da kaa il mar nov 06, 2007 8:40 am
di pochi mesi fa
Patarca:"La lazio ha dilapidato un patrimonio"
«Aquilani? Quel giorno lo ricordo come fosse ieri. Non potevo fare altrimenti, per l’onestà della famiglia».
Volfango Patarca è l’uomo che per 24 anni ha guidato la scuola calcio della Lazio, scoprendo i vari Di Canio, Nesta, Di Vaio e Di Biagio, ma non solo. Oggi lavora per la Pro Calcio Sabina (Promozione), il club di Fernando Nesta, fratello di Alessandro. Ieri, invece, poteva bloccare Aquilani alla Lazio. Era tutto fatto, anche la firma…
Poi cosa successe?
«Che il papà mi chiese di annullare tutto. Accettai, perché avevo rispetto dell’uomo e perché anche io sono un papà ».
Ma Aquilani come arrivò alla Lazio?
«Fu in prova diversi giorni. Vidi subito che calciava divinamente, oggi non mi sorprende quel che fa».
È vero che fu lei a segnalarlo agli inglesi?
«In parte. Liam Brady (giocò in Italia con Juve, Sampdoria, Inter e Ascoli, oggi a capo del vivaio dell’Arsenal, ndr) mi chiese quale era il miglior ‘84 d’Italia. Non esitai: Aquilani».
Alberto non fu il solo romanista passato dalla sue parti. Si ricorda di Rosi?
«Il papà mi disse che lavorando all’Acea (zona Piramide, ndr) non poteva più portarlo da noi. Ci rimasi male, ma poi capii».
Rammaricato?
«Vedendo Alberto e Aleandro oggi, un po’ sì. Ma visto il trattamento che la Lazio ha riservato a me e a ai ragazzi, va bene così».
Ha ancora il dente avvelenato con Lotito…
«Scherzate? La Lazio ha dilapidato un patrimonio. Volete qualche nome? Pinzi, Gazzi, Domizzi, Pisano, Russotto e tanti altri. Gli ultimi che mi vengono in mente sono Macheda, al Manchester, e Angeletti, ora alla Cisco. Vedrete…».
Ma le giovanili biancocelesti negli ultimi anni sono arrivate spesso alle finali?
«Ma con tutti miei ragazzi, a cominciare da De Silvestri. Lorenzo arrivò dalla Romulea, lo scoprì Fabbro. Oggi è cresciuto tanto, ha una progressione che ti stende. Ma nei passi brevi fatica a causa della struttura fisica. Io lo vedo più come esterno offensivo».
Cosa c’è nel suo futuro?
«Mi diverto da morire a lavorare con i giovani della Pro Calcio Sabina. E poi con Fernando abbiamo un progetto importante».
Ci racconti?
«Insegnare calcio all’estero: Venezuela, Usa e Australia. Con dei testimonial d’eccezione come Peruzzi, Di Biagio e Petruzzi».
Da dove si parte?
«Da Cincinnati, nell’Ohio, a novembre. Solo lì ci sono 140.000 bambini che giocano a calcio. Anche se il più bravo di tutti ce l’ho già ».
E sarebbe?
«Un ragazzino di 7 anni, alla Pro Calcio Sabina. Niente nomi, ma vi assicuro che tra 4-5 anni per lui ci sarà la fila ». Parola di Volfango.
XXVI V MMXIII

Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff