da kaa il ven dic 28, 2007 4:41 pm
Stendardo: “Vado via per orgoglioâ€
Un anno di belle soddisfazioni, con la completa maturazione calcistica nella Lazio, prima del finale amaro che, quasi certamente, porterà Guglielmo Stendardo al divorzio dalla società biancoceleste.
E’ proprio impossibile un riavvicinamento?
«Presidente e ds hanno ribadito che non vogliono cedermi, dimostrandomi fiducia, ma io già detto quello che pensavo».
Il problema resta solo Delio Rossi?
«A lui ho detto quali erano le miee idee e quello che pensavo».
Dove ha trovato il coraggio per uscire allo scoperto?
«Un atleta non deve mai dimenticare di essere anche un uomo e, come tale, ha bisogno di dialogo, di chiarezza, di stima professionale».
La Lazio, dopo averla messa fuori rosa, l’ha chiamata a giocare con la Primavera , nella gara contro il Grosseto. Ha preso questa decisione come una punizione?
«Fa parte del gioco. Però sono sceso in campo con lo stesso entusiasmo di quando gioco in prima squadra, è stata una esperienza anche questa. Mi ha ricordato il passato nella Primavera della Sampdoria e del Napoli».
L’addio alla Lazio è quindi vicino?
«In questo momento non so nulla del mio futuro, aspetto indicazioni dalla società ».
Come si vive senza conoscere il proprio domani professionale?
«Non bene, però sto trascorrendo le vacanze in famiglia e questo mi aiuta a superare l’incertezza. Ancora pochi giorni, poi dovrò necessariamente sapere qualcosa di più perché si riaprirà il mercato».
Si parla molto di una possibile avventura in Inghilterra .
«Intanto è importante che ci siano richieste perché significa che ho lavorato bene. Il calcio inglese è diverso dal nostro: fisico, istintivo, meno tattico, però ha il suo fascino. Ad ogni modo, mi piacerebbe giocare ancora in Italia».
E’ arrivato alla Lazio a costo zero, adesso la sua quotazione si aggira sui 5 milioni di euro.
«La società è stata brava a prelevarmi dal Perugia, le devo riconoscenza in quanto mi ha offerto l’opportunità del grande palcoscenico. Da parte mia ho fatto sempre il massimo per ripagare la fiducia».
Stendardo-Lazio: sembrava un binomio indivisibile…
«Nel calcio, come nella vita, certe cose possono capitare. L’importante è avere la coscienza a posto. Personalmente ho dato tutto, anche quando ho giocato in precarie condizioni fisiche. Anche se dovessi andar via, non potrei mai dimenticare questi anni trascorsi in maglia biancoceleste perché mi hano dato la possibilità di fare un salto professionale notevolissimo, con la serie A e la Champions League».
Qual è stata la partita più bella?
«Sicuramente quella contro il Real Madrid all’Olimpico, la più importante della carriera. Il coronamento di un sogno, mio e di tutta la squadra, una serata che non potrò mai scordare».
Come giudica il 2007 che sta andando in archivio?
«Molto positivo, un anno da incorniciare sia a livello personale che di squadra. Il terzo posto in campionato, nonostante la penalizzazione, la vetrina più affascinante d’Europa, nella quale la Lazio ha dimostrato di poterci stare con onore, e tante soddisfazioni vissute giorno per giorno».
Come vanno gli studi da avvocato?
«Mi mancano soltanto sei esami, conto di conseguire la laurea nel mese di luglio. Continuerò a studiare nelle ore che il calcio mi lasceranno libero, come ho sempre fatto».
Cosa si aspetta dal 2008, ormai alle porte?
«Prima di tutto di conoscere in fretta il mio futuro professionale, un’ulteriore cresciuta come atleta e la laurea in giurisprudenza».
Dove spera di arrivare un giorno Guglielmo Stendardo?
«Il sogno resta la Nazionale però, per poter cullare questa grande ambizione, ho bisogno di giocare e dimostrare il mio valore. A quelli che, magari, mi giudicheranno un po’ presuntuoso, dico che credo solo nelle mie possibilità ».
vai vai..vai pure sotto il vesuvio
XXVI V MMXIII
Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff