SCANDALO CALCIO - OPERAZIONE "PIEDI PULITI"

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Messaggioda kaa il mar giu 13, 2006 10:58 am

La Roma nella bufera: finalmente i magistrati indagano sui rapporti Bergamo-Sensi. Stagliano indagato per insabbiamento?

L'ex arbitro Paolo Bergamo nell'interrogatorio del 25 maggio scorso ai Pm di Napoli ha ammesso di aver avuto da Moggi un cellulare riservato: "Moggi mi consegnò probabilmente tra dicembre 2004 e gennaio 2005 un apparecchio cellulare di nazionalità sicuramente non italiana. Mi viene chiesto attraverso quale azione materiale io effettuavo la ricarica della scheda telefonica ed io rispondo che su indicazione di Moggi digitavo un codice numerico sull'utenza cellulare sapendo che attaverso questa semplice operazione la scheda veniva ricaricata. Ignoravo quale fosse la persona fisica o giuridica che si accollava in quel momento la spesa per la ricarica". Intanto da Milano rimbalza la domanda: che fine ha fatto in Federcalcio il fascicolo intestato a Bergamo e Franco Sensi presidente della Roma? L'avvocato Mario Stagliano, fino alle scorse settimane vicecapo Ufficio Indagini dice che alla Federcalcio non è mai arrivato il fascicolo, ma Stagliano non pare affatto attendibile, anzi si sospetta che proprio lui potrebbe aver insabbiato il presunto illecito presso l'Ufficio Indagini della Federcalcio. Invece le procure di Roma e Livorno affermano di aver trasmesso una nota alla giustizia sportiva. La vicenda finisce sui giornali (ne scrivono Espresso e Il Tirreno) nell'autunno scorso, ma risale al novembre 2003. Si tratta di un inchiesta della Guardia di Finanza sull'imprenditore livornese Mario Saporito. Nel suo ufficio vengono piazzate le microspie perché si cerca di indagare su un giro di appalti. Le cimici registrano alcuni colloqui tra Saporito e Paolo Bergamo, l'ex designatore arbitrale che a Livorno è contitolare dell'agenzia Ina-Assitalia. Bergamo racconta all'amico di un incontro con Sensi avvenuto a Roma a villa Pacelli. I due parlano di alcuni quadri che dovrebbero andare in dono al Papa e degli orologi che la Roma aveva regalato agli arbitri. Poi il discorso cade su un affare da due miliardi di lire. La compagnia petrolifera di Sensi la Italpetroli, è proprietaria a Civitavecchia di una piattaforma per lo stoccaggio di combustibili. E assicurare quegli impianti vale un premio consistente. Però visto il ruolo di Bergamo nel mondo del calcio quell'affare non può essere roba sua. Tuttavia, nelle registrazioni Bergamo spiega a Saporito quanto accaduto dopo l'incontro con Sensi. Bergamo dice: "Dopo un mesetto e mezzò mi chiamò Assitalia...c'è un mio amico, dirigente massimo del settore civile...se questo mi imbocca 600 milioni io non posso dire niente". Non solo. Bergamo sempre parlando con Saporito racconta che il presidente della Roma, allora in polemica contro arbitraggi giudicati dannosi per la sua squadra, avrebbe indicato una rosa di cinque nomi di suo gradimento tra i direttori di gara. A quanto si è saputo la polizza è stata stipulata (Ina-Assitalia era anche sponsor della Roma) e l'agente firmatario non è stato Paolo Bergamo. Però due giorni dopo la pubblicazione di questa notizia sul Tirreno (il 4 luglio 2005) Bergamo si dimette dalla Federcalcio e si dichiara estraneo alla vicenda.
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Messaggioda kaa il mar giu 13, 2006 11:00 am

Calciocaos, Napoli: 37 sotto accusa. C’è anche la Sampdoria

Chiuse le indagini. Pentito l’ex segretario della Can. Nell’inchiesta entra Riccardo Garrone

Le rivelazioni di un pentito, e per di più ben informato. Tanti interrogatori, dai quali emerge con sempre maggiore chiarezza il ruolo di designatori, arbitri e guardalinee controllati da Luciano Moggi e pronti ad aiutare Juventus, Lazio, Fiorentina e Milan nelle fasi decisive del campionato 2004-2005. E un nuovo ingresso nell’inchiesta: anche la Sampdoria è ufficialmente nel mirino per la partita diretta da Dondarini e vinta 3-0 contro la Fiorentina del campionato 2004-2005. Una svolta che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati del presidente blucerchiato Riccardo Garrone.
I magistrati di Napoli hanno notificato gli avvisi ai 37 indagati per i quali si apprestano a presentare la richiesta di rinvio a giudizio per frode sportiva. E i nomi dei «big» ci sono tutti: l’ex dg bianconero e il figlio Alessandro, Diego e Andrea Della Valle, Claudio Lotito, l’addetto ai direttori di gara della società di Adriano Galliani, Leonardo Meani, l’ex presidente della Figc e il suo vice, Franco Carraro e Innocenzo Mazzini. Ottanta pagine in cui sono raccolti gli elementi d’accusa, gli interrogatori e ulteriori stralci di intercettazioni telefoniche dalle quali traspare un quadro sempre più grave per il mondo del calcio e per i protagonisti che presto dovranno affrontare i processi della giustizia sportiva.
Nel provvedimento messo a disposizione degli avvocati proprio nel giorno in cui la Nazionale fa il suo esordio ai mondiali in Germania ci sono molti omissis che potrebbero nascondere nuovi e clamorosi sviluppi. Viene descritto in maniera particolareggiata il lavoro di Moggi senior per raccogliere almeno dieci schede per cellulari e ben 300 ricariche svizzere o del Liechtenstein (anonime o intestate al padre Arturo) non intercettate e da lui distribuite agli «amici» (una è certamente stata utilizzata da Bergamo che lo ha ammesso). E vengono illustrate le rivelazioni di Manfredi Martino, l’ex segretario della Can che ha consentito ai pm di ricostruire ruoli, complicità e connivenze.
È lui a raccontare la frenetica attività della «zarina» della Figc: «Il rapporto particolare tra Maria Grazia Fazi e le società Juventus e Milan nasce nell’agosto del 2003 in occasione della gara di super coppa Milan-Juve che si disputò a New York», fa mettere a verbale. «La Fazi, collaboratrice di Bergamo e Pairetto, ma soprattutto molto legata a Bergamo— aggiunge Martino— voleva a tutti i costi fare il viaggio nella città americana. La sua insistenza fu tale che i designatori decisero di anticipare i soldi del biglietto e di farla viaggiare sullo stesso aereo su cui c’era la quaterna arbitrale, ovvero Collina, gli assistenti Ivaldi e Pugliesi e il quarto uomo De Santis». Martino specifica: «La Fazi aveva un così forte potere nella Federazione che, al di là del rapporto con Bergamo, credo che lei era a conoscenza di moltissimi fatti segreti e che usasse questa sua conoscenza per ricattare». Tesi respinta però dal difensore della donna, Gaetano Scalise.
E poi nell’avviso agli indagati c’è il capitolo dedicato ai sorteggi «taroccati», quando si trattava di abbinare gli arbitri alle gare. «Nel corso degli anni le sfere sono state sempre le stesse, e con il passare del tempo presentavano visibili segni di usura... una perdita della vernice nella parte della rigatura per l’avvitatura...». E qui Martino fa capire che Pairetto era un maestro nel trovare la pausa per poter scegliere la biglia con il nome «gradito».
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Messaggioda columbia83 il lun giu 19, 2006 11:38 am

Calciopoli, a rischio scudetto 2006
Rossi non vuole assegnare ultimo titolo

In attesa che Borrelli consegni al Procuratore Federale la relazione degli 007, prende sempre più corpo l'ipotesi che anche lo scudetto 2006 non venga assegnato. Secondo il "Corriere della Sera" Guido Rossi, oltre a invalidare il campionato 2005, ha intenzione di "cancellare" anche quello appena conclusosi. Sul fronte indagini, è emerso che Pairetto era socio in affari di Romy Gai, direttore commerciale della Juve.

Si allarga a macchia d'olio l'inchiesta sugli illeciti del calcio. Ora, oltre al campionato 2004-2005, su cui si concentrarono le intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli, è in bilico anche quello appena concluso. Guido Rossi e il suo pool lo ritengono viziato e stanno valutando l'ipotesi di non assegnare nemmeno lo scudetto 2006. L'intenzione, secondo quanto riportato dal "Corriere della Sera", è quella di riscrivere la classifica per stabilire quali squadre possano partecipare alla Champions League e coppa Uefa e quali debbano invece retrocedere, ma senza assegnare il titolo.

Intanto, Francesco Saverio Borrelli, insieme ai suoi collaboratori, sta ultimando la relazione, che verrà consegnata lunedì al procuratore federale. Toccherà poi a Stefano Palizzi, giovane magistrato militare di Napoli, fare i deferimenti, al massimo entro mercoledì 21. A rischiare sono Juve, Milan, Fiorentina e Lazio. I quattro club iscritti alle Coppe dovrebbero essere rinviati a giudizio per illecito sportivo e, nella migliore delle ipotesi, in base all'articolo 1, il codice di lealtà. Le pene vanno dalla penalizzazione in classifica alla retrocessione all'ultimo posto (quindi, in serie B). Il 27-28 giugno, via al maxiprocesso, probabilmente allo stadio Olimpico. L'8 o il 9 luglio, le sentenze di primo grado. Poi l'appello davanti alla Corte Federale e chiusura entro il 20-22 luglio, in tempo per le Coppe Europee (il 28 sorteggio dei preliminare di Champions).
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Messaggioda gius il mar giu 20, 2006 7:40 am

Borrelli: «C'era anche il sistema Milan»
Consegnati gli atti alla Figc: relazione di 193 pagine. Le responsabilità della Juve, casi meno gravi per Lazio e Fiorentina

ROMA - In questi anni il calcio italiano è stato «un grande inganno ai danni dei tifosi». Così scrive Francesco Saverio Borrelli nelle 193 pagine di conclusioni che costituiscono il riassunto della relazione consegnata ieri al Procuratore federale Stefano Palazzi. Con diversi livelli di responsabilità, ma il grande inganno ha prodotto una lunga serie di «illeciti strutturati» che non dipendevano soltanto dalla rete moggian-giraudiana. «Esisteva solo il sistema Juve» disse Adriano Galliani il 3 giugno, frase ripetuta più volte. L’Ufficio indagini la pensa diversamente. E dopo averla evitata per due settimane, la parola «sistema» viene usata da Borrelli per definire due realtà. Juventus, ovviamente, ma anche Milan, un gradino più sotto. Se vogliamo, è l’unica vera sorpresa della relazione consegnata dall’Ufficio indagini al procuratore federale Stefano Palazzi: il Milan ne esce male, peggio di Fiorentina e Lazio.

Nella ricostruzione fatta dell’Ufficio indagini, la società bianconera e il «sistema Moggi» sono al vertice di questo potere occulto del calcio, controbilanciato da un «sistema Milan» che ha nel carneade Leonardo Meani, l’addetto agli arbitri, un mero esecutore. L’ex procuratore di Mani pulite fa ovviamente distinzioni sui diversi gradi di responsabilità. La rete moggiana aveva innumerevoli ramificazioni e un maggiore potere di penetrazione all’interno del mondo del calcio grazie alle conoscenze accumulate dall’ex direttore generale della Juventus e all’uso che ne faceva. Si era creato un ombrello sotto al quale cercavano di ottenere vantaggi e prebende altre società e altri tesserati. L’arbitro Massimo De Santis viene considerato a tutti gli effetti un esponente di spicco della rete moggiana.

Per l’Ufficio indagini, il sistema Milan è molto più «autoreferenziale»; la società rossonera badava insomma soltanto ai propri interessi e alla propria tutela. Ma si faceva forza di un implicito potere di persuasione che derivava dal peso politico dei propri dirigenti. Nella parte della relazione che riguarda i rossoneri ci sono riferimenti espliciti alla questione dei diritti televisivi. In controluce, senza essere mai nominato, emerge il conflitto di interessi tra l’Adriano Galliani vicepresidente del Milan e il Galliani presidente della Lega calcio. Una situazione capace di condizionare designatori, arbitri, e anche l’ex presidente della Federcalcio Franco Carraro. La posizione di Galliani è decisiva ai fini di stabilire una responsabilità diretta del Milan. Di sicuro, sia lui che Meani non hanno convinto Borrelli, che ha rilevato alcune discrepanze e incongruenze tra le loro dichiarazioni. Galliani ha sostenuto che il suo addetto agli arbitri era inquadrato con un contratto da co.co.co., ma Meani risulta in carica fino al 30 giugno 2006 in un ruolo delicatissimo e soprattutto unico. Nessun’altra società dispone di un dirigente con tali mansioni. Tira aria di deferimento per Meani, ma anche per Galliani, Palazzi dovrà valutare per quale tipo di reato.

La relazione dell’Ufficio indagini disegna una specie di griglia delle responsabilità. Se Juve e Milan sono in prima fascia, Fiorentina e Lazio vengono dopo. Vengono inquadrate come società più deboli rispetto alle due «corazzate», che prima vengono concusse e poi accettano di farsi coinvolgere dal sistema. È un’altra piccola sorpresa di questa relazione. L’Ufficio indagini in qualche modo tiene conto della situazione subalterna delle due società, però sottolinea anche come i massimi dirigenti di Fiorentina e Lazio fossero al corrente del malaffare esistente, ma si siano ben guardati dal denunciarlo nelle sedi competenti e vi abbiano poi aderito, seppur con diverse gradazioni (le intercettazioni riguardanti la Fiorentina vengono ritenute oggettivamente più gravi di quelle della Lazio). La posizione della Sampdoria viene ritenuta molto marginale.

La relazione, che conta 7.000 pagine di allegati, è divisa in sei capitoli. Il più corposo è quello riguardante il sistema delle designazioni e gli arbitri. L’Ufficio indagini lascia capire che nel 2004-2005, il sistema di suddivisione delle partite in fasce era facilmente infiltrabile e vulnerabile. Tra le giacchette nere non si salva quasi nessuno, e i silenzi davanti a Borrelli hanno finito per trasformarsi in un boomerang. Dall’inchiesta escono in pochi, figure di secondo piano. La ricostruzione del ruolo e delle responsabilità degli ex designatori Bergamo e Pairetto è tra le parti più dure del testo. Nessuna attenuante. Stesso trattamento per il designatore dei guardialinee Gennaro Mazzei, considerato subalterno al Milan, sul quale pesa l’aggravante dell’assoluto potere discrezionale di cui disponeva, essendo la scelta degli assistenti arbitrali sottoposta soltanto al suo libero arbitrio.

Dalle pagine riguardanti Franco Carraro emerge la sua conoscenza del sistema di potere sul quale si basava il calcio. L’Ufficio indagini lo riterrebbe responsabile non soltanto di omesso controllo, ma di una certa connivenza, dovuta alla necessità di mantenere intatti gli equilibri politici che gli consentivano di rimanere in sella alla Federcalcio. Poteva vigilare, ma non lo ha fatto per convenienza, il senso è questo. Anche la posizione del segretario della Figc Francesco Ghirelli (deferibile in quanto anche segretario del consiglio federale) sembra compromessa. «Il mondo del calcio - ha detto Borrelli prima di rientrare a Milano - non è malato alla radice, è malato in certe sue ramificazioni». A provocare certe anomalie, ha aggiunto, è il modo di porsi di alcune persone e di determinati interessi. La sua relazione finale è una fotografia del calcio italiano. Un atto di accusa che si tirerà dietro una valanga di deferimenti, per illecito. Luciano Moggi non è più un tesserato, e quindi ritiene di non dover essere giudicato dalla giustizia sportiva. In caso di deferimento, i suoi avvocati si appelleranno al precedente di Emiliano Salvarezza, ex dirigente della Sampdoria, che nel 2001 fu deferito per la vicenda dei passaporti falsi nonostante si fosse dimesso dalla propria carica. Fece ricorso alla magistratura ordinaria che gli diede ragione, condannando la Figc a pagare anche le spese legali. Al processo, Luciano Moggi non vuole proprio esserci, neppure in spirito.

