da kaa il mer nov 12, 2008 8:53 am
Un intervento di Alfredo Pedullà su TMW.Mi è piaciuto davvero molto
"Noi giornalisti sportivi siamo una categoria buffa. Anziché parlare di calcio (non soltanto dei numeri, attenzione, ma della tattica, della tecnica, delle diagonali e dei modulo) aspettiamo che un signore "antipatico a prescindere" sbarchi in Italia per piazzargli sotto il naso tutte le tabelle comparative con il suo predecessore, Roberto Mancini. Quel signore "antipatico a prescindere" si chiama Josè Mourinho. Non era ancora sbarcato in Italia che già gli avevano fatto il predicozzo: guarda che Mancini ha vinto tre scudetti consecutivi (due sul campo, due in una serie A martoriata da penalizzazioni, partenze ad handicap, eventuali e varie)e tu devi fare meglio. Devi. Neanche il tempo di fargli conoscere Appiano Gentile e di sorseggiare un aperitivo in piazza Duomo, neanche il tempo di fare in modo che si presentasse. Poi cosa accadde? Accadde che Mourinho si mise a lavorare, sbagliando qualche scelta di mercato (Quaresma non è ancora un asso di briscola, ma c'è tempo per un giudizio definitivo), però è in testa alla Champions e al campionato e questo poco importa. Già , perché l'Inter di Mancini giocava un calcio strepitoso, mandatemi qualche dvd che ho perso la memoria. Non ho nulla contro Mancini, ma ce l'ho abbastanza con chi parla poco di tattica e si schiera a priori, senza aver visto e giudicato. L'aggravante è questa: se le critiche fossero partite oggi che l'Inter non incanta (ma è prima) avrei potuto capire. Invece le critiche sono partite, prevenute, dal primo minuto di Mourinho in Italia. Io sono con lui: non lo conosco, né ci ho mai parlato. E non credo che occorra andarci a cena per stabilire se e come criticarlo: viva la libertà . Lo hanno massacrato perché il gesto di zittire un tifoso dopo Inter-Udinese e il gol di Cruz è stato sproporzionato, inopportuno: lo aveva fatto anche Mancini, gli allenatori sono di carne e ossa, non robot. Ma nessuno aveva criticato. Mancini aveva anche salutato l'Inter dopo una notte infausta di Champions League, per poi pentirsi. Mourinho non sarà il numero uno, ma è tutto da dimostrare che sia il numero due. Mourinho ogni volta che si presenta in televisione subisce una raffica di paralleli e di confronti con il suo predecessore. Ma il suo predecessore, quando usciva dalla Champions molto presto e troppo presto, aveva una fantastica collezione (giornalistica) di alibi. Anche se usciva per mano del Villareal o del Vattelapesca, nessuno doveva scandalizzarsi. Quando parleremo di tattica e di calcio vero, quando smetteremo di essere pettegoli e molto spesso prevenuti, quando usciremo da quest'imbuto antipatico (eufemismo) forse potremo permetterci di giudicare. Senza essere giudicati. Il problema è proprio questo: se giudichi a prescindere, senza aver dato a un uomo -un allenatore -il tempo di spiegare chi è e cosa vuole fare, saremo giudicati come prevenuti. E perderemo sempre. Qualcuno dirà che l'Inter ha vinto dieci partite, segnando 14 gol nelle ultime tre gare e subendone quattro, ma non ci spiegherà (limite enorme) per quale motivo l'Inter – TATTICAMENTE - non funziona. E cosa sta facendo Mou per farla funzionare. E' questo il vero limite di chi cavalca una tigre (la persona simpatica, l'allenatore simpatico,l'allenatore amico) senza essere in grado di cavalcare la tigre della tattica e delle spiegazioni inerenti a quello che è (era) considerato il più bello spettacolo del mondo. Per questo sto con Mourinho: il meno prevenuto in un mondo di prevenuti. Arrogante, forse, ma questo è un problema suo. E non è detto che sia per forza un difetto, con l'aria che tira. Immaginate se Mou, la caramella Mou indigesta a tutti,si fosse presentato dai giornalisti milanesi, torinesi o romani e avesse detto: io sono abituato a lavorare con quelli dei tabloid inglesi e dei quotidiani portoghesi, i migliori cronisti del mondo, sono abituato bene e cercate di fare bene anche voi, altrimenti... Se si fosse presentato così, da prevenuto verso la nostra stampa, avrebbero avuto forse ragione a massacrarlo dal primo minuto. Per legittima difesa. E' successo il contrario e la colpa è di Mourinho. Mi chiedo: magari non succederà , a quel punto ci sarebbero i presupposti per un bilancio sincero sulla stagione, ma dove si nasconderebbero quelli che tirano fuori numeri, cifre, classifiche del dopoguerra, se la caramella Mou dovesse intascarsi la Champions al primo tentativo, rinfrescando la logora bacheca - in tal senso . di casa Moratti? Un'ultima cosa: qualcuno ha detto che non sarebbe giusto paragonare Mourinho al primo Mancini nerazzurro perché Mancini aveva trovato una squadra da rifondare. Sarebbe come dire che l'Inter ha vinto gli scudetti perché non aveva concorrenza, che senso ha? E perché il confronto andrebbe fatto con la stagione 2007-2008, l'ultima da interista di Robi da Jesi? Non c'è un perché, sono parole in libertà ."
XXVI V MMXIII
Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff