bonolis vuole sottrarsi al controllo della redazione sportiva di Mediaset, guidata da Ettore Rognoni, con cui non va d'accordo. Fatti suoi. Ma questo non si può dire, è ovvio, e allora il conduttore ha pensato bene di imbastire una penosa polemica contro i giornali, rei di essersi inventati tutto. Questi giornali! Che falsificano. Che seminano zizzania. Che parlano male del suo programma. Così, per ristabilire la verità , ha pensato bene di rivelarla lui. Come ogni tanto gli capita di fare. Ha aspettato il momento buono, si è circondato di fior di opinionisti come Marino Bartoletti o Ivan Zazzaroni, ha creato attesa per tutta la trasmissione, poi si è rivolto alla telecamera.
Ha parlato: va tutto bene, il clima è ottimo, le persone con cui lavoro sono splendide, l'ascolto è sopra la media, la colpa è solo dei giornali che danno a intendere cose non vere. Sì c'è questo Rognoni che rompe ma è poca cosa: lo ha chiamato «er penombra», ha detto che è uno «che non va d'accordo nemmeno con se stesso». Poi, con grande signorilità , ha usato tutti i più biechi trucchi del mestiere, compresa la storia della signora che aveva bisogno di sangue. Sarà anche un bravo conduttore ma ieri sera Bonolis ha molto deluso sul piano umano. Non male per uno che vuole spiegarci «il senso della vita». E anche Mediaset da questa vicenda esce un po' malconcia. La durissima risposta di «Controcampo», la presa di posizione del Cdr e l'imbarazzo dell'azienda sono segnali che non promettono nulla di buono.
Aldo Grasso
che casino. peggio dei bambini dell' asilo
MILANO- Il tanto atteso annuncio di Paolo Bonolis a «Serie A» c'è stato. Ma con un esito a sorpresa. Il presentatore infatti non ha dichiarato che abbandonerà la tramissione come lasciato trapelare nei giorni scorsi, bensì l'intenzione di proseguirla, trasferendo però l'intero staff e la produzione nella capitale, per poter ottemperare ad altri programmi di lavoro con Mediaset e ai propri impegni familiari.
Molto polemico il discorso di Bonolis nei confronti dei mezzi di informazione, che, a suo dire, si sono accaniti contro «Serie A» pretendendo di classificare come fallimentari risultati invece del tutto nelle previsioni. «Non siamo gli unici a parlare di calcio, non si può pretendere che facciamo sempre ascolti record. Sarebbe come pensare che il primo giornale italiano debba vendere come minimo cinque milioni di copie».
«Forse ce l'hanno con me perché mi hanno dato parecchi soldi, ma me li hanno dati per fare il mio lavoro. E questo non è il mio lavoro. Ho accettato di farlo con entusiasmo ma ora altri impegni, presi con Mediaset al momento del contratto, che mi impongono un cambiamento». Stigmatizzato il fatto che i media si siano occupati molto della sua presunta malattia «diplomatica» di domenica scorsa, non ha tralasciato gli effetti dell'appello fatto in diretta da Monica Vanali per una necessità di sangue in un ospedale di Roma, con tanto di intervento in diretta telefonica del primario dell'ospedale interessato che ha ringraziato conduttrice e cittadinanza per il provvidenziale intervento. «Questo genere di giornalismo mi sembra bislacco, degno di qualche albo a fumetti» ha detto Bonolis.
Cdr sul piede di guerra Piccinini: «Bonolis ha offeso tutti noi» Mughini contro il conduttore: «L'uso sprezzante e camorristico del termine penombra per Rognoni è un fatto miserabile» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA - «Insultare il nostro direttore è come insultare tutti noi». Parla a nome dei giornalisti sportivi di Mediaset Sandro Piccinini, conduttore di Controcampo-Italia1, nel suo intervento in risposta a quello di Bonolis. Piccini ha parlato dopo la lettura di un comunicato del cdr contro lo spostamento della trasmissione Serie A a Roma e le parole pronunciate da Bonolis nel pomeriggio. «Ha parlato simpaticamente di penombra - ha detto il conduttore di Controcampo in replica al conduttore - Altrettanto simpaticamente dico che troppa luce può dare alla testa».
