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Messaggioda columbia83 il gio mag 17, 2007 10:19 am

L'altro giorno all'università per le elezioni, un partito regalava schede vodafone (numero + 5 euro), ma per essere votati si è disposti a fare anche altro...


Belgio, sesso orale in cambio voto
Proposta shock di candidata a elezioni

Altro che pacchi di pasta o una scarpa in attesa di dare l'altra a voto incassato. In Belgio si è abbattuta la frontiera del voto di scambio. Tania Dervuax, esponente del movimento di protesta Nee, ha promesso "sesso orale in cambio del voto" ad almeno 40mila potenziali elettori. Il manifesto della singolare e provocatoria campagna campeggia sulla home page del sito del partito.

Quando c'è di mezzo la Dervaux non c'è da stupirsi. Non si capisce bene se la candidata abbia scambiato le elezioni per la medesima parola a meno di una lettera, fatto sta che è pronta a darsi anima e corpo per il bene del partito. Chissà cosa ne penseranno i membri di questo, anche se a giudicare dallo spazio concesso nel sito ufficiale, la "campagna" è piaciuta molto. E l'indice di gradimento del sito, a giudicare dal boom di accessi, si è impennato.

Il Nee è ufficialmente un movimento di protesta imparziale, che si batte contro l'ipocrisia e la menzogna in politica. Da qui alcune scelte provocatorie come promettere 400mila posti di lavoro, ma solo come parodia delle promesse a vuoto degli altri partiti, oppure le foto senza veli della Dervaux, che ovviamente hanno avuto come risultato una valanga di mail oscene al suo indirizzo. Ma la Dervaux non si è lasciata scoraggiare e, anzi, ha girato la cosa a suo vantaggio. Sul sito, compilando un'apposita form, si può richiedere il "bonus" promesso in cambio del voto. Il manifesto precisa che se qualcuno fosse sposato o troppo timido, la candidata darà soddisfazione alle richieste degli elettori anche tramite Second Life.

Una provocazione certo, ma chissà mai che non porti alla elezione della candidata. Allora sì che sarebbero guai, perché gli elettori passerebbero all'incassso...
Ultima modifica di columbia83 il gio mag 17, 2007 11:19 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda The Shield il gio mag 17, 2007 10:47 am

columbia83 ha scritto:fatto sta che è pronta a darsi anima e corpo per il bene del partito. Chissà cosa ne penseranno i membri di questo



ma proprio di "membri" del partito si doveva parlare poi? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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Messaggioda columbia83 il gio mag 17, 2007 11:20 am

The Shield ha scritto:
columbia83 ha scritto:fatto sta che è pronta a darsi anima e corpo per il bene del partito. Chissà cosa ne penseranno i membri di questo



ma proprio di "membri" del partito si doveva parlare poi? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:


ahahahahahahahah
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Messaggioda PaulGallagher il ven mag 18, 2007 4:54 pm

Ma i genitori non disperano
Gb, bambina nasce con metà cervello
In Inghilterra una bambina nasce affetta dalla schizoencefalia, una rara condizione in cui manca metà dell'encefalo

LONDRA - C. ha gli occhioni blu e i capelli biondi. C. ha due anni e non si separa mai dal suo orsetto di peluche, come fanno tutti i bimbi a quell’età, anche se lei non è come loro, perché C. è nata con metà cervello, quello destro. Il sinistro è un enorme buco nero nel suo piccolo cranio. Una situazione talmente insolita che gli stessi medici non hanno idea di quello che potrà accadere in futuro, anche se hanno già detto ai giovanissimi genitori – la madre Stephanie J. di 21 anni e il suo compagno Adam S. di 20 – di prepararsi al peggio. Ma i due ragazzi sono comunque decisi a non arrendersi, come hanno raccontato al Sun: «Ci sono momenti della vita che non dimenticherai mai – dice mamma Stephanie – e per me è stato quando il dottore ha acceso l’interruttore del pannello delle radiografie, per farmi vedere l’esame fatto all’interno della testa di mia figlia. Lo choc e la paura che ho provato non si possono descrivere: la parte sinistra del cranio era un grande spazio nero, mentre l’altra appariva normale. Il dottore ha cominciato a spiegarmi cosa potesse significare, ma io non riuscivo a staccare gli occhi dalla lastra e mi ripetevo “non è vero, non può succedere a me, è una specie di sogno».
■ Il commento del neurologo italiano

GRAVIDANZA - La gravidanza della donna era stata senza problemi, mentre sicuramente più difficile era stato dire ai suoi genitori che sarebbero diventati nonni. «io e Adam stavamo insieme solo da un anno, ma dopo lo choc iniziale, le cose sono andate a posto. Ho fatto tutti gli esami del caso e ogni volta i medici mi ripetano che andava tutto. C. è nata il 9 dicembre del 2004 ed era bellissima». Dopo due mesi, Stephanie, Adam e la loro piccola si sono trasferiti nella nuova casa a una ventina da Sheffield, e mentre la giovane mamma si occupa della figlia, il fidanzato lavora come stuccatore. «C. era un tesoro di neonata, dolce e tranquilla. Dormiva sempre e questo, per la verità, cominciava a preoccuparmi, ma mi dicevo che ero un’egoista. Poi, però, verso i sette mesi, mi sono accorta che non muoveva il braccio destro, mentre la sua manina era sempre stretta a pugno. L’ho portata dal dottore: mi ha detto che poteva trattarsi di “lazy arm” (braccio pigro) e mi ha consigliato della fisioterapia». E lì è iniziato l’incubo. «C. non muoveva nemmeno la gamba destra e non rispondeva alle sollecitazioni – ricorda oggi la madre – e, verso i 13 mesi, i medici le hanno diagnosticato l’emiplegia, spiegandomi che era come se ci fosse del sangue del cervello. Così, l’ho portata al “Children’s Hospital di Sheffield per farle fare una radiografia alla testa. Fatto questo, mi hanno detto che serviva un esame ancora più approfondito, chiamato MMR, e mi sono messa in lista d’attesa». La telefonata per il test specialistico è arrivata dopo sei mesi. Sei mesi durante i quali C. cresceva a vista d’occhio, sempre – apparentemente – perfetta, a parte quell’inspiegabile incapacità nel muovere la parte destra del corpo. Sono poi seguite altre sei settimane di attesa per i risultati del MMR e, alla fine, il terribile verdetto: <Quando i medici hanno cominciato a parlare, io non capivo quello che dicevano, ma appena mi hanno mostrato i raggi X della testa di C., ho avuto un mancamento: una parte era completamente vuota!».
LA MALATTIA - La malattia di cui soffre la bimba si chiama «schizencefalia» ed è talmente rara che nel mondo ci sono pochissimi casi. Eppure Stephanie non si arrende: «I medici mi hanno detto che non sanno quale futuro potrà avere C., anche se non mi hanno lasciato molte speranze, perchè potrebbe non camminare o parlare mai. Ma la mia bambina ha carattere e sono certa che dimostrerà a tutti che si sono sbagliati. Anche se non riesce a camminare carponi, trascina i piedi per andare dove vuole e abbiamo una speciale attrezzatura per aiutarla ad alzarsi. Sa dire poche parole, come baby, orso e mamma, ma si fa capire benissimo. So che magari sarà difficile da credere, ma io non cambierei una virgola della nostra vita: C. è una benedizione e voglio darle presto dei fratellini o delle sorelline, anche perché la sua condizione non è ereditaria. Ci sono dei segnali che indicano che la parte di cervello sana può compensare quella mancante, così è possibile che C. un giorno possa camminare e parlare perfettamente, ma per saperlo dobbiamo aspettare che diventi più grande. Del resto, nessun genitore sa quale futuro aspetta i propri figli e la mia piccola non fa eccezione>.

RECUPERO -La parte sinistra del cervello è quella che controlla il linguaggio, l’udito e l’abilità motoria, che sono le funzioni che C. ha compromesse dalla nascita. Ma esiste una speranza, come spiega il Professor Colin Blakemore, a capo del Medical Research Council: «Questo genere di trauma sarebbe catastrofico per un adulto, mentre il cervello dei bambini ha l’incredibile capacità di adattarsi e assumersi delle responsabilità superiori. Per questo, c’è la buona possibilità che la piccola possa sviluppare il linguaggio e che riesca a migliorare la capacità di muovere gamba e braccio».
Simona Marchetti
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Messaggioda columbia83 il sab mag 19, 2007 12:14 pm

GORILLA IN FUGA DALLO ZOO, PRESO AL BAR

AMSTERDAM - Come il gorilla della pubblicità di un aperitivo analcolico era andato al bar. Ed è qui che è stato ripreso dopo avere provocato quattro feriti e seminato il panico tra i visitatori dello zoo di Rotterdam, in Olanda. Secondo quanto hanno riferito vari mezzi di informazione, Bokito, giovane primate di 11 anni, per motivi ignoti è riuscito a saltare al di là del fossato che delimita il recinto dei gorilla e si è messo a inseguire chi gli capitava a tiro.

Dopo aver vagato nel bioparco per quasi tre ore, ha fatto irruzione nel bar ristorante dello zoo, dove si è scatenato il fuggi fuggi generale. Stando ai testimoni, una donna non ha fatto in tempo a raggiungere l'uscita ed è stata afferrata e trascinata per il locale. Per sua fortuna, il gorilla non ha infierito, passando invece a distruggere tavoli e sedie prima di essere addormentato con un proiettile narcotizzante e catturato da una squadra speciale.

Oltre alla donna, altre tre persone sono rimaste ferite nel tentativo di sfuggire all'animale. Uno dei guardiani dello zoo é stato trasportato in ospedale in preda a shock dopo esserselo trovato improvvisamente davanti. Secondo il direttore del bioparco, Ton Dorresteijn, Bokito potrebbe essere uscito dalla sua area per difendere le femmine e i piccoli che erano assieme a lui. Dorresteijn ha assicurato che il gorilla non verrà soppresso ma ha detto che saranno adottati i necessari accorgimenti per impedire una nuova fuga.



AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

ma voleva solo un crodino

:lol: :lol: :lol:



cmq ecco la foto del gorilla con la donna in ostaggio :lol:

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Messaggioda PaulGallagher il gio giu 07, 2007 9:48 am

Il British Council: controlli più severi. I francesi: meglio l'Irlanda
Vacanze-studio? Evitate Londra
Critiche a chi ospita studenti: cibo cattivo e troppa tv

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KAUNAS — Testimonianza di madame Marie-Hélène Rivière, parigina, che ha spedito il figlio quindicenne a casa di una famiglia di Brighton per studiare l'inglese: «Il ragazzo ha perso cinque chili in tre settimane. Quella madre dava la sveglia alle sei del mattino perché era l'ora in cui si doveva far colazione prima che il marito uscisse per il lavoro: tutto per una tazza di latte con cereali. L'ospitalità non corrispondeva certo al prezzo pagato». Ricordo di Flavien Moreau, liceale parigino che un paio d'anni fa è stato ospite a Edimburgo: «Sempre sandwich alla cipolla, e la doccia si doveva fare con la pompa, perché stavano riparando il bagno».

Le due storie sono state raccolte dal Times, che ieri ha dato l'allarme: in Gran Bretagna i programmi di studio con alloggio in famiglia stanno diventando un'industria nella quale i giovani ospiti trovano un'accoglienza fredda e per niente familiare. «In molte case inglesi ricevere bambini stranieri si è trasformato in un commercio; spesso ne prendono diversi insieme, guardando solo al guadagno, senza dedicare loro attenzione; questo tradisce lo scopo del soggiorno in famiglia che dovrebbe essere di offrire una immersione dello studente nella realtà locale» ha detto il francese Jean-Pierre van Deth, presidente dell'«Office national de garantie des séjours et stages linguistiques».

Anche il British Council ammette di essere preoccupato dalla commercializzazione e promette controlli più severi sugli standard. Ma le organizzazioni riconosciute dal British sottolineano come la selezione delle famiglie sia già rigorosa: tra quelle che si offrono, tre su quattro sono respinte. «Accettiamo solo quelle di professionisti con buona istruzione in cui la madre non lavori e abbia tempo da dedicare alla casa e ai ragazzi stranieri», dicono alla «Host a French Child».

Però ci sono famiglie che presentano un conto da 50 sterline al giorno (75 euro) e che, secondo i racconti da Parigi, lasciano i giovani ospiti spaesati seduti di fronte alla televisione a guardare da soli programmi che non capiscono. Per questo molti genitori francesi negli ultimi anni si stanno rivolgendo ad altri Paesi anglofoni, in particolare la Repubblica d'Irlanda. Oltretutto Dublino ha avuto una testimonial popolare come Ségolène Royal, di cui è spuntata una foto che la ritrae ragazza, seduta a tavola con dei bambini irlandesi in una casa dove era andata per studiare l'anglais. L'articolo ha suscitato un dibattito sul sito online del Times. Un lettore di Edimburgo sostiene che per trovare una famiglia dove la madre non lavora, con quel che costa la vita nel Regno Unito, si deve cercare o tra i pensionati o tra i banchieri. «Vorrei sapere quanto stazzava l'angioletto di madame Rivière prima di perdere 11 libbre», chiede Tom da Londra. Sulla temuta cucina inglese un aneddoto di Kirk di Rotherham: «Spiegare i nostri piatti non è sempre facile. Prendete il Toad in the hole (letteralmente Rospo nel buco), è chiaro che suscita diffidenza prima di scoprire che sono salsicce immerse in salsa di cipolla dentro una sfoglia di pasta: buonissime». Nella polemica si coglie la vecchia rivalità anglo-francese. Dopotutto i francesi da questa parte della Manica (The Channel, come dicono gli inglesi) sono ancora chiamati les frogs, o frog-eaters, mangia-rane. A Parigi continuano a definire gli inglesi les rosbifs. La storia è fatta anche di pregiudizi e stereotipi.
07 giugno 2007
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Messaggioda johnlord il ven giu 08, 2007 7:47 am

Senato, la lettera firmata anche dalla senatrice Albertina Soliani esponente dell'Ulivo
I parlamentari scrivono: "Siamo certi di interpretare il desiderio di molti"
La protesta di Buttiglione:
voglio il gelato alla buvette

di FILIPPO CECCARELLI


Un gruppo di parlamentari ha chiesto di aggiungere il gelato ai prodotti serviti nella buvette del Senato
SEMBRA uno scherzo, o una insidiosa provocazione dell'antipolitica. Ma è vero: al Senato, adesso, vogliono anche il gelato. Così ieri, a nome di un nutrito gruppo di parlamentari, il senatore Rocco Buttiglione, filosofo dell'Udc, e la senatrice Albertina Soliani, prodiana emiliana, hanno scritto ai questori di Palazzo Madama una lettera che merita di essere riportata nella sua concisa integrità documentale.

E dunque: "Ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. E' possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti".

E' bene a questo punto che si conoscano anche i nomi dei senatori-questori che prima o poi dovranno respingere o accogliere l'istanza, magari regolamentandola nelle sue molteplici varietà: ghiacciolo, coppetta, cassata, cono, cornetto, granita, sorbetto, affogato e biscottone. Si tratta quindi del senatore Gianni Nieddu, Ulivo; del senatore Romano Comincioli, Forza Italia; e della senatrice Helga Thaler, autonomista sud-tirolese. Che la coscienza del loro ruolo li ispiri, per una volta, nel senso che riterranno più consono al bene comune. Amen.

