BERGAMO-GALLIANI
Telefonata del 17 maggio del 2005, il designatore arbitrale racconta la sua delusione per la sconfitta del Milan nella sfida scudetto e la passione rossonera della sua famiglia.
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L'ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo: «Non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto...».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l'operazione Istanbul... domenica brutto».
Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell'intervallo una vergogna (nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».