HA OFFESO IL DIRETTORE - Piccinini ha precisato di parlare a titolo personale «essendo Ettore Rognoni mio direttore da 18 anni e io un collaboratore: non mi può autorizzare il Cdr, mi autorizzo da solo. E un po' mi vergogno di fare un uso non professionale della tv, perchè in 27 anni io non l'avevo mai fatto...». Ma l'intervento è stato poi durissimo: «Bonolis ha offeso Ettore Rognoni e ha offeso tutti noi» - ha detto il conduttore di Controcampo - riferendosi al monologo di Bonolis durante Serie A.
DEVE ASSUMERSI LE RESPONSABILITA' - «L'hanno dipinto come il responsabile dei problemi e degli insuccessi di quel programma - ha detto Piccinini - ma i responsabili sono i curatori e gli autori, che tra l'altro sono ben pagati e dovrebbero rispondere nel bene e nel male, senza accusare gli altri». «Se poi - ha proseguito Piccinini - difendersi e battersi contro gli angoli di gossip, le interviste strampalate a Bill Gates, le geniali idee di convocare insieme in sindaco di Milano Gabriele Albertini e il calciatore Demetrio Albertini, o di proporre stralunati quiz sul calcio nell'ambito storico della domenica alle 18 è diventata una colpa, ne prendiamo atto in attesa di capire dall'azienda. Poi ognuno trarrà le proprie conclusioni».
MUGHINI: UN FATTO MISERABILE - In difesa di Rognoni è intervenuto anche Giampiero Mughini, ospite fisso della trasmissione, che sempre in diretta ha definito «l'uso sprezzante e un po' camorristico del termine penombra per Rognoni, uno dei padri del giornalismo sportivo in Mediaset, un fatto miserabile, e sorprende che a usarlo sia stata una persona come Bonolis».
Aldo Grasso: Meno male che tutto va bene. Solo così si spiega il fatto che Paolo Bonolis trasferisce «Serie A» a Roma, promette cambiamenti e insulta in diretta il responsabile dello sport Mediaset
Se andava male, ci avrebbe passato per le armi? Dopo giorni di incertezze e febbrili discussioni, Bonolis ha comunicato la sua decisione: cede alle insistenze dell'azienda, continua a parlare di calcio ma a Roma. Non ci vuole molto per capire. Non bisogna essere addetti ai lavori per interpretare questa decisione: Bonolis vuole sottrarsi al controllo della redazione sportiva di Mediaset, guidata da Ettore Rognoni, con cui non va d'accordo. Fatti suoi. Ma questo non si può dire, è ovvio, e allora il conduttore ha pensato bene di imbastire una penosa polemica contro i giornali, rei di essersi inventati tutto. Questi giornali! Che falsificano. Che seminano zizzania. Che parlano male del suo programma. Così, per ristabilire la verità , ha pensato bene di rivelarla lui. Come ogni tanto gli capita di fare. Ha aspettato il momento buono, si è circondato di fior di opinionisti come Marino Bartoletti o Ivan Zazzaroni, ha creato attesa per tutta la trasmissione, poi si è rivolto alla telecamera.
Ha parlato: va tutto bene, il clima è ottimo, le persone con cui lavoro sono splendide, l'ascolto è sopra la media, la colpa è solo dei giornali che danno a intendere cose non vere. Sì c'è questo Rognoni che rompe ma è poca cosa: lo ha chiamato «er penombra», ha detto che è uno «che non va d'accordo nemmeno con se stesso». Poi, con grande signorilità , ha usato tutti i più biechi trucchi del mestiere, compresa la storia della signora che aveva bisogno di sangue. Sarà anche un bravo conduttore ma ieri sera Bonolis ha molto deluso sul piano umano. Non male per uno che vuole spiegarci «il senso della vita». E anche Mediaset da questa vicenda esce un po' malconcia. La durissima risposta di «Controcampo», la presa di posizione del Cdr e l'imbarazzo dell'azienda sono segnali che non promettono nulla di buono.
Aldo Grasso
che casino. peggio dei bambini dell' asilo