E i comunisti colpiscono ancora!!! Sto sistema Milan solo Borrelli lo vede
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Messaggioda gius il mar giu 20, 2006 9:38 am

Sulla gazzetta dello sport di oggi si parla di violazione dell'art.6 per tutte e 4 le squadre e le pene per ogni squadra:

Juve in C
Milan in B se viene deferito Galliani
Lazio e Fiorentina penalizzate e fuori dalle coppe

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Messaggioda nash il mar giu 20, 2006 9:58 am

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Messaggioda columbia83 il mer giu 21, 2006 4:34 pm

Calciopoli: slittano i deferimenti
Rossi: "Giovedì dopo chiusura Borsa"

Il Procuratore Federale Stefano Palazzi, letta la relazione di Francesco Saverio Borrelli, comunicherà giovedì i deferimenti per il maxi processo estivo che scatterà allo stadio Olimpico la settimana prossima. Tremano Juve, Milan, Fiorentina e Lazio, oltre a 40 tra dirigenti, arbitri e assistenti. Lo ha annunciato Guido Rossi. "Saranno resi noti giovedì, alla chiusura della Borsa, così come ha richiesto la Consob".

I deferimenti sono pronti, o meglio quasi. Il Procuratore Federale ha fatto gli straordinari per leggere attentamente le 193 pagine di relazione presentata dal capo dell'Ufficio Indagini, Francesco Saverio Borrelli, ed è pronto a far scattare subito i provvedimenti. Nella serata di giovedì, dopo la chiusura della Borsa così come ha richiesto la Consob, le squadre e i personaggi coinvolti dovrebbero conoscere quale grado di coinvolgimento avranno nel maxi-processo che scatterà all'inizio della prossima settimana allo stadio Olimpico di Roma. I risultati, in un primo momento, sembrava dovessero essere resi noti entro la serata di mercoledì, ma poi, visto che giovedì pomeriggio l'Italia si gioca la qualificazione agli ottavi dei Mondiali di Germania 2006, si è deciso per uno slittamento, di modo che gli azzurri possano preparare al meglio la gara senza distrazioni. Anche perché dei 23 elementi della rosa, la bellezza di 13 appartengono a squadre coinvolte. E così i nostri azzurri potranno scendere in campo con la Repubblica Ceca senza dover pensare alla faccenda calciopoli, i riflettori sullo scandalo del calcio italiano si accenderanno solo a partita conclusa.

Palazzi dovrà decidere chi ha commesso illeciti sportivi con responsabilità diretta e chi invece con responsabilità oggettiva. I club coinvolti (Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio, mentre sembra più tranquilla la posizione di Sampdoria e Udinese) rischiano la retrocessione con penalizzazione o la sola penalizzazione. Pesanti anche le possibili sanzioni a carico di dirigenti, arbitri e assistenti, che rischiano pesanti squalifiche e anche la radiazione. Secondo alcune indiscrezioni Palazzi non sarà affatto tenero: una nuova era del calcio sta per avere inizio.

