da kaa il ven feb 22, 2008 7:50 am
CRONACA DI UNA TRASFERTA
YOU WILL NEVER GET A JOB: IN TRASFERTA A LIVERPOOL
Al grido di “You’ll never get a job†4 valorosi i.orgers, Il Capitano e fratello (The_Captain & The_Brother), Veleno (The_Poison) e Carlo (The_fastets_alchool_drinker_in_the_world) hanno rischiato la loro vita e si sono recati in macchina, con guida a destra, a Liverpool, città famosa nel mondo per una tasso di disoccupazione che fa impallidire gli homeless di Calcutta.
L’occasione di visitare l’attuale capitale europea della cultura è stata troppo ghiotta per non andare a vedere una partita che, tranne il puro fascino della sfida, non voleva dire nulla ai fini della classifica dell’attuale campionato di serie A.
Partiti da Londra abbiamo raggiunto facilmente, tra una bestemmia ed un’altra, l’autostrada che ci portava al Nord: il problema di uscire dall’ingorgo londinese era ormai superato, e di lì a poco, soli 350 chilometri, saremmo stati a Liverpool. Il viaggio è stato una delizia: tra chilometri di campagna inglese in una nebbia che non si vede neanche a Boffalora Ticino, e dopo aver superato tutte le città delle midlands, tra cui dei veri e propri gioiellini come Coventry e Birmingham, l’immagine che avevamo dell’Inghilterra si è confermata: un paese di merda. Grande è stata poi l’emozione quando abbiamo superato Stoke on Trent, città famosa nel mondo per una squadra che giganteggia nella Championship inglese.
Fotodettaglio della visita al museo egizio.
A circa 30 km da Liverpool, supportati da un tempo mite e con la forte tentazione di pranzare in spiaggia, abbiamo optato per una sosta in un una ridente cittadina di campagna, Stretton, di circa 189 abitanti, che offre nell’ordine: un pub, un post office, un Inn e una farmacia con servizi di colonterapia. Contro ogni previsione abbiamo scelto il pub, ma forse a posteriori sarebbe stato più simpatico fare una seduta di colonterapia.
Tra un fish & chip e un sausage locale, abbiamo stabilito il record del mondo di birre bevute in 2 ore ed è lì che Carlo, un nobile milanese trapiantato nella City, ha deciso di dare una svolta alla trasferta esclamando: “la birra mi ha rotto il cazzo, da adesso bevo solo vodka tonicâ€.
Forti del famoso senso civico britannico che vieta severamente il drink & drive, ci
A Liverpool i calciatori non riescono
mai a farsi i cazzi loro
siamo subito rimessi in macchina, dove la tensione ormai era alle stelle, non per la partita, ma perché ci scappava una pisciata assassina. L’arrivo a Liverpool è stato agevole, abbiamo sbagliato strada 8 volte, in quanto volevamo a tutti i costi parcheggiare al Gooddison Park, stadio dell’Everton, ma alla fine ci siamo dovuti arrendere e parcheggiare al civico 145 di Anfiel Road, a 67 metri dall’ingresso della curva ospiti.
Dopo le fotografie di rito al famoso ingresso con la scritta you’ll never walk alone, effettuate in tutte le posizioni ma ciò nonostante tutte in controluce, siamo scappati in centro dove ci attendeva il nostro programmato tour culturale: Liverpool Store, Everton Store e pub. Ormai in coma etilico, da veri signorotti, abbiamo preso un taxi e siamo arrivati allo stadio: tornello superato in scioltezza che neanche Dino Zoff ai tempi della pubblicità dell’olio Cuore e ci siamo posizionati nel settore ospiti. Al coro di “you’ll never walk alone†abbiamo risposto con “una gioia infinita che dura una vita†che ha fatto accapponare la pelle a tutti gli spettatori di Anfieled e ai telespettatori a casa.
Partita filata via liscia e, per evitare il traffico, siamo usciti 5 minuti prima (non è vero); con uno 0-0 ci riteniamo abbastanza sicuri di passare il turno. Quindi il ritorno a Londra: dopo una sosta all’autogrill dove ci siamo mangiati una vasca da bagno di pollo fritto, patatine e fagioli con le cotiche firmati KFC, i valorosi non al volante si sono subito addormentati, lasciando mio fratello libero di guidare in tutta tranquillità per altri 350 km.
Alle 2.30 andavamo a dormire belli incazzati ma convinti che, anche questa volta, ne sia valsa la pena: non capita tutti i giorni di visitare la capitale europea della cultura 2008
XXVI V MMXIII
Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff