da fedemadferit il gio apr 19, 2007 11:27 am
La prova della cupola: 21 schede telefoniche
La Procura inchioda Moggi, gli ex designatori e gli arbitri "La rete parallela conferma l' associazione per delinquere"
dal nostro inviato MAURIZIO GALDI (gazzetta)
NAPOLI «L' aver trovato una sorta di rete telefonica parallela, riservata a un gruppo ristretto di persone, è la conferma dell' esistenza di un' associazione per delinquere che avevamo già ipotizzato nella prima fase dell' inchiesta». Nulla di ufficiale, ma in Procura a Napoli è questa la voce che si diffonde anche a risposta delle molte obiezioni già preparate dalla difesa. «Non si guarda alle gare, si lavora sul complesso dei contatti», è la conclusione del discorso.
21 SCHEDE I carabinieri di via in Selci a Roma hanno lavorato sulle schede telefoniche straniere di cui già si parla nelle prime tre informative del 2006. Il maggiore Attilio Auricchio, prima di lasciare la seconda sezione, ha completato il lavoro iniziato tracciando una mappatura delle utenze riservate che venivano effettuate con schede della Switzerland Mobile Sunrise, di un operatore sloveno e di un altro del Liechtenstein. «Cinque schede sono in uso a Moggi Luciano, 2 a Bergamo Paolo, 2 a Pairetto Pierluigi...», comincia così il capitolo dell' informativa 554/100 - 1 del 28 marzo di quest' anno che riguarda le 21 schede telefoniche «tracciate» e il relativo traffico emerso dai tabulati. In allegato i riscontri con le utenze telefoniche degli arbitri Paparesta, Pieri, Cassarà , Dattilo, Racalbuto, Bertini, Gabriele, De Santis e dell' assistente Ambrosino, che sono servite a dare la conferma dell' assegnazione di quelle schede proprio agli stessi arbitri.
INTRECCI I carabinieri fanno anche un dettagliato esame della distribuzione delle schede e così emerge che tutti gli arbitri hanno una sola scheda ad eccezione di Racalbuto che ne ha due come i due ex designatori e il direttore sportivo Mariano Fabiani. Ma come funzionavano le telefonate all' interno del gruppo? Gli investigatori hanno stabilito che Moggi era l' unico a parlare sia con i designatori che con gli arbitri, mentre Fabiani teneva i contatti solo con i direttori di gara. Bergamo e Pairetto non utilizzavano le schede riservate per contattare gli arbitri.
CONFERME Ma il sistema che gestiva il potere all' interno della struttura federale è stato confermato ai magistrati anche da alcuni insospettabili testi. Ecco che nei documenti che stamane saranno consegnati ai legali, troviamo alcune conferme del sistema che aveva portato al doppio designatore. In premessa i magistrati ripercorrono la genesi con una cena a casa del presidente Carraro alla quale presero parte i presidenti delle sette principali società , le «sette sorelle» che non trovarono l' accordo su un nome unico e decisero per la doppia figura. Ma non sono novità , lo stesso Carraro lo aveva detto agli organi di giustizia sportiva durante le sue audizioni. Forse le vere novità riguardano alcune «incongruenze» che i testi hanno segnalato ai magistrati relativamente alla gestione della giustizia sportiva. In particolare su segnalazioni precise, i carabinieri hanno acquisito documentazione relativa ai verbali del caso dei calciatori Boudianski e Zetulayev, prima inseriti, poi spariti e in seguito reinseriti in altro comunicato.
Le scuse a Moggi incastrano Paparesta
L'arbitro telefona all'ex d.g. su un numero svizzero dopo Reggina-Juve: i magistrati lo intercettano. E un dipendente della Figc parla dell'elenco speciale usato da Pairetto
Napoli, 19 aprile 2007 - Sono 31 le schede telefoniche che i carabinieri del Nucleo operativo di via in Selci a Roma hanno cercato di “tracciare†per risalire ai titolari, fino a “stabilire, a livello indiziario, che delle 31 utenze individuate, 21 erano in possesso a persone emerse nel corso delle indaginiâ€. Il criterio è lo stesso che ha portato all'identificazione del traffico telefonico di componenti le cupole mafiose: un intreccio di verifiche tra le celle (le stazioni dalle quali parte il segnale di trasmissione per i telefonini) di transito delle telefonate e la posizione della persona che doveva essere il presunto utilizzatore di quel numero telefonico.