Nel frattempo, varrà la pena di considerare come quella che in un celebre studio affidato alla buonanima di Giovanni Malagodi veniva cautamente definita "la condizione del parlamentare" sia oggi diventata, sic et simpliciter, "la qualità della vita dei senatori". Ma soprattutto colpisce, nella sollecitazione gelatiera e bipartisan, una parola che getta una piccola luce sulla faccenda: "il desiderio".

Ecco forse la bramosa chiave di volta per comprendere come, al di là di un facile e scontato moralismo, diversi rappresentanti della volontà popolare abbiano smarrito il senso stesso del loro operato, e ormai non si rendano più conto dell'effetto - per non dire la ricaduta simbolica - che suscitano certe loro pretese.

Molto semplicemente: desiderano, anzi desiderano troppo, non pongono tanti limiti alle loro voglie. Nel caso specifico alla loro gola. E' un fatto che richiama l'essenza corporea e primordiale del potere; un'impellenza biologica che non viene nascosta perché connessa al rango, allo status, al privilegio di ostentare il proprio appetito. Ai senatori piace il gelato: e lo vogliono. Slurp! Qui e ora. Slurp! slurp! Magari non immaginano che uscire dal Palazzo, farsi due passi a piazza Navona potrebbe anche fargli bene; magari non riescono nemmeno a capire come rispetto a un innocente gelatino si possano tirare in ballo questioni così alte. Pare di sentirli: eh, quante storie!

E' un'unica, drammatica storia, in realtà, quella dello snaturamento, della degenerazione, della deboscia delle assemblee elettive all'insegna di Bengodi. Tanto più irrilevanti le Camere sul piano politico, quanto più ornamentali, confortevoli, opulente, agognate.

Il Senato, in particolare. Perché prima del gelato i senatori hanno chiesto e ottenuto le settimane gastronomiche regionali, e poi quelle dedicate alle province. Il collezionista dispone di fantastici comunicati ufficiali emessi nei momenti più delicati sulle degustazioni dell'agro pontino, "la seconda giornata sarà abbinata alla carne di bufala bianca", oppure un dovizioso banchetto palermitano a conclusione del quale il presidente Musotto ha fatto presente uno slogan promozionale che a dire il vero lì dentro rischiava di suonare un po' così: "Mangio sicuro, mangio meglio".

A metà marzo il presidente Marini ha concesso la sala degli atti parlamentari al primo corso di sommelier per senatori. Montecitorio risponde con i prodotti agricoli di qualità certificata. Chi vuole il lardo, chi lo squacquerone, chi i fichi caramellati e chi i torcinelli. Buttiglione e la Soliani, dopo tutto, sono in buona compagnia. La deriva eno-gastronomica si fa anche dolciaria, ma non è dolce per niente il futuro delle istituzioni rappresentative.

(8 giugno 2007)

Che dio li fulmini.
"Bere significa massiccia ingestione di birra.
Whisky, gin, cocktail, tutto il resto non è che vanità"

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Messaggioda columbia83 il ven giu 08, 2007 10:30 am

Invece di pensare a quello che devono fare pensano al gelato.