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Messaggioda columbia83 il gio giu 22, 2006 5:37 pm

Calciopoli: deferite 4 squadre
Sono Juve, Lazio, Fiorentina e Milan

Dopo aver esaminato la relazione dell'Ufficio Indagini, il procuratore federale Palazzi ha deferito Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina. Il club bianconero è stato deferito per responsabilità diretta e oggettiva e rischia la retrocessione in B con forte penalizzazione o la serie C. Stessa ipotesi di reato per Lazio e Fiorentina. Sola responsabilità oggettiva reiterata per il Milan, che rischia una penalizzazione in A.
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Messaggioda Zack il gio giu 22, 2006 5:46 pm

ma spiegarlo meglio no????!?
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Messaggioda columbia83 il gio giu 22, 2006 5:52 pm

aspè Glorious :lol:



Deferite in 4, con Juve e Milan
Oltre a bianconeri e rossoneri il procuratore federale Palazzi ha rinviato a giudizio anche Lazio e Fiorentina. E 30 tesserati in totale. Violazione degli articoli 1 e 6
Stefano Palazzi, procuratore federale. Ansa
Stefano Palazzi, procuratore federale. Ansa
MILANO, 21 giugno 2006 - BUFERA CALCIO, I FATTI DI OGGI
Gli aggiornamenti della giornata in tempo reale.
19.28 - L'articolo 1 del codice di giustizia sportiva riguarda i "doveri e gli obblighi generali", mentre l'articolo 6 è relativo a "illecito sportivo e obbligo di denunzia". Questo il testo integrale dell'articolo 1: "1. Coloro che sono tenuti all'osservanza delle norme federali devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva; 2. Ai soggetti di cui al comma 1 è fatto divieto di dare comunque a terzi notizie o informazioni che riguardano fatti oggetto di procedimenti disciplinari in corso. 3. I dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati, se convocati, sono tenuti a presentarsi dinanzi agli Organi di giustizia sportiva. 4. Ai soci di associazione sono equiparati, ai fini del presente Codice, i soci delle società sportive cui è riconducibile, direttamente o indirettamente, il controllo delle società stesse».
Così invece l'articolo 6: "1. Il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica, costituisce illecito sportivo; 2. Le società, i loro dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati che commettono direttamente o che consentono che altri compiano, a loro nome o nel loro interesse, i fatti di cui al comma 1, ne sono responsabili; 3. Se viene accertata la responsabilità diretta della società ai sensi dell'art. 2, comma 4, il fatto è punito con le sanzioni di cui all'art. 13, comma 1, lettere g) o h), salva la maggiore sanzione in caso di pratica inefficacia di tale pena; 4. Se viene accertata la responsabilità oggettiva o presunta della società ai sensi dell'art. 9, comma 3, il fatto è punito, a seconda della sua gravità, con le sanzioni di cui all'art. 13, comma 1, lettere f), g), h) e i); 5. I dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati riconosciuti responsabili di illecito sportivo sono puniti con una sanzione non inferiore all'inibizione o squalifica per un periodo minimo di tre anni; 6. In caso di pluralità di illeciti ovvero se lo svolgimento o il risultato della gara è stato alterato, oppure se il vantaggio in classifica è stato conseguito, le sanzioni sono aggravate; 7. I dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati che comunque abbiano avuto rapporti con società o persone che abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi precedenti, ovvero che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno di detti atti, hanno il dovere di informarne, senza indugio, la Lega od il Comitato competente ovvero direttamente l'Ufficio indagini della FIGC".
19.18 - Trenta deferimenti in totale per l'inchiesta sul calcio. Il commissario straordinario della Figc Guido Rossi ha reso noto, con un comunicato, che il procuratore federale Stefano Palazzi "ha notificato a 30 soggetti incolpati tra cui le società Fiorentina, Juventus, Lazio e Milan i provvedimenti di deferimento alla commissione d'appello federale per violazioni dell'art. 1 e/o 6 del codice di giustizia sportiva. Gli incolpati potranno ritirare gli atti relativi ai deferimenti a partire dal 23 giugno (domani; n.d.r.) presso la segreteria della commissione d'appello federale della Figc".
19.13 - Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio sono state deferite alla Caf dal procuratore federale Stefano Palazzi, per violazione dell'articolo 1 e/o 6 del codice di giustizia sportiva.
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