Kakà vergine fino al matrimonio...
Il fenomeno del Milan a Vanity Fair: "Non è stato facile arrivare a sposarsi senza essere mai stato con una donna. La prima notte con Caroline è stata bellissima. Tentazioni? A Milano mai in discoteca senza di lei"
ROMA, 5 giugno 2007 - "Non è stato facile arrivare al matrimonio senza essere mai stato con una donna". Kakà racconta in un'intervista alla rivista Vanity Fair in edicola domani (oggi del testo è stata fornita un'anticipazione) quale sia stata la sua sfida più dura, altro che quelle del Brasile in cui si è laureato campione del mondo (da riserva) nel 2002 o Milan-Liverpool, finale dell'ultima Champions League.
LA CHAMPIONS - Il discorso parte comunque dall'impresa di Atene, dove il Milan si è laureato campione d'Europa per la settima volta. Kakà quella volta è andato a letto "alle cinque di mattina". Un fatto inconsueto per la 25enne stella brasiliana, grande favorito per il prossimo Pallone d'Oro e che non si atteggia certo a viveur. Uno che, quando vince la Champions, invece di urlare prega, invece di saltare si inginocchia, invece dei tifosi guarda il cielo e mostra al mondo la maglietta con la scritta "I belong to Jesus", ovvero "appartengo a Gesù". Quando gli si chiede se è emozionato al pensiero di essere quest'anno il favorito alla vittoria del Pallone d'Oro, risponde: "Penso di aver lavorato bene e di meritarlo, ma non è che non ci dorma la notte. La mia serenità non dipende da un premio".
MOSCA BIANCA - Ma nell'ambiente del calcio i bravi ragazzi non vanno di moda, quindi cosa pensano di Ricky (il suo soprannome al Milan) i suoi colleghi? "Ogni tanto mi accorgo che mi guardano un po' perplessi - risponde Kakà - e pensano che io sia strano. Però poi mi accettano e mi rispettano". Anomalo, per la sua categoria, anche negli interessi: legge molto ed è appassionato di cinema, arte e teatro. "Non sono l'unico - sottolinea il brasiliano -. Costacurta, per esempio, è molto colto. E Ambrosini gira sempre con un libro in mano".
CAROLINE - Poi il discorso si sposta sulla giovanissima moglie Caroline: come l'ha conosciuta? "A una festa a San Paolo - racconta Kakà -. Mio padre e sua madre (Rosangela Lyra, a.d. di Christian Dior Brasile, n.d.r.) si conoscevano e ci hanno presentati. Ci siamo scambiati i numeri di telefono, poi sono andato a trovarla per il suo compleanno. Compiva 15 anni. Io ne avevo diciannove, ma in Brasile ero già famoso. Nel 2002, al rientro dalla vittoria al Mondiale, ci siamo fidanzati". Davvero a 20 anni Kakà già cercava moglie? "Sì: ho sempre pensato al matrimonio. Però abbiamo dovuto aspettare tre anni: uno in Brasile e due lontani, perchè io sono venuto a giocare in Italia, e lei era troppo giovane per seguirmi. Ma quel periodo è stato importante, ha messo alla prova il nostro amore". Tentazioni? "Quelle ci sono sempre, ma io cerco di evitarle. Da quando sono in Italia non sono mai andato in discoteca, se non alle feste del Milan, e sempre con mia moglie. Tra noi, quando lei era ancora in Brasile, c'era un patto: liberi di uscire con gli amici, ma a mezzanotte si rientra a casa e ci si telefona. Io e Caroline abbiamo fatto molti sacrifici".
SESSO - E qui Kakà puntualizza che non si riferisce soltanto alla distanza. "Abbiamo scelto di arrivare casti al matrimonio - spiega il calciatore di fede evangelica -, la Bibbia insegna che il vero amore si raggiunge solo con le nozze, con lo scambio di sangue, quello che la donna perde con la verginità . Infatti, per noi, la prima notte è stata bellissima". Non le è pesato aspettare? "Certo che mi è pesato: sono un ragazzo normale. Non è stato facile arrivare al matrimonio senza essere mai stato con una donna. Con Caroline ci baciavamo e la voglia c'era, ma ci siamo sempre trattenuti. Se oggi la nostra vita è così bella, penso sia anche perchè abbiamo saputo aspettare". Il comportamento di Kakà , ragazzo dotato di grande cortesia ed educazione, è sempre piaciuto anche al presidente Silvio Berlusconi, che lo ha definito "il genero ideale". "A me ha fatto piacere - commenta Kakà -. A mia moglie un po' meno, soprattutto quando il presidente ha aggiunto: Peccato che sia già sposato. Ma poi si è corretto".
gasport
Grande Silvio tra l' altro
cmq sto qui è proprio strano eh... basta che continui a giocare così