Ciro Ferrara è tornato a parlare a oltre quattro mesi dall'esonero patito dalla Juventus e l'ha fatto con la "Gazzetta dello Sport".
"La situazione della Juventus aveva la precedenza sulla mia, nel timore di nuocere all'ambiente non avrei potuto parlare liberamente. Dunque meglio tacere - ha precisato il tecnico campano -. In generale non voglio alibi, mi sento responsabile del fallimento. Nello specifico, l'ottimo inizio e la conseguente pioggia di elogi in qualche modo mi hanno fatto calare la tensione. Nei primi tempi ero molto esigente e le cose filavano lisce. Poi ho un po' mollato, incosciamente devo aver pensato che il difficile fosse alle spalle. L'inesperienza della quale sono stato spesso accusato s'è vista lì".
Ferrara è poi passato a parlare di alcuni dei suoi ex calciatori: "Felipe Melo - ha detto - ha le qualità , ma deve imparare a farsi voler bene dai compagni. E' tutt'altro che un cattivo ragazzo, però la supponenza con la quale si allenava ha indispettito molti, e se qualcuno risulta antipatico agli altri, in campo si nota. Diego va assolutamente tenuto. E' bravo e si allena con coscienza. Ha bisogno di due punte che vadano in profondità , perchè il suo punto di forza è il lancio; purtroppo la tendenza di quelle che avevo era venirgli incontro e dialogare. Questo è il motivo per cui non è esploso".
"Ho accettato il rischio di allenare una squadra importante come la Juventus e l'ho pagato, perchè se cadi dall'alto ti fai male, ma lo rifarei", ha concluso Ferrara.