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Messaggioda PaulGallagher il dom giu 10, 2007 1:02 pm

l tunisino ha fatto il suo rientro in società a pochi chilometri da Erba, il paese della strage.
In cinquecento a cena in pizzeria. C'è Azouz con Lele Mora
E la gente gli ha chiesto l'autografo

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EUPILIO (Como) — «Andrà a finire che vedremo Azouz sull'Isola dei Famosi» si disse quando un'ondata di popolarità investì nel dicembre scorso il tunisino scampato alla strage di Erba. Se c'è una minima possibilità che questo si avveri, le basi sono state poste ieri sera quando Azouz Marzouk ha fatto il «rientro in società» comparendo a fianco del manager dei vip Lele Mora in un locale di Eupilio, paesino alle porte di Erba. Al tavolo con i due il «tronista» di Maria De Filippi Alessandro Di Pasquale e Gabriele Rodighiero, professione calciatore dell'Alessandria, serie C2. Attorno a loro 500 persone che hanno gremito il salone dal ristorante pizzeria Coconut e che hanno tempestato la tavolata vip di occhiate curiose, di scatti col telefonino o con macchinette tascabili. Tutti qui per Lele Mora e Azouz? «Non tutti — ammette sornione Rocco Crivaro, uno dei titolari del locale — perché spesso al sabato sera il ristorante fa il pienone. Però da quando si è sparsa la voce che sarebbe arrivato Mora siamo stati tempestati di telefonate e di richieste di prenotazione. Ne abbiamo dovute respingere a decine. Non siamo stati noi a organizzare l'evento: ci ha telefonato Azouz, ci ha detto che sarebbe arrivato con alcuni amici tra cui Lele Mora».

La voce è trapelata, la cena tra amici è diventata una attrazione da «demi-monde» televisivo e il Coconut è diventato il palcoscenico di un improvvisato reality. Gli esclusi all'ingresso si sono accontentati di fare «vip watching» sul prato all'inglese che sta davanti al ristorante o a sbirciare la galleria di foto di famosi che accompagna l'avventore all'ingresso del Coconut. Del famedio fanno parte la Canalis e la Corvaglia, Bonolis e Pippo Franco, quelli del Grande Fratello e quelli dell'Inter; da ieri sera bisognerà fre spazio a qualche foto in più.

Azouz è sceso da una Porsche Carrera in giacca e pantalone bianco, camicia aperta sul petto a mostrare la catena d'oro sulla quale pendono la fede nuziale che lo univa a Raffaella e una placca, sempre d'oro, che riproduce il volto del piccolo Youssef, il figlio trucidato nella casa di Erba. «Ho conosciuto Lele attraverso Fabrizio Corona — racconta Azouz prima di accomodarsi a tavola — e siamo diventati amici: mi ha aiutato molto nel momento del dolore, mi ha consigliato. Per ora siamo solo amici; sono ancora senza lavoro e spero mi aiuti. Dicono che sto speculando sulla mia tragedia? In qualche maniera devo pur andare avanti» chiude la conversazione con un sorriso un po' imbarazzato. Ma davvero siamo all'inizio di una travolgente carriera artistica? Davvero sta per nascere il nuovo Costantino? «Azouz è un bellissimo ragazzo — ecco il giudizio di Mora — e spesso da una grande dolore come il suo possono nascere cose positive. Ma per sfondare in televisione a volte la bellezza non basta, dipenderà da lui, da quello che vuole fare». L'assedio di fan e fotografi all'inizio è incessante, ci vuole un po' prima che la tavolata dei «famosi» riesca a sedersi e a gustare l'antipasto a base di ostriche e pesce crudo offerto dalla casa. Mora friends stanno strategicamente seduti al centro del salone, ogni tanto qualche ragazzina si avvicina, bisbiglia qualcosa all'orecchio del tronista Di Pasquale e i due escono un attimo sul prato: una foto non si nega a nessuno. Ma non tutti sono così entusiasti. «Però, quell'Azouz, farsi vedere così in giro dopo quello che gli è successo, io mi vergognerei un po'» dice un cliente del ristorante. Coraggio, il dibattito è aperto. Proprio come dopo ogni puntata di un reality che si rispetti.

Claudio Del Frate
10 giugno 2007

ma in che merda di paese viviamo......sempre piu giu :roll: :| :roll: :|
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Messaggioda versa il dom giu 10, 2007 1:21 pm

meglio che nn mi esprimo.....rischierei il ban!!!
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