Calciopoli/Moggiopoli - Parte II^ (Aprile 2007)

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Messaggioda fedemadferit il mar apr 17, 2007 6:12 pm

Calciopoli: un sistema triangolare
Sim scoperte su tracce di Paparesta


Un sistema triangolare adottato per condizionare l'esito delle partite. Particolari emergono dall'indagine napoletana su Calciopoli. Moggi telefonava a arbitri e designatori, Fabiani agli arbitri, ma i designatori non parlavano mai con i direttori di gara. Così venivano utilizzate le 21 schede svizzere acquistate a Chiasso da Fabiani. Tra gli indizi una telefonata fatta da Paparesta ai familiari con la scheda elvetica.
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Messaggioda fedemadferit il mar apr 17, 2007 6:19 pm

Interistiorg:
E come il postino che suona sempre due volte e l'assassino che prima o poi torna sul luogo del delitto anche si sta per abbattere sulla serie A per la seconda ondata di Calciopoli. Al centro dell'inchiesta della procura di Napoli ci sono 15 partite del campionato 2004-05, la più importante delle quali è lo 0-0 tra Milan e Juventus: l'accusa verterebbe soprattutto su quarantadue chiamate intercorse tra Moggi, il suo complice Fabiani e l'arbitro Bertini. Noi che siamo garantisti fino al midollo siamo certi che fino a prova contraria quelle quarantadue chiamate sono servite a Moggi ad augurare una buona partita all'arbitro (trovando sempre il telefono occupato, che sfiga!), e in fiduciosa attesa della sentenza ci lanciamo con i soliti numeri sicuri:
- 42: le telefonate;
- 13: le chiamate a Bertini;
- 29: i cavoli amari;
- 77: l'arbitro Bertini, qulla persona squisita che inventò il rigore per mani inesistente di Cordoba e assegnò il gol al Perugia su schiacciata di Vryzas;
- 11: lo stretto di Messina;
- 12: la stretta sul Messina;
- 69: la Moggi league.

Per ambo su Napoli, Palermo, e Torino. Nella foto, in una delle partite del campionato non di cartone, Cannavaro manda all'ospedale Mudingayi fra l'indifferenza della folla.
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:lol: :lol: :lol:
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Messaggioda Promentory1985 il mer apr 18, 2007 8:33 am

mortacci sua sto bavoso de cannamerda
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Messaggioda fedemadferit il gio apr 19, 2007 8:21 am

"Designatori eletti a casa Carraro"
Ancora accuse da ex dipendente Figc


Ancora accuse sulla legittimità dei designatori degli arbitri in regime di Calciopoli. Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto sarebbero stati nominati "al di fuori delle sedi istituzionali". Lo ha detto Dario Galati il 22 febbraio scorso interrogato dai Carabinieri di Roma in riferimento ai campionati 1999 e 2000. I due sarebbero stati scelti durante una cena a casa di Franco Carraro, all'epoca dei fatti presidente di Lega.

Continuano ad emergere particolari sullo scandalo Calciopoli, quelli che in tutta la prima fase erano rimasti nascosti perché, in parte, ritenuti secondari rispetto all'urgenza di scovare manovre ben più gravi. Dopo la chiusura dell'indagine partenopea con altri particolari a minare la serenità non ancora ritrovata del calcio italiano, emergono nuove situazioni non ancora rese di dominio pubblico. Sotto accusa il sitema arbitrale con riferimento ai campionati 1999 e 2000 e l'illegittimità di Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto all'epoca designatori. Secondo quanto riferito da un ex dipendente della Figc, sentito dai Carabinieri il 22 febbraio scorso, Dario Galati, la scelta dei due avvenne "in sede non istituzionale", cioè in una cena a casa di Carraro all'epoca presidente di Lega. Il regolamento prescriveva che la nomina dei designatori doveva essere fatta dal presidente della Figc (Luciano Nizzola). Al famoso banchetto furono invitate sette società, Milan, Juventus, Inter, Parma, Fiorentina, Roma e Lazio, ma Galati non è a conoscenza dell'eventale presenza di Nizzola.

