da gius il lun lug 03, 2006 9:55 am
Una delle più grandi tare mentali che abbiamo noi italiani del branco, abituati a vivere secondo regole che ci stanno bene quotidianamente ma che ci nauseano non appena veniamo a conoscenza appartenere ad altri, è quella di sollevarci tutti insieme – saltuariamente – nel chiedere, quando questo avviene, che “venga fatta puliziaâ€, si riparta da zero, sia fatta “ piazza pulitaâ€: che si parta con la Seconda Repubblica!
Una volta, almeno per spazzare via la Seconda (Repubblica), appunto. Come Montanelli rimproverava al Fascismo di aver partorito l’Antifascismo, nato, come forse avrete letto ne “Il sangue dei vintiâ€, anche facendo piazza pulita di gerarchi, sottogerarchi, fascistelli o presunti tali.
Presunti tali.
Giusto per dissetare, sfamare quella sete di giustizia “a 360°†di cui il popolo si nutre in questi frangenti. Vale per Tangentopoli, Savoiopoli, Calciopoli, Velinopoli…
Moltissimi italiani sono pronti a dare mance per ottenere favori, ad andare a puttane usando anche un certo gergo se parliamo tra di noi amici, a chiedere a una signorina (la quale spesso non aspetta altro) di essere carina se vuole fare strada, ad avere Moggi direttore generale della propria società , perché non è vero, ma è stravero che sia Berlusconi che Moratti hanno cercato più volte di ottenerne i servigi.
Ma adesso, guarda caso, Moratti – dopo Berlusconi, che almeno arriva secondo… – rivendica scudetti a tavolino. Poveretto.
Moltissimi italiani sono pronti a tutto per un vantaggino più o meno ino. Ma guai se sanno che qualche loro connazionale ci ha provato, lo ha fatto, e magari ha anche ottenuto.
La magistratura e il giornalismo sono seduti, pigri, comodamente stravaccati sulle loro raccomandazioni e i loro nepotismi, la maggior parte di loro sventolando quella che era “la tessera del partito†(postfascista, naturalmente) e che oggi è un’empirica spintarella, come una schedina vincente: non sono capaci di indagare né di fare inchieste, non hanno nessuna abilità nella penetrazione né hanno intuizioni, perché si muovono diretti di fili politici come i pupi siciliani e quindi non ne hanno bisogno. E anche ve ne fosse di bisogno, cosa ci si sbatte a fare?
Poi comunque le pene vengono drasticamente addolcite sia per i brigatisti che per le bestie di satana… Il primo cruccio del nuovo governo è stata la grazia a Sofri, quindi è fatica inutile sbatterli dentro.
Quindi, per defenestrare chi sta sulle palle, chi si sa non avere comportamenti cristallini, per chi si vuole incastrare insomma, c’è la nuova via, strepitosa, comoda, indolore ed economica dell’intercettazione.
Che carrello dei dolci per i giornalisti! Devono solo fare un “copia e incolla†per vendere più copie (“L’Espresso†docet). Ma non fanno del tutto, non fanno fino in fondo, nemmeno questa operazione, perché è un giornalista esule del Corriere dello Sport, Luna, a fare i veri scoop.
Su quale giornale? “Il romanistaâ€. Perché? Perché ha almeno lo spirito di iniziativa di dare la mancetta a un solerte, o solo pettegolo, cancelliere per farsi passare le intercettazioni che le varie Procure non hanno avuto la solerzia di trasmettere ai giornali.
Che c’entra con il sistema calcio, che non è più il sistema Moggi ma il sistema calcio appunto?
C’entra per chi non fa il moralista di professione. Sono italiano, vivo tra di loro, ogni giorno al semaforo rosso c’è qualcuno che cerca di passarmi davanti sulla destra (e non solo a Napoli) oppure cerco di farlo io; ogni giorno qualcuno si vanta di aver trovato uno nuovo escamotage per beffare il fisco, i vigili urbani (è il mio caso, ausiliari annessi), il datore di lavoro.
Lo sport nazionale dopo il calcio è di fottere lo Stato.
Fingiamo di scandalizzarci, ma in realtà tutti sapevamo già tutto prima e ce ne vantiamo.
Tutti al rogo. E chissenefrega.
