Materazzi: "Meglio stare zitti"
"Se parlo provoco una guerra mondiale" (
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Dopo la sentenza choc emessa dalla disciplinare Fifa che ha dato due giornate di squalifica a Materazzi, reo di aver istigato Zidane che gli ha risposto con la nota testata, è lo stesso difensore azzurro a commentare il verdetto. "Mi hanno pregato di non rispondere - ha affermato dalle colonne del "Giornale". - A costo di una grande fatica rispetto la consegna del silenzio, altrimenti provocherei la terza guerra mondiale".
Lo stesso Matrix non può che essere rimasto colpito dalla sentenza della disciplinare Fifa che gli ha inflitto due giornate di squalifica, contro le tre di Zidane reo di aver dato la famosa testata nel corso della finale del Mondiale di Germania. La motivazione è che l'azzurro abbia istigato il fantasista francese, anche se la differenza della pena pare troppo sottile per il gesto compiuto da Zizou, rispetto ad una provocazione, per quanto pesante possa essere stata.
E lo stesso Materazzi, sebbene abbia voglia di dire la sua, preferisce glissare l'argomento. "Mi hanno pregato di non rispondere - ha commentato a "Il Giornale" - di non parlare. A fatica, a costo di una grande fatica, rispetto la consegna del silenzio. Lo faccio perchè sono consapevole dei rischi che correrei. Provocherei la terza guerra mondiale. E chiudiamola qui". E così Matrix torna a parlare della cavalcata Mondiale, che gli ha regalato forti emozioni sul campo, rivissute nei giorni scorsi quando ha potuto rivedere le partite dell'Italia, cogliendo tanti piccoli particolari a cui non si dà peso dal campo. Ma il ritorno alla normalità è stato modo per Matrix anche di notare che ormai è diventato un fenomeno del costume italiano. "Mi hanno divertito alcune manifestazioni di simpatia e di solidarietà - ha raccontato. - Per esempio i filmini su Internet, per esempio il sito a me dedicato. Mi fa molto piacere e non pensavo di diventare così trasversale. Sono stato sempre così, solo che ho pagato, a caro prezzo, una serie di errori commessi in passato. La mia vita è la famiglia, lì dentro sono il Materazzi autentico e non sono mai stato una persona diversa".
Matrix, dalla Maldive dove sta passando gli ultimi giorni di vacanza, svela anche la sua immagine simbolo del Mondiale. "Ho impressa nella memoria - spiega l'azzurro - la corsa di 70 metri fatta da Buffon per venire ad abbracciarmi dopo il gol alla repubblica Ceca. Io sono un timidone, avevo dentro una carica terribile. La rabbia covava dal Mondiale del Giappone, dal mio ingresso contro la Croazia, dall'esito sfortunato di quella gara e dalla stroncature, immeritate, che ne seguirono sui giornali". Ma ora è tutto passato, Marco Materazzi è diventato un simbolo della nazionale, e non più solo un idolo per gli interisti. "Penso di sì - ammette - ed è forse il più grande successo, dopo la coppa del Mondo".