Altra magagna svelata dall'ex dipendente federale è quella riguardante le designazioni per gli anticipi di serie B, per i quali non sempre si procedeva al sorteggio. "Il giovedì presso la Can si procedeva al sorteggio dell'anticipo della serie B - ha detto ancora - A tale sorteggio generalmente non assisteva nessuno, solo, a volte, un addetto stampa della Figc. Accadeva, contrariamente al regolamento, che il sorteggio non veniva fatto, in quanto il nome mi veniva indicato telefonicamente da Pairetto, e successivamente dalla Fazi, quando quest'ultima assunse rilievo all'interno della Can''. Ed ancora: "Vi era una designazione diretta che Pairetto mi motivava con il fatto che si trattava di una gara d'anticipo, trasmessa in diretta televisiva dai canali a pagamento, e rappresentava una sorta di premio per l'arbitro prescelto''. Insomma, una gestione personalissima e non rispettosa di alcuna norma federale.
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Messaggioda The Shield il gio apr 19, 2007 8:30 am

Promentory1985 ha scritto:mortacci sua sto bavoso de cannamerda


che è anche uno dei maggiori responsabili della vittoria dei mondiali eh...
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Messaggioda fedemadferit il gio apr 19, 2007 11:27 am

La prova della cupola: 21 schede telefoniche
La Procura inchioda Moggi, gli ex designatori e gli arbitri "La rete parallela conferma l' associazione per delinquere"
dal nostro inviato MAURIZIO GALDI (gazzetta)

NAPOLI «L' aver trovato una sorta di rete telefonica parallela, riservata a un gruppo ristretto di persone, è la conferma dell' esistenza di un' associazione per delinquere che avevamo già ipotizzato nella prima fase dell' inchiesta». Nulla di ufficiale, ma in Procura a Napoli è questa la voce che si diffonde anche a risposta delle molte obiezioni già preparate dalla difesa. «Non si guarda alle gare, si lavora sul complesso dei contatti», è la conclusione del discorso.
21 SCHEDE I carabinieri di via in Selci a Roma hanno lavorato sulle schede telefoniche straniere di cui già si parla nelle prime tre informative del 2006. Il maggiore Attilio Auricchio, prima di lasciare la seconda sezione, ha completato il lavoro iniziato tracciando una mappatura delle utenze riservate che venivano effettuate con schede della Switzerland Mobile Sunrise, di un operatore sloveno e di un altro del Liechtenstein. «Cinque schede sono in uso a Moggi Luciano, 2 a Bergamo Paolo, 2 a Pairetto Pierluigi...», comincia così il capitolo dell' informativa 554/100 - 1 del 28 marzo di quest' anno che riguarda le 21 schede telefoniche «tracciate» e il relativo traffico emerso dai tabulati. In allegato i riscontri con le utenze telefoniche degli arbitri Paparesta, Pieri, Cassarà, Dattilo, Racalbuto, Bertini, Gabriele, De Santis e dell' assistente Ambrosino, che sono servite a dare la conferma dell' assegnazione di quelle schede proprio agli stessi arbitri.
INTRECCI I carabinieri fanno anche un dettagliato esame della distribuzione delle schede e così emerge che tutti gli arbitri hanno una sola scheda ad eccezione di Racalbuto che ne ha due come i due ex designatori e il direttore sportivo Mariano Fabiani. Ma come funzionavano le telefonate all' interno del gruppo? Gli investigatori hanno stabilito che Moggi era l' unico a parlare sia con i designatori che con gli arbitri, mentre Fabiani teneva i contatti solo con i direttori di gara. Bergamo e Pairetto non utilizzavano le schede riservate per contattare gli arbitri.
CONFERME Ma il sistema che gestiva il potere all' interno della struttura federale è stato confermato ai magistrati anche da alcuni insospettabili testi. Ecco che nei documenti che stamane saranno consegnati ai legali, troviamo alcune conferme del sistema che aveva portato al doppio designatore. In premessa i magistrati ripercorrono la genesi con una cena a casa del presidente Carraro alla quale presero parte i presidenti delle sette principali società, le «sette sorelle» che non trovarono l' accordo su un nome unico e decisero per la doppia figura. Ma non sono novità, lo stesso Carraro lo aveva detto agli organi di giustizia sportiva durante le sue audizioni. Forse le vere novità riguardano alcune «incongruenze» che i testi hanno segnalato ai magistrati relativamente alla gestione della giustizia sportiva. In particolare su segnalazioni precise, i carabinieri hanno acquisito documentazione relativa ai verbali del caso dei calciatori Boudianski e Zetulayev, prima inseriti, poi spariti e in seguito reinseriti in altro comunicato.


Le scuse a Moggi incastrano Paparesta
L'arbitro telefona all'ex d.g. su un numero svizzero dopo Reggina-Juve: i magistrati lo intercettano. E un dipendente della Figc parla dell'elenco speciale usato da Pairetto

Napoli, 19 aprile 2007 - Sono 31 le schede telefoniche che i carabinieri del Nucleo operativo di via in Selci a Roma hanno cercato di “tracciare” per risalire ai titolari, fino a “stabilire, a livello indiziario, che delle 31 utenze individuate, 21 erano in possesso a persone emerse nel corso delle indagini”. Il criterio è lo stesso che ha portato all'identificazione del traffico telefonico di componenti le cupole mafiose: un intreccio di verifiche tra le celle (le stazioni dalle quali parte il segnale di trasmissione per i telefonini) di transito delle telefonate e la posizione della persona che doveva essere il presunto utilizzatore di quel numero telefonico.
INTRECCI L’utilizzo delle schede svizzere da parte dei direttori di gara rappresenta probabilmente l’unica vera e grossa novità del materiale di Moggiopoli bis. Come i carabinieri siano riusciti a identificare i vari Bertini, Paparesta, Racalbuto, Dattilo, Cassarà, De Santis, Gabriele e l’assistente Ambrosino, saranno gli argomenti principali di obiezione delle difese. Alcune differenze tra gli schemi e quanto riportato viene già fatto notare ai cronisti, ma i magistrati si sentono sicuri delle loro conclusioni.
PASSO FALSO Secondo gli investigatori sarebbe quello di Paparesta, che non ha mai negato di aver telefonato a Moggi per “scusarsi” dopo l’arbitraggio di Reggina-Juventus. A pagine 41 dell’informativa 554/100 dei carabinieri si legge infatti: “Ulteriori indizi che convergono sull’arbitro Paparesta quale verosimile utilizzatore dell’utenza esaminata, emergono altresì dall’unione delle risultanze acquisite nel corso dell’attività di intercettazione già esperita durante l’indagine e i dati del traffico dell’utenza svizzera in argomento. In particolare il 7 novembre 2004, mentre Moggi era al telefono con S.G. riceve una telefonata su un’altra utenza non monitorata il cui interlocutore appare essere Gianluca Paparesta. Tale contatto trova riscontro nell’analisi del traffico telefonico dell’utenza straniera esaminata, nella coincidenza di orario e di durata della telefonata delle ore 12.11 in uscita dal numero in uso a Paparesta e in entrata a Moggi, della durata di 50 secondi”.
LA GENESI Tutto parte dall’identificazione, nel corso del lavoro di intercettazione effettuato dai carabinieri, di una utenza svizzera per una chiamata che l’ex designatore Paolo Bergamo fa il 9 febbraio 2005 a Luciano Moggi. Immediatamente fu acquisito il tabulato del traffico telefonico di quel numero della Switzerland Mobile Sunrise, dal quale risultava che il traffico era sempre diretto verso altre due utenze dello stesso gestore svizzero, il distributore ammetteva che “le schede erano state acquistate da collaboratori di Moggi, e che non erano le uniche”. A fare gli acquisti era un collaboratore della Juventus, G.B., che conferma: “... nelle volte successive in cui ho fatto questo genere di cortesia al sig. Moggi, ho sempre chiamato prima T., il quale mi faceva trovare quanto mi serviva direttamente in busta chiusa. Pagavo quanto gli era dovuto (in contanti, ndr) e ritornavo in sede con il pacchetto che consegnavo nelle mani del signor Moggi”.
ALTRE CONFERME Ulteriori conferme del “sistema” i magistrati le hanno avute anche da Dario Galati, dipendente Figc, che ha anche parlato di un “elenco” dal quale avrebbe attinto Pairetto nella scelta degli arbitri. Chiarendo di “non sapere di preciso a cosa si riferisse Pairetto”, Galati aggiunge: “Certamente non erano gli elenchi delle turnazioni settimanali degli arbitri”. Inoltre ha raccontato di come spesso le designazioni per gli anticipi di B non fossero fatte per sorteggio.
BORRELLI E GUSSONI Intanto ieri in Procura a Napoli è arrivato l’Ufficio indagini. Francesco Saverio Borrelli, accompagnato dai vice Loli Piccolomini, De Feo, Ricciardi, e il segretario Martucci sono stati ricevuti dai pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Oltre due ore di colloquio ma gli 007 federali non hanno ricevuto il materiale relativo all’indagine. Arriverà oggi e comincerà l’esame, presumibilmente solo i primi giorni di maggio sarà possibile iniziare con le prime audizioni. Sempre oggi il presidente dell’Aia Gussoni incontra sia Borrelli che Abete per decidere la strategia sugli arbitri: sospendere i più coinvolti e far ripartire gli altri è la sua volontà.
Maurizio Galdi (gazzetta)
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Messaggioda Promentory1985 il gio apr 19, 2007 11:54 am

