Altro che rosso, con un fallo finisci in manette Giocatore olandese condannato a sei mesi per un fallo di gioco.
Sappiamo ormai da tempo della rigorosa campagna contro il gioco violento sbandierata da Blatter un giorno sì e l’altro pure. Sappiamo anche che, alla vigilia dei Mondiali, tutte le squadre dovranno adeguarsi al nuovo corso, pena cartellini rossi a raffica. C’era francamente sfuggita, invece, la curiosa “strategia†di cui si è avvalsa l’Olanda per adempiere ai dettami della “casa madreâ€. A farne le spese, per primo, è stato Rachid Bouaouzan, giocatore dello Sparta Rotterdam, condannato dalla Corte d’Appello de l’Aia a sei mesi di carcere per un brutto fallo di gioco.
Il fatto risale al dicembre 2004, quando un durissimo tackle dell’attaccante dello Sparta pose fine alla carriera di Niels Kokmeijer che riportò una grave lesione a un’arteria. La giustizia sportiva, all’epoca, non fece sconti e punì Bouaouzan con 12 giornate di squalifica che, però, non servirono ad archiviare la vicenda. La vittima del fallaccio, infatti, si rivolse al tribunale di Rotterdam che, al termine del processo, condannò Bouaouzan a due anni di libertà vigilata e a 200 ore di servizi sociali. Oggi, a nove mesi dalla condanna di primo grado, è arrivata la sentenza dei giudici d’appello che hanno confermato la colpevolezza dell’imputato (“perché era consapevole di quanto poteva accadereâ€), condannandolo a sei mesi di carcere con la condizionale. La Fifa prenda appunti.
L'ERGASTOLO A CANNAVARO NON GLIELO TOGLIE NESSUNO