INTRECCI L’utilizzo delle schede svizzere da parte dei direttori di gara rappresenta probabilmente l’unica vera e grossa novità del materiale di Moggiopoli bis. Come i carabinieri siano riusciti a identificare i vari Bertini, Paparesta, Racalbuto, Dattilo, Cassarà , De Santis, Gabriele e l’assistente Ambrosino, saranno gli argomenti principali di obiezione delle difese. Alcune differenze tra gli schemi e quanto riportato viene già fatto notare ai cronisti, ma i magistrati si sentono sicuri delle loro conclusioni.
PASSO FALSO Secondo gli investigatori sarebbe quello di Paparesta, che non ha mai negato di aver telefonato a Moggi per “scusarsi†dopo l’arbitraggio di Reggina-Juventus. A pagine 41 dell’informativa 554/100 dei carabinieri si legge infatti: “Ulteriori indizi che convergono sull’arbitro Paparesta quale verosimile utilizzatore dell’utenza esaminata, emergono altresì dall’unione delle risultanze acquisite nel corso dell’attività di intercettazione già esperita durante l’indagine e i dati del traffico dell’utenza svizzera in argomento. In particolare il 7 novembre 2004, mentre Moggi era al telefono con S.G. riceve una telefonata su un’altra utenza non monitorata il cui interlocutore appare essere Gianluca Paparesta. Tale contatto trova riscontro nell’analisi del traffico telefonico dell’utenza straniera esaminata, nella coincidenza di orario e di durata della telefonata delle ore 12.11 in uscita dal numero in uso a Paparesta e in entrata a Moggi, della durata di 50 secondiâ€.
LA GENESI Tutto parte dall’identificazione, nel corso del lavoro di intercettazione effettuato dai carabinieri, di una utenza svizzera per una chiamata che l’ex designatore Paolo Bergamo fa il 9 febbraio 2005 a Luciano Moggi. Immediatamente fu acquisito il tabulato del traffico telefonico di quel numero della Switzerland Mobile Sunrise, dal quale risultava che il traffico era sempre diretto verso altre due utenze dello stesso gestore svizzero, il distributore ammetteva che “le schede erano state acquistate da collaboratori di Moggi, e che non erano le unicheâ€. A fare gli acquisti era un collaboratore della Juventus, G.B., che conferma: “... nelle volte successive in cui ho fatto questo genere di cortesia al sig. Moggi, ho sempre chiamato prima T., il quale mi faceva trovare quanto mi serviva direttamente in busta chiusa. Pagavo quanto gli era dovuto (in contanti, ndr) e ritornavo in sede con il pacchetto che consegnavo nelle mani del signor Moggiâ€.
ALTRE CONFERME Ulteriori conferme del “sistema†i magistrati le hanno avute anche da Dario Galati, dipendente Figc, che ha anche parlato di un “elenco†dal quale avrebbe attinto Pairetto nella scelta degli arbitri. Chiarendo di “non sapere di preciso a cosa si riferisse Pairettoâ€, Galati aggiunge: “Certamente non erano gli elenchi delle turnazioni settimanali degli arbitriâ€. Inoltre ha raccontato di come spesso le designazioni per gli anticipi di B non fossero fatte per sorteggio.
BORRELLI E GUSSONI Intanto ieri in Procura a Napoli è arrivato l’Ufficio indagini. Francesco Saverio Borrelli, accompagnato dai vice Loli Piccolomini, De Feo, Ricciardi, e il segretario Martucci sono stati ricevuti dai pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Oltre due ore di colloquio ma gli 007 federali non hanno ricevuto il materiale relativo all’indagine. Arriverà oggi e comincerà l’esame, presumibilmente solo i primi giorni di maggio sarà possibile iniziare con le prime audizioni. Sempre oggi il presidente dell’Aia Gussoni incontra sia Borrelli che Abete per decidere la strategia sugli arbitri: sospendere i più coinvolti e far ripartire gli altri è la sua volontà .
Maurizio Galdi (gazzetta)