The Shield ha scritto:
Promentory1985 ha scritto:mortacci sua sto bavoso de cannamerda


che è anche uno dei maggiori responsabili della vittoria dei mondiali eh...


non me ne importa niente. se uno è una merda lo è sempre, anche se sa dare 2 calci a un pallone
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Messaggioda fedemadferit il mar apr 24, 2007 2:11 pm

Sempre alta la stima di Moggi per Moratti: "E' la faccia di un c..., Marcello!". Ma anche Lippi... "Mancini ha bisogno di una bella lezione!" Dagli atti della Procura di Napoli emergono nuove intercettazioni, eccone un paio riportate da La Stampa.

C'è il Moggi classico: parla con Lippi e l'oggetto dei loro sfottò è il presidente dell'Inter. Lippi: «Quando vedevo la partita, ieri, dicevo... fatemi vedere Moratti... Fatemi vedere la faccia di Moratti...». Moggi: «E' la faccia di un c..., Marcello!». Lippi dice qualcosa di incomprensibile. E Moggi: «E quest'altro è un figlio di m... Ma prenderà una lezione che se la merita, guarda.». Lippi: «Mancini ha bisogno di una bella lezione!». Moggi: «Non aver paura». Se ci si attendono intercettazioni sconvolgenti sugli arbitri, allora è tempo perso. A carico delle giacchette nere indagate c'è il traffico telefonico in prossimità delle partite, i tabulati, l'esistenza stessa dei cellulari svizzeri (comprati e ricaricati da Moggi), ma non una sola parola compromettente. E infatti già si dice che in sede di giustizia sportiva sarà una bella battaglia provare l'accusa di frode sportiva.

Dal mare delle intercettazioni viene fuori però di nuovo la palude moggiana. I carabinieri evidenziano il caso di un consulente legale della Federazione Gioco Calcio, Mario Gallavotti, noto professionista romano. Continua a seguire «le vertenze arbitrali connesse con le recenti vicende che hanno interessato il mondo del calcio per effetto del presente procedimento penale». Ed ecco un'intercettazione tra Moggi e Gallavotti del 7 settembre 2004. Moggi: «Ah, senti un po', ti volevo chiedere una cosa. Tu hai fatto quella commissione che giudica i procuratori, no?». «Sì». Moggi: «Boh, sensibilizzali un po' perché il 20 hanno chiamato Alessandro per una cosa di 2 anni fa... Ma digli che non rompessero i coglioni... Insomma, dai». Gallavotti: «Ci parlo, ci parlo». La questione di Alessandro Moggi è legata a una bega tra procuratori. Finirà con una multa. Ma a un certo punto sembra che proprio Gallavotti, e il suo socio nello studio Claudio Onorati, siano quelli che picchiano di più. Il padre richiama Gallavotti per protestare. E Gallavotti: «No, Luciano, non è così. Ti dico, l'ho guardata io personalmente, mi sono fatta un'idea mia... Stai tranquillo, stai tranquillo! La sanzione pecuniaria è l'unico modo per farlo». Moggi: «Quella va bene». Gallavotti: «Sì, lo so, è stata un'idea mia. Perché siccome gli hanno fatto fare delle dichiarazioni... Io l'ho detto pure a Chiara (Geronzi?, ndr) che ho visto ieri... Aveva reso una cosa indifendibile».

La Stampa - Goal.com
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Messaggioda IV il mar apr 24, 2007 4:48 pm

Solo Dio sa perchè quel verme quando voleva ammazzarsi ha cambiato idea.

Comunque Moratti è molto peggio.
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Messaggioda americanidiot il ven apr 27, 2007 8:48 am

Evan ha scritto:
Comunque Moratti è molto peggio.


nn essendo mai stato intercettato non possiamo saperlo...
e comunque non è reato dare della faccia di merda a qualcuno,o meglio,non è un reato sportivo.
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