Non c’è dubbio che da anni il calcio sia porto franco, dove non solo i dirigenti hanno potuto fare qualsiasi cosa (passaporti falsi, bilanci falsi, fideiussioni false, campionati falsi, cartelle cliniche false o sparite dal Coni insieme con le provette, ecc. ecc.), ma anche i tifosi.
Puoi sparare, buttare giù i motorini, fermare un derby di Champions, insultare, picchiare, se vuoi strozzare tua suocera senza andare in galera basta che la porti allo stadio e le metti al collo la sciarpa dell’altra squadra. Tanto non ti prendono mai. E tutto questo non solo per colpa di Moggi, certo, perché lui su questa montagna di spazzatura si è andato a incoronare, creando una discarica tutta sua, ma i topi già c’erano e lui si è solo limitato a suonare il flauto.
Ma Borrelli si è seduto nel suo studio aprendo il plico su Calciopoli già sapendo tutto questo, già avendo questa sua teoria-tesi nella sua testa: doveva solo scriverla, non gli serviva fare l’inchiesta.
In questo sta l’errore che Palazzi (suo malgrado) ha stanato: Borrelli sapeva già chi era o qual era il diavolo, dov’era, che faccia avesse. Ha cercato freneticamente, avidamente, appassionatamente qualche indizio, qualche prova che inchiodasse Galliani, il Milan, Berlusconi, ma non l’ha trovata.
Si è attorcigliato su un tamponamento mentre doveva indagare su un omicidio plurimo, ma aveva da parte gli editorialisti d’Italia che in queste settimane hanno trattato l’omicidio plurimo come il tamponamento.
Non ne ha trovata una che sia lo straccio di una, di prova, invece, e Palazzi ha alzato le mani. Perché non solo da tutte le intercettazioni, da tutti gli imbrogli telefonici in cui compare anche l’Inter (con il suo presidente Facchetti, non con l’addetto agli arbitri) che viene accantonata rapidamente per motivi che forse conoscete, ma anche dalle 192 pagine consegnate da Borelli a Palazzi, c’è un grande assente, un illustrissimo assente: Adriano Galliani.
Quindi il Milan.
Quindi Berlusconi, con buona pace di chi parla di 2 sistemi analoghi.
Sono d’accordo, per principio e anche come pensano i tifosi milanisti, che non è bello che un dirigente di società sia anche dirigente di Lega. Specie se non porta vantaggi sul campo, anzi.
Non è bello, ma è lecito. Perché le regole lo prevedono. Infatti Galliani viene eletto con suffragi regolari (l’ultima volta 20 giorni fa…). Dove sta il conflitto di interessi nell’andare in giro da 2 anni con il proprio club perdente di lusso, a consegnare coppe italiane e scudetti nelle mani dei capitani di Inter e Juve negli stadi ululanti di tifosi interisti e juventini?
Borrelli e l’Italia moralista “scoprono†nel giugno 2006 la torta dei diritti tv.
Questa c’entra con il sistema nel senso che si rimpinzano tutti di quattrini, grazie ai diritti tv: fanno più scandalo i 70 milioni di euro di Sky all’Inter di Moratti – che Galliani ha sempre regolarmente votato, o i 5 che prendeva il Piacenza in A o che continua a prendere il Chievo, avendo la prima 28 (ripeto, ventotto) abbonati Sky e la seconda 103 (ripeto, 103)?
C’entra eccome, con il sistema. Ma con il sistema calcio, non con il sistema Moggi o con il sistema Galliani.
Quelle stesse regole che permettono a Galliani di stare seduto dov’è in Lega, prevedono per esempio, che Preziosi sia a piede libero nonostante la truffa di una partita comprata, che sia ancora il presidente del Genoa, e che sia il Genoa (la società , gli impiegati, i tifosi, i calciatori) che invece di fare la serie A, facciano la serie C.
Come prevedono che Moggi, Giraudo, Pairetto, Carraro eccetera non pagheranno niente, né in soldi né in galera né in titoli sportivi, ma pagheranno la Juve, la Fiorentina, la Lazio.
E qualcosina, suvvia, anche il Milan, come ne “Il sangue dei vintiâ€. Solo perché “si deveâ€, non perché sia giusto.
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LUCA SERAFINI
Grande Serafini