da kaa il lun feb 12, 2007 12:35 pm
A Lipsia 800 hooligans attaccano la polizia
La task force ha ceduto in meno di 4 mesi. Le autorità del calcio tedesco si sono riunite a fine ottobre per pianificare il pugno duro, proprio come è successo in Italia, e ieri si sono ritrovati 800 hooligan schierati contro la polizia. Lokomotiv Lipsia contro Erzgebirge Aue, calcio minore e calcio dell’est perché le risse seguono vecchi confini. La partita di Coppa di Sassonia è stata interrotta due volte, piovevano calcinacci da spalti malconci che non passerebbero la legge Pisanu. Ma è stato fuori dallo stadio di Lipsia che si è vista l’organizzazione a delinquere. E si è capito il bersaglio. Sempre lo stesso, polizia, polizei, celere, qualsiasi uniforme disponibile a essere sfidata. L’obiettivo era dividere i poliziotti, 300 agenti in assetto antisommossa, due sono rimasti isolati e uno ha sparato in aria. È servito. Lacromogeni, spray al pepe spruzzati dritti sui passamontagna gialli e blu e sassi che volavano su vetrine e macchine mentre il cordone delle forze dell’ordine cercava di disperdere la massa e di restare compatto.
Sulla strada piena di resti di bottiglie e bandiere e lampioni divelti sono rimasti 36 feriti, 23 poliziotti. Ventidue persone fermate in attesa dell’indagine e della visione dei filmati fuori dallo stadio. Era una misura dalla task force: telecamere come deterrente. Sono sbucate ovunque, in qualsiasi campaccio esiliato in terre ancora tutte da bonificare. Da quando sono iniziati i campionati, la Germania ha già visto 4 partite guerriglia, come se i cattivi avessero concesso Mondiali perfetti sapendo di essere perdenti e ora cercassero la rivincita dentro al calcio reietto. Augsburg-Monaco 1860, Herta Berlino II-dinamo Dresda, Pforzheim-Mannheim e Kikchers Stoccarda-Herta Berlino, scontri ravvicinati, un sabato dopo l’altro fino a che 23 poliziotti sono rimasti coinvolti ed è arrivato il tavolo delle solenni discussioni. «Educare e punire», lo slogan per reclamizzare arresti facili e lunghe detenzioni, ma 4 mesi dopo si è scoperto che non era abbastanza. Ieri il ministro dell’interno della Sassonia, Albrecht Buttolo ha urlato ai microfoni: «Non aspetterò di stare davanti alle scene che si sono viste in Italia per esigere misure estreme. Le voglio ora e più dure».
XXVI V MMXIII
Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff